Contratto con gli italiani: differenze tra le versioni
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Nel gennaio 2009 una sentenza del tribunale civile di Milano ha stabilito che il documento non ha valore contrattuale e Silvio Berlusconi non aveva dunque obbligo di rispettarlo in quanto documento non vincolante. Il tribunale ha perciò dato torto al denunciante condannandolo al pagamento delle spese processuali.<ref name="causa"/>
In data 15 novembre [[2005]] il Circolo di [[Lecce]] di [[Italia dei Valori]], unitamente a un gruppo di cittadini sottoscrittori,
Nel gennaio [[2006]] una pensionata di [[Udine]] (R.G.) di 77 anni ha denunciato Silvio Berlusconi per inadempienza contrattuale riguardo al punto 3 del contratto, che prevedeva l'innalzamento delle pensioni minime a 1 milione di lire<ref name="pensionata"/>. Il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, è stato convocato davanti al [[giudice di pace]] di Udine il 29 marzo [[2006]]. L'iniziativa è stata promossa dall'associazione dei consumatori [[Codacons]], dalla [[Lista Consumatori]] e dall'[[Italia dei Valori]]. Il legale della donna ha affermato che tramite il "Contratto con gli italiani" Silvio Berlusconi ha "''unilateralmente emesso un'offerta al pubblico, rivolgendo a tutti gli italiani una proposta di contratto che, con il voto, poteva essere accettata e sottoscritta''". Un contratto che con la vittoria della [[Casa delle Libertà|CDL]], "''obbligava Silvio Berlusconi, in qualità di Presidente del Consiglio a realizzare nei cinque anni di governo''", l'"''innalzare le pensioni minime ad almeno un milione di lire al mese (516 euro)''". Malgrado quelle promesse e dichiarazioni, prosegue l'atto, "''il contratto non è stato rispettato: R.G. tuttora non gode di una pensione minima pari ad un milione di lire''"<ref>Dall'atto di citazione</ref>.
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