Eccidio di Codevigo: differenze tra le versioni

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Le vicende giudiziarie: Precisazione su autori della strage di Pedescala
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I Comandi della 28ª e del "Cremona" non furono mai soggetti a procedimenti penali poiché i fatti si svolsero al di fuori e contro gli ordini da loro emanati e "a loro insaputa"<ref>(fonti: "Corriere della Sera" 23/09/1990; "Il Resto del Carlino -Ravenna 12/09/1990; Rapporto Carabinieri di Padova 21/09/1990)</ref> (anche se la strage si svolse nell'arco di un mese e mezzo). Sergio Bozza nel suo testo "90 uomini in fila allineati sul mirino della «37»", pubblicato nella collana revisionista Nargre da Greco & Greco, sostiene senza fornire documentazione che all'eccidio, avvenuto in varie località in prossimità di [[Codevigo]], parteciparono elementi provenienti dalle formazioni partigiane locali, elementi provenienti dalla [[28ª Brigata Garibaldi "Mario Gordini"]], militari inquadrati nel [[gruppo di combattimento "Cremona"]], unità dell'esercito italiano alle dipendenze dell'VIII armata Britannica, sotto il cui comando era anche la [[28ª Brigata Garibaldi "Mario Gordini"]], comandata da [[Arrigo Boldrini]]<ref>G. Stella, "Ravennati contro"</ref>. Nell'atto della Prefettura di Padova del 25 maggio 1945 oltre all'attribuzione certa di alcune esecuzioni a militari del "Cremona"<ref name="ReferenceA">Fonti: Archivio di Stato di Padova.</ref> (Corinna Doardo, Bubola Mario o Ludovico) si comunicò che la Polizia Alleata aveva deciso di disarmare i militari del "Cremona" presenti a Codevigo<ref name="ReferenceA"/>. Il territorio era stato occupato dalla [[28ª Brigata Garibaldi "Mario Gordini"|28ª]] Garibaldi, da varie formazioni partigiane venete e dai reparti del "Cremona" e l'azione di polizia e d'ordine pubblico era svolta dal [[CLN]] locale<ref>Fonti: atti processuali Tribunale di Rimini proc. pen. 2/96 R.G.</ref>.
 
Si tratta secondo la vulgata revisionista di uno degli episodi più gravi tra quelli avvenuti nell'Italia nordorientale nei giorni a cavallo della [[resa di Caserta|resa]] incondizionata in Italia delle forze tedesche e fasciste repubblicane, effettiva a partire dal 3 maggio [[1945]]. Nella sola zona di [[Treviso]] furono almeno 630 le esecuzioni ad opera dei partigiani nei confronti dei fascisti arresi ed altre 391 nella zona di Udine<ref>[[Bruno Vespa]], ''Vincitori e vinti'', [[Arnoldo Mondadori Editore]], [[Milano]] 2006, pag.184</ref>. In quei giorni, a guerra finita, furono operati eccidi e stragi da parte di reparti dell'esercito tedesco in ritirata a [[Eccidio di Schio|Schio]], Pedescala di [[Valdastico]] (a seguito della strage operata il 1 maggio 1945, a guerra finita, da reparti dell'esercito tedesco in ritirata), Castel di Godego di Treviso, Saonara e Saccolongo di Padova<ref>Fonti: "Storia della resistenza italiana" di Roberto Battaglia, Einaudi 1953, pagina 570. Marco Rossi "Il caso Codevigo".</ref>.
 
== Le vittime della strage ==