Abate laico: differenze tra le versioni
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Questa usanza dei governatori Merovingi fu presa come un precedente dai re franchi per ricompensare i laici con le abbazie, o darle ai vescovi ''[[in commendam]]''. [[Carlo Martello]] fu il primo a conferire una vasta proprietà ecclesiastica esistente a laici, amici politici e soldati.<ref name=":0" /> Il vescovo di Magonza [[Bonifacio (vescovo di Magonza)|Bonifacio]] e più tardi [[Incmaro di Reims]] cercarono di arginare la conseguente perdita di autorità della Chiesa, e anche se Bonifacio tentò di riformare la Chiesa franca, la pratica di conferire abbazie ad abati secolari non fu abolita.
[[Carlo Magno]] inoltre dava frequentemente proprietà della Chiesa, e talvolta abbazie quando concedeva un feudo. L'[[abbazia di
[[Ludovico il Pio]] aiutò [[Benedetto d'Aniane]] nel suo tentativo di riformare la vita monastica. Al fine di realizzare ciò fu necessario ripristinare la libera elezione degli abati, come pure la nomina di monaci irreprensibili come capi delle case monastiche. Sebbene Ludovico condividesse questi principi continuò a conferire abbazie ai laici e i suoi figli lo imitarono.<ref name=":0" /> Sebbene non fosse un chierico, [[Eginardo]] fu abate del monastero di San Bavone in [[Gand|Ghent]] e alla sua fondazione di quello di [[Michelstadt]].<ref>{{Cita web|url=https://books.google.it/books?id=SO9Zkm8zdSAC&pg=PA37&lpg=PA37&dq=Lay+abbot&source=bl&ots=ndueV8IjIc&sig=K90va2Pe3GWRQTqrr-jw4lKe-DI&hl=en&sa=X&redir_esc=y#v=onepage&q=Lay%20abbot&f=false|titolo=Lay Intellectuals in the Carolingian World|cognome=Ganz|nome=David|editore=Cambridge University Press|data=2007|lingua=inglese}}</ref>
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