Gemini 11: differenze tra le versioni

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Foto equipaggio
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L'equipaggio di riserva era composto da [[Neil Armstrong]], il comandante della missione di Gemini 8, affiancato da [[William Anders|William Alison Anders]], un astronauta che non aveva ancora volato nello spazio.
 
Svolsero il ruolo di radiofonisti di contatto con la capsula - ([[Capsule Communicator|Capcom]]) [[Clifton Williams]] operante da [[John F. Kennedy Space Center|Cape Kennedy]] durante la fase di lancio, mentre [[John W. Young|John Young]] ed [[Alan Bean|Alan L. Bean]] operavano da [[Houston]], [[Texas]]. Young aveva già svolto due missioni Gemini, mentre Williams e Bean non avevano ancora volato nello spazio, anche se avevano assunto il ruolo di radiofonisti di contatto con la capsula durante più missioni svoltesi in precedenza. Tutto sommato, la squadra poteva essere ritenuta abbastanza esperta.
 
== Preparazione ==
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Il 12 settembre [[1966]] fu finalmente effettuato con successo il lancio del razzo vettore del tipo [[Famiglia di lanciatori Atlas|Atlas]] che portò il satellite ''GATV-11'' (''Gemini Agena Target Vehicle'') in un'orbita intorno alla Terra.
 
Il piano di volo prevedeva che Gemini 11 venisse lanciato esattamente dopo che il satellite avesse effettuato la sua prima [[orbita]] intorno alla [[Terra]]. Tale operazione dovette essere effettuata con talmente alta precisione da consentire un tempo di lancio in un intervallo di soli due secondi. L'operazione riuscì perfettamente ede alle 09:42 - ora locale - il razzo vettore del tipo Titan si levò dalla rampa di lancio. Solo 85 minuti più tardi, cioè con largo anticipo in confronto a precedenti missioni Gemini, Conrad effettuò con successo la manovra di agganciamento all'Agena.
Ovviamente era stato consumato molto meno carburante, e pertanto si potépoterono guadagnare molteplici ulteriori esperienze con agganciamenti effettuati in orbita. Infatti, entrambi gli astronauti poterono pilotare la capsula per agganciarsi e staccarsi al satellite, effettuando tale manovra due volte per ciascuno.
 
[[File:Gemini11 launch1.ogg|thumb|left|upright=1.4|Lancio del Gemini 11]]
La prossima apoteosi programmata per questa missione era l'[[attività extraveicolare]] del pilota Richard Gordon. Come per le precedenti missioni si dovette ben presto constatare che l'effettuazione di lavori indossando la tuta spaziale era molto più difficile e faticoso del previsto. Gordon iniziò a sudare ede in conseguenza la visiera del suo [[casco]] iniziò ad appannarsi, tanto che l'attività extraveicolare dovette essere interrotta prima di quanto previsto. In seguito venne acceso il congegno di [[propulsione spaziale|propulsione]] dell'Agena per 26 secondi. Tale manovra portò Gemini 11 in un'orbita intorno alla Terra alquanto più alta, tanto che venne raggiunto un [[Apogeo (astronomia)|apogeo]] di 1374 chilometri. Il record precedentemente raggiunto dalla missione di Gemini 10 due mesi prima pertanto era stato polverizzato. Tale misura inoltre rimase irraggiunta sino alla missione di [[Apollo 8]], cioè fino al primo volo verso la [[Luna]], ede a parte le missioni Apollo rimane un record di quota tuttora imbattuto per un veicolo con equipaggio umano.
 
Gordon eseguì una seconda attività extraveicolare. In questa occasione non lasciò completamente la navicella spaziale, bensì rimase in piedi nell'abbaino aperto della capsula per fotografare la Terra e le stelle. EseguiEseguì dunque una cosiddetta ''Stand-Up-EVA''. Durante la fase di riposo prevista per questa EVA, si addormentarono sia il comandante Conrad sia il pilota Gordon. Si trattò della prima dormita di due astronauti nel vuoto dello spazio. Questa EVA durò circa due ore e poté essere eseguita, dal punto di vista dell'impegno fisico, in una maniera alquanto migliore della prima di questa missione.
 
Conrad e Gordon eseguirono un'ulteriore manovra di volo che fino a questo momento non era ancora stata testata. Per questo motivo si staccarono nuovamente dallo stadio dell'Agena, rimanendo comunque collegati con questo mediante un cavo di sicurezza della lunghezza di circa 30 metri. Mediante apposite manovre di pilotaggio, gli astronauti furono in grado di far ruotare la coppia di [[veicolo spaziale|veicoli spaziali]] così composta intorno al loro [[centro di massa|centro di gravità]] comune. Pertanto si riuscì a creare per la prima volta una [[forza di gravità]] artificiale direttamente nello spazio. La coppia di veicoli spaziali impegnò circa sei minuti per effettuare una rotazione completa, la micro forza di gravità generata artificialmente comunque fu talmente minima, che i due astronauti non poterono sentirla influente sui loro corpi direttamente. Fu comunque sufficiente per muovere determinati oggetti sospesi nell'abitacolo della capsula.
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La missione fu un pieno successo. La manovra [[rendezvous]] e l'[[aggancio]] avvennero in un tempo record. Inoltre poterono essere guadagnate importanti esperienze per future manovre di questo tipo. Pure i cambiamenti di traiettoria mediante l'utilizzo della spinta dell'Agena riuscirono senza incontrare problemi e l'orbita raggiunta, alquanto più alta delle precedenti, non significò semplicemente un nuovo record, bensì diede importantissimi risultati scientifici.
 
I problemi maggiori furono incontrati durante le attività extraveicolari. L'esperienza di Gordon fu la semplice conferma di quanto precedentemente constatato da Cernan e Collins: anche il maneggio delle cose più semplici può diventare problematico in assenza di forza di gravità. Inoltre si prevedeva che la [[tuta spaziale]] ede i rispettivi sistemi di sopravvivenza non fossero idonei, concepiti in maniera insufficiente, per essere impegnati durante un volo verso la [[Luna]] e pertanto necessitavano di ulteriore perfezionamento.
 
Il [[programma Gemini]] volgeva verso la fine. Un'ultima missione, programmata due mesi più tardi, doveva portare a termine tale progetto spaziale.