Guerra della Lega di Cambrai: differenze tra le versioni
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Nel periodo immediatamente successivo alla [[prima guerra italiana]], [[Papa Alessandro VI]] aveva esteso, con l'aiuto francese, il controllo papale ben oltre l'Italia centrale conquistando così la Romagna.<ref>{{cita|Mallett e Shaw, 2012|pp. 56-57|Mallet&Shaw}}.</ref> [[Cesare Borgia]], in qualità di [[Gonfaloniere della Chiesa|Gonfaloniere degli eserciti papali]], aveva espulso i [[Bentivoglio (famiglia)|Bentivoglio]] da [[Bologna]], che avevano governato come [[feudo]], e si avviava verso la creazione di uno stato permanente governato dai [[Borgia]]<ref>{{cita web|url=http://www.castelbolognese.org/cessione.htm|titolo=La Cessione Di Castel Bolognese A Cesare Borgia|autore=Paolo Grandi|sito=castelbolognese.org/|accesso=21 giugno 2019}}</ref> quando Alessandro morì il 18 agosto 1503.<ref>{{cita|Norwich, 1989|p. 390|Norwich, 1989}}.</ref>
Sebbene Cesare Borgia avesse a disposizione per sé stesso il rimanente tesoro papale, non riuscì a difendere [[Roma]] quando gli eserciti francesi e spagnoli conversero sulla città con l'intento di influenzare il [[conclave|conclave papale]]; l'elezione di [[Papa Pio III]], cui succedette quasi immediatamente [[Papa Giulio II|Giulio II]], privò il Borgia dei suoi titoli e lo declassò a comandante di una compagnia di fanteria.<ref>{{cita|Guiccardini|libro VI, pp. 102-109}}.</ref> Percependo la forte debolezza del Borgia, i signori spodestati della Romagna offrirono di sottomettersi alla Repubblica di Venezia a condizione di riavere i loro antichi
Giulio II, dopo essersi assicurato il pieno controllo sull'esercito papale arrestando e imprigionando Cesare Borgia, si mosse velocemente per ristabilire la sovranità pontificia sulla Romagna. Il pontefice non volle però arrivare a una drastica rottura con l'unica potenza italiana uscita indenne dalle recenti guerre e cercò una soluzione diplomatica, chiedendo a Venezia la restituzione delle città romagnole conquistate.<ref>{{cita|Shaw, 1993|pp. 127–132, pp. 135–139|Shaw, 1993}}.</ref> La Repubblica di Venezia, nonostante fosse disposta a riconoscere la sovranità papale sulle città portuali lungo la costa pugliese e a concedere un tributo annuale a Giulio II, si rifiutò di abbandonare tali città.<ref>{{cita|Mallett e Shaw, 2012|p. 85|Mallet&Shaw}}.</ref> Il rifiuto della Repubblica spinse il pontefice a formare una coalizione antiveneziana insieme con la Francia (interessata a recuperare le terre milanesi occupate da Venezia) e con il Sacro Romano Impero (il cui obiettivo era conquistare le città di [[Verona]], [[Vicenza]], [[Padova]] e [[Treviso]]). La triplice alleanza fu siglata il 22 settembre [[1504]] a [[Blois]] in Francia, nell'ambito [[Trattato di Blois|di un trattato]] nel quale ufficialmente si discuteva della situazione dei [[Paesi Bassi]], ma segretamente si era decisa la fine dell'orgogliosa Repubblica e la spartizione dei suoi territori. Il trattato di Blois non condusse per il momento a un conflitto, sia perché Venezia accettò di trattare con il pontefice (cedendogli nel [[1505]] alcune città minori della Romagna)<ref>{{cita|Norwich, 1989|p. 392|Norwich, 1989}}.</ref>, sia perché Giulio II riteneva di non possedere forze sufficienti per combattere la Repubblica; per i successivi due anni si occupò quindi di riconquistare Bologna e [[Perugia]] che, poste tra lo Stato Pontificio e il territorio veneziano, avevano nel frattempo assunto uno ''status'' di quasi indipendenza.<ref>{{cita|Guiccardini|libro VII, pp. 174-175}}.</ref>
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[[File:Albrecht Dürer 083.jpg|miniatura|sinistra|Ritratto dell'Imperatore [[Massimiliano I d'Asburgo]] di [[Albrecht Dürer]]]]
Nel febbraio del 1508, [[Massimiliano I d'Asburgo|Massimiliano d'Asburgo]], usando come pretesto il viaggio a Roma per l'[[incoronazione]] imperiale, chiese di attraversare il territorio veneziano,
Venezia, senza attendere oltre, fece marciare sul posto un esercito di {{formatnum:2000}} uomini, di stanza nelle caserme di [[Bassano del Grappa]] e guidato da [[Bartolomeo d'Alviano]], allo scopo di prendere alle spalle gli imperiali quando ormai ci si trovava in pieno inverno e con la neve alta. Con uno stratagemma i veneziani tesero un'imboscata all'esercito asburgico facendolo uscire dal [[Castello di Pieve di Cadore|Castello di Pieve]] per poi, nella famosa [[Battaglia di Cadore|battaglia di Rusecco]] del 2 marzo 1508, sterminarlo. Un secondo assalto portato avanti da una forza [[Contea del Tirolo|tirolese]] diverse settimane più tardi si concluse con un fallimento ancora più ampio: Alviano non solo sconfisse l'esercito imperiale, ma conquistò anche [[Trieste]], [[Pordenone]] e [[Fiume (Croazia)|Fiume]], costringendo Massimiliano a una tregua con Venezia.<ref name="Norwich-393"/><ref name=Pellegrini115-116/> Mortificato dall'onta della grave sconfitta, Massimiliano andò in cerca di [[Luigi XII di Francia]] allo scopo di accordarsi per un'alleanza in chiave anti veneziana.<ref name=Pellegrini116>{{cita|Pellegrini, 2009|p. 116}}.</ref>
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