Crisi del III secolo: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
RevertBot (discussione | contributi)
m Annullate le modifiche di 82.106.40.38 - espressioni offensive - riportata alla versione di 82.54.68.146 datata 18:05, 10 nov 2007
Riga 39:
Sempre più spesso gli ''humiliores'' rinunciavano volontariamente per affidarsi alla protezione dei grandi proprietari terrieri ed evitare inoltre l'arruolamento forzato nell'esercito. I piccoli artigiani e i commercianti liberi delle città, cominciarono a spostarsi verso le grandi proprietà della campagna, alla ricerca di cibo e di protezione. Molti di questi ex abitanti della città, così come molti piccoli coltivatori, furono costretti a rinunciare ai diritti basilari per ricevere la protezione dai grandi proprietari terrieri. Diventarono così una classe di cittadini semi-liberi noti come ''coloni '', legati alla terra e, grazie alle successive riforme imperiali, la loro posizione divenne ereditaria. Ciò fornì un primo modello per la [[servitù della gleba]], che avrebbe costituito la base della [[Feudalesimo|società feudale]] medioevale.
 
==La CULATTONIcrisi urbana==
==
 
L'insicurezza del territorio comportò anche un cambiamento nel carattere delle città: queste si erano ovunque sviluppate nei primi due secoli dell'impero e non avevano particolari esigenze difensive, mentre a partire dal III secolo si iniziò il cambiamento graduale e discontinuo che avrebbe portato dalle grandi città aperte dell'antichità alle più piccole città cinte da mura, comuni nel [[medioevo]]. Particolarmente significativa fu la nuova [[Mura aureliane|cinta muraria]] che l'imperatore [[Aureliano]] fece costruire intorno alla stessa [[Roma]], che dopo molti secoli era nuovamente minacciata dalle incursioni dei barbari. La stessa diminuzione del commercio indirizzava inoltre le città verso un sempre crescente isolamento.