Gypaetus barbatus: differenze tra le versioni

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Conseguenza importante dell'essersi specializzato a nutrirsi in prevalenza di ossa è che il gipeto ha ridotto la [[competizione]] con gli altri necrofagi. Poiché un comportamento aggressivo verso gli altri animali non porterebbe alcun vantaggio, il gipeto presenta un atteggiamento rinunciatario anche nei confronti di commensali di dimensioni minori rispetto alle sue (gracchi e corvi): quando arriva su una carcassa tende ad essere molto cauto e all'arrivo di un altro animale (anche conspecifico) si allontana.
 
Oltre alle ossa, questo avvoltoio non disdegna nutrirsi di [[Testudines|tartarughe]], delle quali rompe il guscio con la medesima tecnica utilizzata per spezzare le ossa. Secondo un aneddoto, fu proprio una tartaruga lasciata cadere dall'alto da un avvoltoio ad uccidere il poeta [[Eschilo]].<ref>Cfr. F. Mezzatesta, L. Dotti, ''Uccelli d'Europa, Nord Africa, Medio oriente e Accidentali'', Edagricole, Bologna 1999, pag. 60.</ref>.
 
=== Volo ===
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La distribuzione geografica del gipeto è strettamente legata alle aree montane e in particolare alle [[montagna|montagne]] meridionali della Regione Paleartica (Europa, Nord Africa e Asia fino al [[Tibet]] e all'[[Himalaya]]) e alle montagne orientali e meridionali della Regione Afrotropicale (tutta l'Africa a sud del [[Sahara]]).
 
Nella zona euroasiatica l'areale segue l'andamento delle catene montuose alpino-himalayane e si estende dai [[Pirenei]], passando dalle montagne della [[Corsica]],<ref>{{Cita web|url=https://www.gypaete-corse.com/|lingua=fr|titolo=Il gipeto in Corsica}}</ref>, attraverso [[Alpi]], [[Carpazi]] e [[Caucaso]], fino al [[Karakorum]]; il limite settentrionale è rappresentato dalle [[Alpi svizzere]] e [[Alpi austriache|austriache]] e dai [[monti Altai]] in [[Mongolia]].
Negli ultimi anni alcune coppie di gipeti sono state introdotte nell'area protetta del parco dello Stelvio, ove si sono adattate perfettamente.
 
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== Conservazione ==
Estinto sulle [[Alpi]] dall'inizio del [[XX secolo]]<ref>L'ultimo esemplare sulle Alpi è stato ucciso il 29 ottobre 1913, in [[Val di Rhêmes]]: le sue spoglie tassidermizzate sono conservate presso il [[Museo regionale di scienze naturali della Valle d'Aosta|Museo di scienze naturali]] del [[Castello di Saint-Pierre]].</ref> a causa della false leggende che seguivano la sua figura, è ora presente con una popolazione autosufficiente e stabile, grazie ad un progetto europeo di reintroduzione che ha interessato molti Stati europei. Circa 150 individui sono stati liberati sulle Alpi negli ultimi venti anni secondo un programma di reinserimento che ha interessato Italia, Francia, Svizzera e Austria, e ora è presente una piccola popolazione stabile sull'arco alpino, con numerosi siti di nidificazione, anche in territorio italiano. Nel 2017 sono state stimate 46 coppie nidificanti in tutto l'arco alpino, per un totale di 208-251 individui.<ref>{{Cita web|url=http://www.gyp-monitoring.com/|titolo=International Bearded Vulture Monitoring|sito=www.gyp-monitoring.com|accesso=2019-07-13}}</ref>.
 
=== Situazione in Italia ===
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Il 10 maggio 2011 è nato in Valsavarenche, nel [[Parco nazionale del Gran Paradiso]] in Valle d'Aosta, il gipeto 'Siel', primo esemplare venuto alla luce in natura sulle Alpi Occidentali italiane dal 1913, data dell'ultimo abbattimento.
<ref>{{collegamento interrotto|1=http://ansa.it/web/notizie/regioni/valledaosta/2011/05/10/visualizza_new.html_871787219.html |data=marzo 2018 |bot=InternetArchiveBot }}</ref> Dal 2017 il nido della Valsavarenche è ripreso da una webcam, installata dai guardaparco nell'ambito del progetto "GipetOnAir". Grazie a questo strumento è possibile seguire l'intero processo di riproduzione, dalla costruzione del nido, alla deposizione dell'uovo, alla schiusa e alla crescita del piccolo gipeto.<ref>{{Cita web|url=http://www.pngp.it/gipetonair|titolo=GipetOnAir|sito=Parco Nazionale Gran Paradiso|lingua=it|accesso=2019-10-29}}</ref>. Nel 2018 sono stati censiti 3 coppie e 3 piccoli di gipeto.<ref>{{Cita web|url=http://www.pngp.it/natura-e-ricerca/fauna/praterie-e-ambienti-rocciosi/il-gipeto|titolo=Il gipeto|sito=Parco Nazionale Gran Paradiso|lingua=it|accesso=2018-08-13}}</ref>.
 
Il 3 gennaio 2016 è stata avvistata una coppia a [[Macugnaga]], ai piedi del Monte Rosa, a circa 2500 metri di altitudine nei pressi del Faderhorn.<ref>{{Cita web|url = http://www.vcoazzurratv.it/notizie1/ultime-notizie-di/attualita/40195-il-gipeto-e-tornato-sul-monte-rosa-una-coppia-avvistata-il-3-gennaio.html|titolo = Il gipeto è tornato sul Monte Rosa. Una coppia avvistata il 3 gennaio|accesso = 12 gennaio 2016|sito = VCO Azzurra TV - tuttonotizie.info|urlmorto = sì|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20160815004906/http://www.vcoazzurratv.it/notizie1/ultime-notizie-di/attualita/40195-il-gipeto-e-tornato-sul-monte-rosa-una-coppia-avvistata-il-3-gennaio.html|dataarchivio = 15 agosto 2016}}</ref> Nel corso dell'estate 2015-2016 si sono ripetuti gli avvistamenti di due esemplari nella zona di Esino Lario (quest'ultimo dato sarebbe da verificare in quanto non è indicata la fonte nelle note in fondo; inoltre negli annuari del CROS di Varenna, che raccolgono tutte le segnalazioni ornitologiche della provincia di Lecco, la specie non risulta essere segnalata<ref>{{Cita web|url=http://www.crosvarenna.it/|titolo=C.R.O.S. Varenna|sito=www.crosvarenna.it|accesso=4 maggio 2017}}</ref>).