Lucien Rebatet: differenze tra le versioni
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Lucien Rebatet ritorna a Parigi nel [[1954]]. Un altro romanzo ''Les Epis Murs'' è piuttosto ben accolto. Il romanzo seguente, ''Margot l'enragée'', rimarrà inedito, non essendo l'autore soddisfatto. Riprende la sua attività di giornalista e nel [[1958]] lavora per il settimanale ''[[Rivarol]]''. Nel [[1965]], in occasione delle elezioni presidenziali, contro [[Charles de Gaulle|De Gaulle]], sostiene al primo turno il candidato della destra [[Jean-Louis Tixier-Vignancour]], poi, al secondo, [[François Mitterrand]]. Questa scelta è dovuta al suo anti[[gollismo]], ma anche alla fedeltà all'ideale europeo, tale che Rebatet è ormai pronto a transigere con la democrazia, la sola capace d'unificare l'[[Europa]] dopo la disfatta del [[fascismo]]. In seguito diventa redattore di ''[[Valeurs actuelles]]''. Fino alla fine resterà fedele al fascismo, benché sostenga sempre meno l'[[antisemitismo]], data la legislazione in vigore (il [[decreto legge]] Marchandeu del 21 aprile [[1939]], che vietava la provocazione all'odio razziale, era stato rimesso in vigore nel 1944), ma anche per un mutato punto di vista sugli Ebrei: pur non rinnegando i suoi attacchi antisemiti negli anni precedenti al 1945, non può impedirsi di rispettare la nuova Nazione israeliana, in guerra contro gli [[Arabi]].
Nel [[1969]] pubblica ''Une histoire de la musique'', la sua opera meno politica e più conosciuta, che rimane come un autentico libro di riferimento, benché i giudizi espressi tanto sui compositori che sulle opere siano spesso improntati alla soggettività del loro autore, in particolar modo per ciò che concerne la tradizione lirica francese (giudizi su [[Daniel Auber|Auber]], [[Charles Gounod|Gounod]], [[Ambroise Thomas|Thomas]], [[Georges Bizet|Bizet]], [[Ernest Reyer|Reyer]], [[Jules Massenet|Massenet]], [[Camille Saint-Saëns|Saint-Saëns]], [[Alfred Bruneau|Bruneau]], [[Marc-Antoine Charpentier|Charpentier]] ecc., e in modo assai comprensibile da parte dell'autore su [[Giacomo Meyerbeer|Meyerbeer]] e [[Jacques Fromental Halévy|Halévy]], che vede il suo capolavoro ''[[La Juive]]'' (''L'ebrea'') qualificato come "razzista"
Lucien Rebatet, oltre che critico musicale, con lo [[pseudonimo]] di ''François Vinneuil'', fu anche un critico cinematografico. <ref>[https://ilmanifesto.it/modelli-e-predilezioni-di-un-critico-a-la-diable-truffaut/ www.ilmanifesto.it]</ref>
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