|Nazionalità = italiano
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Nella sua vita, orientata verso la difesa dei diritti umani, le sue scelte, la sua azione politica, l'esercizio stesso della sua professione d'ingegnere, rivolti sia alla salvaguardia chesia al progresso, furono ampiamente dedicati al sostegno e allo sviluppo della Sardegna.
==Biografia==
Davide Cova nacque a [[Cagliari]], il 27 giugno [[1891]], fu ingegnere, giornalista e uomo politico. Trascorse l'infanzia, l'adolescenza e parte della giovinezza nella sua città natale. Viaggiò in varie parti d'Italia e all'estero. Dopo la morte del padre, fu incoraggiato dalla madre a continuare gli studi alla Regia Facoltà di Matematica di Cagliari, dov'era apprezzato dai suoi insegnanti, scienziati di fama come Domenico Lovisato di Mineralogiamineralogia, e [[Antonio Fais]] di Calcolocalcolo infinitesimale.
Continuò gli studi a [[Milano]], al [[Politecnico di Milano|Regio Istituto Tecnico]] o Politecnico, laureandosi in ingegneria industriale nel [[1914]], conseguì il diploma in [[architettura]] e vari titoli di specializzazione. Ideologo e fondatore, nel primo periodo del [[XX secolo]], del Movimento per la rinascita della [[Sardegna]], definito anche "Rinascimento sardo", sorto per favorire il superamento dello stato di disagio del popolo sardo da secoli oppresso, fondò a Cagliari il giornale "Sardegna" con [[Attilio Deffenu]].
Partecipò a Milano a movimenti per i diritti umani. Dopo la Primaprima Guerraguerra Mondialemondiale fondò a Cagliari i giornali "Il Popolo Sardo" e "Il Solco". Nella Piazzapiazza Martiri aprì uno studio d'ingegnere in società con un altro, realizzando progetti per privati a Cagliari e altrove. Collaborò alla risistemazione dell'Orto Botanico di Cagliari. Partecipò ad alcune iniziative della Società Ginnastica "Amsicora" di Cagliari; prima come atleta e successivamente istruttore tecnico di nuoto e atletica. Dopo la laurea in ingegneria realizzò strutture per la pratica sportiva e progettò lo Stadio Amsicora, a Cagliari, nei terreni dell'ex colonia penale di San Bartolomeo. Realizzò la fiera di maggio del 1921 collaborando col cavalier Guido Costa ([[Fiera della Sardegna]]) e nel luglio dello stesso anno, col pittore Felice Melis Marini, la prima mostra d'arte sarda a Cagliari. Ideatore di un partito di sostegno alla Sardegna, sostenitore dell'autonomia e della valorizzazione e diffusione della cultura si batté durante tutta la sua vita per la causa di un riscatto della Sardegna. Nel 1920 insegnò calcolo infinitesimale alla Facoltà di matematica di Cagliari. Nell'Aprileaprile del 1921 fondò da Oristano il [[Partito sardoSardo d'azioneAzione]] con Emilio Lussu, [[Camillo Bellieni]] ede altri compagni.
Nell'ottobre del 1921 fu aggredito da squadracce, fu accusato ingiustamente, la sede de "Il Solco" fu distrutta e il giornale bruciato in piazza. Ferito, riuscì a fuggire e ada imbarcarsi su un cargo, unico mezzo in partenza, alla Darsena di Cagliari. Si ritrovò in Tunisia. Dopo mesi, rientrato in Italia partì per Milano dove visse, sotto il falso nome di Francesco Floris, lavorando in un' officina. Accusato ingiustamente fu assolto.
Rientrò nel 1923 e partecipò a un concorso per l'incarico di ingegnere-capo dell'Ufficio tecnico del Municipio di Oristano. Si stabilì ada Oristano dove realizzò varie opere importanti per la Cittàcittà .
