== Chedivè d'Egitto ==
Dopo la morte di Saʿīd, Ismāʿīl fu proclamato ''[[Wali (governatore)|wāli]]'' il 19 gennaio [[1863]] e, come ogni governante egiziano a partire dal nonno [[Mehmet Ali]], fu investito del titolo di [[chedivè]], che la [[Sublime porta]] fino ad allora non aveva mai riconosciuto. Nel 1867, grazie all'opera di [[Nubar Pascià]], Ismāʿīl riuscì a persuadere il [[sultano ottomano]] [[Abdul Aziz]] a emanare un [[firmano]] (decreto) in cui lo si riconosceva ufficialmente come chedivè in cambio dell'aumento del tributo versato a [[Costantinopoli]]. Un altro firmano cambiò la legge che si limitava a decretare la successione di padre in figlio, aggiungendovi anche quella da fratello a fratello, e un ulteriore decreto del 1873 confermò l'indipendenza di fatto dell'Egitto dall'Impero ottomano.
=== Riforme ===
Una delle sue realizzazioni più significative fu la costituzione di un'assemblea di deputati nel novembre 1866: sebbene avesse funzioni meramente consultive, i suoi componenti ebbero un'influenza notevole sugli affari politici ed economici governativi, dal momento che in essa era predominante la presenza dei capivillaggio (''omda''), che godevano di un grande seguito sul territorio. Ciò fu palese nel 1876, allorché l'assemblea convinse Ismāʿīl a reintegrare la legge (da lui promulgata nel 1871 per incrementare gli introiti monetari statali, ma più tardi revocata) che permetteva di acquisire proprietà fondiarie e altri privilegi fiscali a chi avesse pagato in anticipo le imposte fondiarie di sei anni.
Ismāʿīl cercò di ridurre il [[schiavitù|traffico di schiavi]] e di estendere il ruolo dell'Egitto in Africa. Nel 1874 egli annetté il [[Darfur]], ma la sua espansione in [[Etiopia]] fu bloccata dopo che l'esercito egiziano fu ripetutamente sconfitto dall'imperatore [[Giovanni IV d'Etiopia|Giovanni IV]] (Yohannes IV), prima a Gundat il 16 novembre 1875 e ancorain una voltaseguito a Gura, nel marzo dell'anno seguente.
=== Guerra con l'Etiopia ===
Ismāʿīl sognava di espandere il suo regno su tutto il bacino del [[Nilo]], incluse le varie sorgenti, e sull'intera costa africana del [[Mar Rosso]]. Ciò, insieme a voci circa l'esistenza di ricchezze naturali nel sottosuolo e a terre fertili, lo indusse ad avviare una politica di espansione ai danni dell'[[Etiopia]], governata dall'[[Imperatore d'Etiopia|imperatore]] [[Giovanni IV d'Etiopia|Giovanni IV]]. Nel 1865 la Sublime porta cedette a Ismāʿīl la [[Eyalet di Habesh|provincia di Habesh]] (''Habesh Eyalet''), con [[Massaua]] e [[Suakin]] sul mar Rosso e le principali città di quella provincia; quest'ultima, confinante con l'Etiopia, consisteva essenzialmente soltanto in una striscia costiera, ma il suo retroterra naturale era il territorio controllato dal governo etiopico. Ismāʿīl vi occupò le regioni originariamente reclamate dagli ottomani nel momento in cui essiquando si eranofurono insediati nella provincia (''eyalet'') di Habesh nel [[XVI secolo]]. Furono avviati nuovi progetti economicamente allettantipromettenti, come estesevaste coltivazioni di cotone a Barka. Nel 1872 Bogos (con la sua città di [[Keren]]) fu annessa dal governatore della nuova "provincia del Sudan orientale e della Costa del mar Rosso" [[Werner Munzinger]] [[Pascià]]. Nell'ottobre del 1875 l'esercito del chedivè occupò l'adiacente altopiano di [[Amasien]], all'epoca tributario dell'imperatore d'Etiopia:, ma a novembre fu annientato nella battaglia di Gundet, presso il fiume [[Mareb]]. Nel marzo 1876 soffrì ancora una disfatta drammatica dopo un attacco dell'esercito di Giovanni IV nella battaglia di [[Gura (Eritrea)|Gura]]. Il figlio del chedivè [[Hasan Isma'il Pascià|Ḥasan Ismāʿīl Pascià]] fu catturato dagli etiopi e rilasciato solo dietro un consistente riscatto. Seguì una prolungata "guerra fredda", terminata solo nel 1884 col [[trattato di Hewett]], quando Bogos fu restituita all'Etiopia. La provincia del mar Rosso creata da Ismāʿīl e dal suo governatore Munzinger Pascià fu conquistata di lì a poco dagli [[italia]]ni e divenne la base territoriale della [[colonia eritrea]] (proclamata nel 1890).
