Pitigrilli: differenze tra le versioni

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Negli anni dell'immediato dopoguerra la sua popolarità diminuì radicalmente a causa delle rivelazioni sul suo ruolo di confidente dell'[[OVRA]], anche dopo le [[Leggi razziali fasciste|leggi razziali]] (tentò inutilmente anche di essere "[[Leggi_razziali_fasciste#Applicazione_delle_leggi_razziali|arianizzato]]" dal [[Tribunale della razza]]), che gli fecero guadagnare la riprovazione e il disprezzo dell'opinione pubblica<ref>{{cita news|[[Nello Ajello]]|http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1999/11/13/pitigrilli-pentimenti-di-una-spia.html|Pitigrilli i pentimenti di una spia|la Repubblica|13 novembre 1999}}</ref>. Nel primo elenco di 620 informatori segreti dell'OVRA pubblicato sulla ''[[Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana|Gazzetta Ufficiale]]'' il 2 luglio [[1946]]<ref>Enzo Magrì, ''op.cit.'', p. 206.</ref> vi era infatti il nome di Dino Segre, con un compenso di 5.000 lire al mese, cifra decisamente considerevole per l'epoca.<ref name=":2">{{Cita libro|nome=Domenico|cognome=Vecchioni|titolo=Le spie del fascismo|url=https://books.google.it/books?id=hjgECwAAQBAJ&pg=PT83&dq=%22agente+373%22&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiqltzapMTmAhVH4qQKHe0fCToQ6AEIODAC#v=onepage&q=%22agente%20373%22&f=false|accesso=2019-12-20|data=2015-11-25|editore=Youcanprint|lingua=it|ISBN=978-88-9321-679-1}}</ref> Nel saggio che [[Umberto Eco]] gli ha dedicato, intitolato ''L'uomo che fece arrossire la mamma'' (oggi raccolto ne ''[http://www.lanavediteseo.eu/item/il-superuomo-di-massa/ Il superuomo di massa]''<ref>{{Cita libro|cognome=Eco, Umberto.|titolo=Il superuomo di massa|url=http://worldcat.org/oclc/443701691|accesso=2019-12-20|data=1978|editore=Tascabili Bompiani|OCLC=443701691}}</ref>), l'autore sottolinea come, nel giudizio su Pitigrilli, l'influenza negativa della sua vicenda politica e umana sia tale da aver offuscato, mettendola in secondo piano, l'innegabile originalità e validità della sua opera letteraria<ref>Umberto Eco, "Pitigrilli: l'uomo che fece arrossire la mamma", in ''Il superuomo di massa. Retorica e ideologia del romanzo popolare'', Bompiani, Milano, 2001, pp. 115-143.</ref>. Sia Pitigrilli che la moglie e il figlio hanno sempre sostenuto la falsità delle accuse, secondo loro dovute alla poca simpatia come intellettuale e come persona che riscuoteva dagli ambienti antifascisti, che lo avevano subito sospettato anche prima che li frequentasse.<ref name=":0" /><ref name=":3"/>
 
Di grande rilevanza, a detta dello stesso Pitigrilli, fu il suo tardivo avvicinamento alla [[Chiesa cattolica|fede cattolica]], evento di cui parla nel volumetto ''La Piscina di Siloe'', edito nel [[1948]],<ref name="morto" /> ripercorrendo le tappe del proprio percorso culturale e raccontando di come, passo dopo passo, partendo dall'[[ateismo]] e dall'indifferenza, attraverso varie esperienze in ambito [[Spiritismo|spiritico]] e [[Medium (paranormale)|medianico]]<ref name="morto" />, frequentando anche il noto [[sensitivo]] torinese [[Gustavo Rol]], sia giunto ad una svolta nella propria vita e nei propri convincimenti, che l'hanno portato a convertirsi abbracciando infine il [[Chiesa cattolica|credo cattolico]]. A seguito della conversione, Pitigrilli rinnegò le sue prime opere, ritirando dal commercio le copie residue e vietandone la ristampa.<ref name="siloe1"></ref>
 
Nel [[1948]] si trasferì in [[Argentina]]<ref name="morto" />, rimanendovi per dieci anni, forse aiutando [[Evita Perón]] nella redazione finale del suo celebre testo ''La razón de mi vida'', e scrivendo sul giornale [[Peronismo|peronista]] ''La Razón''.<ref name=segrebruno/> Rientrato in Europa, si stabilì a Parigi, tornando di tanto in tanto in Italia per trovare la famiglia, che era rimasta a Torino. Fu proprio nella sua casa torinese che, l'8 maggio [[1975]] (giorno antecedente il suo ottantaduesimo compleanno), lo colse la morte<ref name="morto" />.