Progettò edifici, trasformazioni fondiarie agrarie in varie parti dell'Isolaisola e bonifiche nel [[Campidano]] di Oristano. Nel 1925 fu inaugurata la Scuola Dd'Artearte Applicataapplicata di Oristano che aveva contribuito a fondare con gli artisti Francesco Ciusa e Carmelo Floris. Nel 1928 si sposò con un'insegnante, Maria Rosa Fara ed ebbe sei figli. Per non aver ritirato la tessera del Pnf[[Partito Nazionale Fascista]] fu privato del posto di lavoro nel 1929. La scuola d'arte fu chiusa. Luie lui fu considerato come persona da sorvegliare.
Dopo la caduta del fascismo fu sindaco di Oristano lavorando incessantemente per il benessere della popolazione in quegli anni di guerra. I bombardamenti a Cagliari distrussero gran parte della città compreso il negozio di ottica materno. A Oristano non fecero particolari danni, ma la vita non era facile. Riprese l'attività nel PsdaPSd'Az, organizzò il primo congresso e collaborò alla stesura dello statuto regionale. Morì ada [[Oristano]], sul treno per Cagliari il 9 maggio [[1947]].
== L'azione politica e sociale ==
Il malessere generale contribuiva ad alimentare ancor più conflitti e faide all'interno delle comunità, specialmente nello zone che restavano maggiormente isolate per la scarsa viabilità.
Davide Cova desiderando una società più giusta fondò tra il 1909-1910 un movimento politico, in parte d'ispirazione Mazzinianamazziniana, il "Movimento Sardo" definito "rinascimento sardo" che iniziava la sua azione col promuovere nei sardi la consapevolezza dell'[[Identità nazionale|identità]], il senso del valore della propria cultura, l'amore per la propria terra devastata anche dal disboscamento, voluto prima dal [[Cavour]] ede ancora attivo per la carbonizzazione dei restanti boschi.
Nello stesso periodo, sempre a Cagliari, fondò con Attilio Deffenu il giornale "Sardegna" illustrato dal pittore Mario Delitala, che intendeva portare avanti gli ideali del Movimento Sardo, in particolare: liberare la Sardegna dal [[protezionismo]] che favoriva le fabbriche del Nord ede impediva qualsiasi attività all'imprenditoria locale sarda, promuovere l'arte e l'espressione nelle sue varie forme, quali mezzi importanti per comunicare, educare, produrre, sviluppare una maggior coscienza politica tra i sardi. Davide Cova bussò alle porte di ministri e uomini di potere per far conoscere la situazione della Sardegna.
Si recò anche dal ministro [[Giovanni Giolitti]] al quale presentò una dettagliata relazione sui problemi Isolaniisolani; dal Ministro ebbe in risposta la promessa del suo intervento a sostegno della Sardegna "purché s'approntassero progetti di una certa entità di cui il territorio abbisognava e per i quali sarebbero occorsi capitali pubblici e privati". Nel [[1911]] in Sardegna iniziarono i lavori per la costruzione delle centrali elettriche sul fiume [[Tirso (fiume)|Tirso]] e sul [[Coghinas]].
Davide Cova aderì a movimenti culturali e per le conquiste dei diritti umani; collaborò al "Movimento per il suffragio universale" e per i Diritti dei Lavoratori, fu impegnato per il [[Mezzogiorno (Italia)|MeridioneMezzogiorno]] e diede sostegno al nascente in Italia "Movimento per la Liberazione della Donna" specialmente dopo la legge elettorale sul [[suffragio universale]], approvata nel [[1913]], che escluse totalmente le donne dal diritto di voto.
In conseguenza della lentezza di risposte da parte del Ministero, si recò a [[Roma]] con altri esponenti del Movimento Sardo, tra cui Deffenu e Sanna, per protestare contro le inadempienze e la noncuranza nei confronti dell'Isolaisola. Ricevuti da rappresentanti del Ministero, i delegati ottennero alcune promesse, vanificate negli anni successivi. Dovunque a Milano erano scontri e tafferugli, tra interventisti e non interventisti, comizi che sfociavano in risse e finivano con l'intervento della polizia.
