Lucien Rebatet: differenze tra le versioni

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Richiamato alle armi nel gennaio del [[1940]], Lucien Rebatet viene congedato in luglio, e lo si ritrova a [[Vichy]] con [[Pétain]], dove lavora alla radio. Ritornato a [[Parigi]] in ottobre, dopo un passaggio al giornale ''[[Le Cri du Peuple]]'' di [[Jacques Doriot]], collabora al quotidiano ''L'Union française'', e ritorna nel 1941 a ''Je suis partout''. Firma ''Les Tribus du Cinéma et du Théâtre'' e ''Le Bolchevisme contre la Civilisation''.
 
Nel [[1942]] pubblica ''Les Décombres'' ( ''Le Macerie''), dove esplicita il suo antisemitismo <ref>[https://www.treccani.it/enciclopedia/razzismo_%28Enciclopedia-del-Novecento%29/ ''Enciclopedia del Novecento'', Treccani, 1980]</ref>, e indica come responsabili dello sfacelo del 1940 gli Ebreiebrei, i politici della [[politica|politiciIII Repubblica]] e i militari. I rappresentanti del [[governo di Vichy]] non vengono risparmiati. Vi spiega che la sola via d'uscita per la [[Francia]] è quella di impegnarsi a fondo nella collaborazione con la [[Germania nazista]]. È un gran successo sotto l'Occupazione (tiratura stimata in 65 000 copie).
 
Dopo lo sbarco alleato in Normandia, annuncia in un articolo del 30 giugno 1944 di essersi arruolato nella ''[[Milice française]]'', prima di dimettersi a seguito di un disaccordo con i suoi vertici.
Pubblica il 28 luglio [[1944]] il suo ultimo articolo dal titolo «''Fidélité au National-socialisme''» (''Fedeltà al Nazional-socialismo''). Ma la repubblica di Petain crolla, bisogna fuggire in Germania. Come tanti altri collaborazionisti del [[governo di Vichy]], tra cui lo scrittore [[Louis-Ferdinand Céline]], Rebatet si rifugia a [[Sigmaringen]], in Germania.