=== Canale di Suez ===
Ismāʿīl è strettamente connessolegato con laalla costruzione del [[canale di Suez]]: ne diede il consenso e supervisionò la parte egiziana delladei sua costruzionelavori. Al momento della sua ascesa al trono, rifiutò di ratificare le concessioni alla [[Compagnia del Canale di Suez]] del suo predecessore Saʿīd e la questione fu affidata nel 1864 al giudizio di un arbitrato di [[Napoleone III]], che riconobbe un compenso alla compagnia di 3.800.000 di sterline britanniche per le perdite derivanti dai cambiamenti imposti da Ismāʿīl rispetto al piano originario. Il chedivè allora usò ogni mezzo possibile, grazie al suo indubbio carisma e alle sue spese giudiziose, per rafforzare la sua causa di fronte ai sovrani stranieri e all'opinione pubblica, ottenendoe grandivi successiriuscì grazie al suo indubbio carisma e alle sue spese giudiziose. Nel 1867 visitò Parigi e [[Londra]], dove fu ricevuto dalla [[regina Vittoria del Regno Unito|regina Vittoria]] e dal [[lord mayor]] di Londra; durante il soggiorno in Gran Bretagna passò in rivista la flotta britannica con il [[sultano ottomano]]. Nel 1869 fece un'altra visita al Regno Unito. Quando il canale fu infine inaugurato, Ismāʿīl organizzò una festa senza precedenti, invitando dignitari da tutto il mondo, mentre il [[teatro dell'Opera del Cairo]] veniva inaugurato con la prima mondiale dell'''[[Aida]]'' di [[Giuseppe Verdi]], che doveva esaltare le glorie della civiltà egiziana.
=== Debiti ===
== La rivolta di ʿOrābī Pascià e l'esilio ==
Un simileTale controllo del paese fu avvertito come inaccettabile da molti [[egiziani]], che si unirono sotto il colonnello [[Ahmad Urabi|ʿOrābī Pascià]]: la cosiddetta "rivoluzione di ʿUrābī" incendiò l'Egitto. Sperando che la rivolta potesse liberarlo dal giogo europeo, Ismāʿīl fece poco per contrastare ʿUrābī e cedette alle sue richieste di sciogliere il governo. La Gran Bretagna e la Francia fecero pressioni nel maggio 1879 per far insediare nuovamente i ministri britannici e francese, ma col paese ampiamente sotto controllo di ʿUrābīil il chedivè non era intenzionato ad acconsentire. Gli europei, riuscirono adunque, convincereconvinsero il sultano ottomano a destituire Ismāʿīl, che lasciò la sua carica il 26 giugno [[1879]]. Suo figlio [[Tawfiq Pascià|Tawfīq]], più malleabile, fu nominato suo successore. Ismāʿīl partì dall'Egitto partì alla volta di Resina (l'odierna [[Ercolano]]), dove acquistò e fece restaurare la villa borbonica della Favorita, nella quale risiedette fino al 1885, quando gli fu concesso dal [[sultano ottomano]] di ritirarsi nel suo [[parco di Emirgan|palazzo di Emirgan]], sul [[Bosforo]]. Vi rimase più o meno in condizioni di prigionia dorata fino alla morte.<br />
È sepolto al [[Il Cairo|Cairo]].
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