Corrado Corelli, figlio del pittore [[Augusto Corelli]] e di Emilia Eugenia Meddi, nacque a Roma il 19 agosto del 1884 ma erroneamente viene spesso indicato come suo luogo di nascita Anticoli Corrado.
Scultore, apprese i primi rudimenti del disegno dal padre e in seguito divenne allievo dello scultore Eugenio Maccagnani.
In gioventù fu assistente dell'artista Giulio Aristide Sartorio.
Con il fratello, anch'egli sportivo, furono ingaggiati dalla società calcistica della [[Club Sportivo Virtus|Virtus]] nel [[1906]]. Nel giugno [[1908]], [[Sante Ancherani]] convinse Corrado e suo fratello a lasciare la Virtus per accasarsi alla [[Società Sportiva Lazio]]. ▼
Si dedicò prevalentemente alla piccola scultura. A partire dalla fine degli anni trenta del xx secolo iniziò a creare opere in oro, argento e rame con la tecnica dello sbalzo. Più tardi si specializzò nella gioielleria artistica realizzando lavori per una clientela italiana ed internazionale. Ebbe commissioni pubbliche e private in cui dimostrò capacità espressive di livello. Suoi gli arredi sacri della chiesa di San Benedetto a Pomezia.
▲ConPer ilquanto fratello,riguarda anchl' egliattività sportivosportiva, insieme al fratello Filiberto, furono ingaggiati dalla società calcistica della [[Club Sportivo Virtus|Virtus]] poco dopo la sua fondazione avvenuta nel [[1906]]1903. Nel giugno [[1908 |1907]], [[Sante Ancherani]] convinse Corrado e suo fratello a lasciare la Virtus per accasarsi alla [[Società Sportiva Lazio]] in occasione del primo torneo calcistico interregionale che si disputerà a Pisa.
Corrado restò a disposizione della squadra biancoceleste fino al [[1922]], con un'interruzione dovuta allo scoppio della [[grande guerra]] e giocando le ''[[Finalissima|finalissime]]'' del campionato di calcio nel [[1913]] e [[1914]].
PartitoMilitare di complemento, partirà per la [[ grande guerra]] con il grado di sottotenente dell'[[82º Reggimento fanteria "Torino"|81º fanteria brigata Torino]], tornòtornando con il grado di maggiore e con una medaglia d'argento al valor militare ottenuta per l'eroico comportamento avuto durante un'azione bellica e due di bronzo.<Ref> Nel giugno del [[1916]], infatti, dal Quartier Generale del regio esercito riceve la motivazione della consegna della medaglia con il seguente dispaccio: "Medaglia d'argento al capitano di Fanteria Corrado Corelli. Preparava con intelligenza e dirigeva con slancio e valore l'azione della sua compagnia all'attacco di una trincea fortemente difesa dal nemico. Conquistatala dopo violento corpo a corpo, la rafforzava in modo da renderne sicuro il possesso. Respingeva quindi un violento contrattacco avversario. Esempio costante di mirabile calma e valore. Monfalcone, giugno 1916".</Ref>
In seguito partecipò alla [[Marcia su Roma]] nel [[1922]], ma la sua adesione al Fascismo fu breve.
Si dedicò alla scultura con impegno e la creazione plastica divenne il suo mestiere. Ebbe commissioni pubbliche e private in cui dimostrò capacità espressive di livello.
Allo scoppio della [[Seconda guerra mondiale]] fu richiamato alle armi con il grado di [[tenente colonnello]],; fu assegnato al comando delle tradotte che portavano truppe ed equipaggiamenti sul fronte russo. Narrò<Ref> Dal libro "Nel nido dell'Aquila di Emilia Corelli. Eraclea Edizioni 2012"</Ref> che spesso il suo treno sostava in territorio polacco e incrociava treni merci blindati scortati dalle SS. I carri contenevano civili stipati fino all'inverosimile e non ne comprendeva la ragione. UnSupponeva giornoche andassero verso campi di lavoro. Anche a lui, incuriositosebbene aprìufficiale unsuperiore, sportellonon era consentito dalle sentinelle tedesche di scendere dal suo treno e avvicinarsi a quello in sosta. Un giorno vide una scena che immortalò, in un disegno, che èoggi conservato al [[Museo dell'Olocausto]] di New York. Solo a fine conflitto verrà a scoprire la verità su quei convogli che avevano come destinazione i campi di concentramento. Successivamente Corrado fu trasferito all'ufficio censura militare di [[Firenze]]. Dopo l'armistizio rifiutò ogni collaborazione con i tedeschi e fece ritorno a [[Roma]], tornando al suo lavoro di scultore.
Nel dopoguerra la sua scultura virò verso la tecnica dello sbalzo e misedell'oreficeria mettendo in luce una rinnovata eleganza e una raffinatezza estrema,. tanto da essere spesso richiesto da importanti case di creazioni di gioielli per eseguire diversi apprezzatissimi e costosissimi lavori.
Muore dopo una breve malattia al [[Policlinico Umberto I]] di [[Roma]] ed è sepolto al [[Cimitero Flaminio]].
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