Davide Cova non era favorevole all'intervento, ritenendo più saggia la soluzione diplomatica, pensando alle future conseguenze che avrebbero portato ada interrompere il nuovo discorso da portare avanti, in Sardegna e nel resto d'Italia, le nuove idee in molti campi, sia sociali chesia economici. Non dello stesso avviso Deffenu il quale fu tra coloro che si lasciarono affascinare dall'idea interventista e nonostante avesse problemi di salute, dichiarò di volersi arruolare volontario e mise la sua firma in un proclama. Ai primi di luglio del [[1915]] i coscritti partivano per combattere: era scoppiata la [[Primaprima guerra mondiale]].
Verso la fine del [[1918]] Davide Cova fondava a Cagliari, con alcuni studiosi, Egidio Pilia, Filiberto Farci e Caddeo, il giornale "Il Popolo Sardo" per continuare a promuovere la valorizzazione del patrimonio culturale, la diffusione della cultura, lo sviluppo dell'agricoltura e la conquista dell'autonomia isolana. La guerra aveva portato alla Sardegna nuovi problemi; molti giovani erano morti in combattimento, tra cui Attilio Deffenu e dodici atleti della "Società Ginnastica Amsicora" di Cagliari che si era distinta riportando con Loi nel 1912 l'oro alle Olimpiadi.
== La nascita del Partito Sardo Dd'azioneAzione ==
Nel [[1919]], cessata la pubblicazione a Cagliari de "Il Popolo Sardo", Davide Cova fondava il periodico "Il Solco" dove venivano ancora riespressi i motivi della necessità di un'amministrazione autonoma tenendo conto dei problemi derivati dalla situazione geografica isolana,distaccata e poco collegata col resto d'Italia. L'intento era pure quello di rafforzare e promuovere l'azione dei sardi nei vari campi della cultura, del lavoro, dell'arte e di fondare un vero e proprio partito di sostegno alla causa sarda. Radunati per tutta la Sardegna numerosi sostenitori, con anche la presenza dei reduci della Primaprima guerra mondiale, scontenti e demoralizzati per aver perso i compagni, (anche Davide Cova aveva perso molti amici tra cui 12 atleti dell'Amsicora di Cagliari e il suo compagno di lotta nel movimento fin dalle origini Attilio Deffenu, avv sindacalista a Milano, mentre lui nella stessa città era studente al Politecnico) perso il lavoro, abbandonato gli studi, fondava tra il 1920 e il [[1921]] il [[Partito Sardo d'Azione]], con Emilio Lussu Camillo Bellieni e altri .
L'amicizia di Davide Cova con Lussu risale agli anni prima della guerra, poi consolidatasi quando dal 1919 Lussu con [[Pietro Mastino]], entrambi giovani avvocati, andarono ad abitare a Cagliari nella Piazzapiazza Costituzione, a poca distanza dal suo studio d'ingegnere nella Piazzapiazza Martiri.
Le nuove idee del Movimento sardo diffuse dai giornali" "Il Popolo Sardo" e Il Solco" che promuovevano un nuovo modo di affrontare i problemi atavici dell'Isola attirarono l'attenzione degli intellettuali sardi nella Cagliari, da sempre, luogo d'afflusso di studenti e professionisti isolani, divenuta in questo periodo punto d'incontro di molti. Alle elezioni del 1920 il successo si ebbe con quattro parlamentari sardi in Parlamento e dovunque nell'Isola si osservò una rinata fiducia. Nei congressi di quegli anni Davide Cova definiva la Sardegna: "Cuore del Mediterraneo" per la sua centralità geografica nel mare e sosteneva la necessità di creare infrastrutture strade e porti per rendere più facili i collegamenti.
AdA [[Oristano]] nel 1920 definì la città "Cuore dell'Isola", per la sua posizione di quasi equidistanza dagli altri centri, e per la sua funzione simbolica in quanto patria della Giudicessagiudice [[Eleonora D'Arborea]], la promulgatrice del primo codice di leggi sardo. Preparato lo Statuto, l'anno dopo, ada Oristano, nel congresso del 17, 18 aprile del 1921 il Partito Sardo Dd'azioneAzione nacque ufficialmente. Quindi sulle linee fondamentali del programma tracciate in precedenza, continuando l'opera pedagogica e divulgativa dell'idea autonomista, il Partito andava ada organizzarsi con diverse sezioni nell'Isola, registrando tra gli iscritti anche la maggior parte degli ex combattenti sardi guidati da Lussu, Bellieni e altri ex combattenti.
Il successo del Partito Sardo suscitò l'antagonismo dei raggruppamenti fascisti che dal 1919 andavano costituendosi in tutta la Sardegna e in particolare a Cagliari, dove Davide Cova fu aggredito da un gruppo di squadracce armate. Ferito, riuscì a sfuggire agli aggressori e nascondersi, a curarsi con acqua e aceto; fu poi informato che, con false accuse intendevano farlo arrestare. Le squadracce erano diventate attive sopratuttosoprattutto a Cagliari e nell'Iglesiente, sostenute dalla propaganda che in loro favore faceva, in quel periodo, qualche periodico ma anche il quotidiano locale: praticavano lo scontro fisico con l'avversario politico, ne distruggevano le sedi denunciate come luogo di riunione di sovversivi.
I Sardisti, in particolare, erano apertamente accusati di voler distruggere l'unità nazionale: il giornale "Il Solco" fu bruciato in piazza, la sede distrutta e Davide Cova scampato all'arresto, riuscì a mettersi in salvo: fuggì prima a Tunisi, poi a Milano. Rientrato in Sardegna nel 1923 si trasferì ada Oristano dove prese la residenza, superato un concorso al posto di ingegnere-capo dell'Ufficio tecnico municipale. In realtà non aveva collaboratori ma si ritrovò a dover realizzare molte opere necessarie alla Città città: l'acquedotto (per il quale fece studi sull'acquedotto delle [[Puglie]], allora il più grande ed efficiente d'Europa), il caseggiato della scuola elementare, i giardini pubblici, il monumento ai Caduti, numerosi edifici, aziende agricole, opere di bonifica e di trasformazione fondiaria, ecc. Nel 1929 fu allontanato dall'incarico per non aver ritirato la tessera del PnfPNF.
==La Scuola Dd'Artearte Applicataapplicata di [[Oristano]] e un progetto urbanistico-modello per l'Isolaisola==
Nel 1923 ada Oristano, Davide Cova progettò, l'edificio della scuola elementare e la Scuola d'Artearte applicata, per l'insegnamento artistico di pittura, ceramica, scultura ede altre attività artistiche ede artigianali. Eseguì quest'ultima opera su una struttura preesistente in stato di abbandono, ristrutturandola, ampliandola e dotandola delle aule necessarie, delle fornaci per la cottura dei manufatti d'argilla ede attrezzature per gli insegnamenti delle diverse materie, tra cui erano comprese, oltre alle arti grafiche (disegno, decoro, stampa, pittura), la lavorazione artigianale artistica del legno, del ferro e di altri materiali.
Nella Scuolascuola, giunsero, da lui invitati a prestarvi insegnamento, gli artisti sardi migliori del periodo, suoi amici da molti anni tra cui lo scultore ceramista [[Francesco Ciusa]], i pittori [[Felice Melis Marini]], Antonio Ballero, [[Mario Delitala]], il decoratore, incisore, arredatore Gaetano Ciuffo, i pittori [[Carmelo Floris]], [[Giuseppe Biasi]], [[Filippo Figari]] bravi artigiani del legno e del ferro, mentre lui insegnava elementi d'architteturaarchitettura e disegno.
La [[Scuola Dd'arte Applicataapplicata]] di Oristano, inaugurata ufficialmente dalle autorità nel 1925, forniva ai giovani preparazione e competenza artistica ma anche cultura generale ed era il centro per la nascita di nuove idee, utili per le attività artigianali ede industriali.
Ben presto se ne videro i risultati ede aumentarono le iscrizioni di allievi e le commesse di lavoro. La scuola faceva parte di un progetto molto ampio che l'ingegner Cova aveva preparato per Oristano, ma che nelle sue intenzioni costituiva un modello da estendere adeguatamente nell'Isolaisola: si trattava di un piano regolatore per Oristano ede i paesi limitrofi che prospettava la nascita del porto nell'ampio [[Golfogolfo di Oristano]], e quella di un borgo nella marina della Gran Torre (oggi [[Torregrande]]) ede inoltre creava nella città unità abitative, scuole, edifici, giardini, piazze, spazi da destinare allo sport e allo svago, un museo archeologico ede una pinacoteca.
Oristano che contava diecimila abitanti avrebbe avuto un notevole sviluppo con posti di lavoro e benessere tanto da poter accogliere, in breve tempo, circa trentamila abitanti. Il progetto si presentò accattivante per le autorità locali, ma non fu mai realizzato; infatti nel 1929, avendo Davide Cova rifiutato di iscriversi al [[Partito Fascista]], fu allontanato dal posto di lavoro. La Scuola Dd'arte Applicataapplicata fu fatta chiudere.
Fu poi considerato elemento da sorvegliare e spesso veniva recluso, specialmente in occasione della visita di qualche personalità del regime. Egli vinse lo sconforto dedicandosi ancor più alla sua professione d'ingegnere, realizzando, molte volte a proprie spese, fattorie, oleifici, opere di bonifica, mantenendosi in qualche modo in contatto con alcuni amici in esilio e nell'Isolaisola.
== Sindaco di Oristano ==
Durante la [[Secondaseconda guerra mondiale]] i bombardamenti improvvisi degli alleati americani del 1943 a Cagliari distrussero anche la casa materna e il negozio di ottica di famiglia.
La madre si salvò per miracolo. Nel dicembre del 1943 Davide Cova divenne sindaco del Comune di Oristano, incaricato dal [[Comitato di Liberazione Nazionale]]. Mise ordine alla città sconvolta dagli eventi, attento a rispondere alle esigenze dirette della popolazione, compiendo quelle azioni che servivano, nell'immediato, a dare sostegno alla gente, come l'acquisto dei vaccini contro l'epidemia di tifo, l'ordinanza sull'orto di guerra affinché, nel rispetto delle norme, alla popolazione non mancassero i viveri e l'esercito avesse di che approvvigionarsi, senza doversi servire dei viveri destinati ai civili, le piccole o grandi necessità dei cittadini in tempi assai difficili.
Si rimise all'opera di progettazione del piano regolatore urbanistico di Oristano, quello stesso che ebbe a interrompere nel 1929, per il suo rifiuto della tessera di iscrizione al PnfPNF quando tutti gli altri partiti politici furono aboliti ed era obbligatorio dichiararsi esclusivamente appartenenti all'unico partito riconosciuto, quello fascista .(Lala tessera non venne da lui ritirata nonostante le minacce e le ripercussioni. Dichiaratosi di idee liberali fu infatti privato del lavoro di dirigente dell'ufficio tecnico municipale di Oristano. Tra le conseguenze ci fu anche quella di sorvegliato speciale dall'Ovra[[OVRA]].)
Progettò il porto e la zona marina di Torregrande, realizzò la sistemazione edilizia in alcune zone della città, ripristinò le zone verdi, lavorando a lume di candela e a sue spese, per non gravare sul già difficoltoso bilancio comunale. Istituì il Museo Antiquarium Arborense e nominò un curatore dei beni archeologici provenienti da siti preistorici della Sardegna e dall'antica città di [[Tharros]]. Fu nominato dal CLN commissario per la provincia di Cagliari.
Molto impegnato tra il giornale e le riunioni di partito portò avanti i suoi principi di libertà fino all"'ultimo, di una nazione repubblicana ma senza abbandonare l'idea autonomista per la Sardegna, un'isola con tanti problemi irrisolti, e decentrata. Organizzò il primo congresso del Partito Sardo Dd'Azione del dopoguerra, che si tenne ada [[Oristano]], nei locali del cinema "Arborea".
Continuò la sua opera attivamente nel Partito Sardo d'Azione. Collaborò con gli avvocati Piero Sotgiu e Gonario Pinna alla stesura di un Progettoprogetto di [[Statuto Regionale]] per la [[Sardegna]] ininterrottamente fino all'improvvisa morte nel maggio del 1947.
==Bibliografia==
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