Palazzo Davanzati: differenze tra le versioni

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==Descrizione==
===Esterno===
Il fronte della fabbrica si presenta stretto e alto, segnato al piano terreno [[bugnato]] in [[pietra arenaria]] da tre ampi fornici, e ai tre piani superiori da cinque assi di finestre centinate ad arco ribassato, che illuminano i saloni e sono sottolineate da [[cornici marcapiano]]. In alto è una grande loggia (del Cinquecento) coperta da un tetto molto sporgente. Sempre del Cinquecento è il grande scudo con arme dei [[Davanzati]] posto al centro della facciata (già supposto dalla tradizione come quattrocentesco e ricondotto all'arte di [[Donatello]], ma in realtà dell'epoca di Bernardo Davanzati). Sulla facciata sono presenti numerosi ''erri'' (decorazioni a forma di erre) e altre strutture di ferro probabilmente neomedievali, che in origine avevano varie funzioni strutturali e decorative: per esempio vi si potevano collocare drappi colorati, panni a stendere o gabbie con uccellini. Ai lati delle finestre si vedono ancora i ferri portafiaccole o portabandiere.
 
Il palazzo non godette di fama architettonica, perché considerato poco armonioso a causa della facciata alta e stretta.
 
==Interni=Interno===
[[File:Palazzo Davanzati scale 2.JPG|thumb|La scala]]
====Piano terra====
====L'atrio=Atrio=====
Varcata la soglia del portone si accede a un vano che anticamente era la loggia privata della famiglia, aperta sulla strada. Nel tempo qui furono anche tenute delle botteghe, tamponandone le aperture.
 
È coperta da volte a crociera e divisa in tre [[campate]]. Sul soffitto si vedono quattro piombatoi di difesa, aperture con le quali si poteva sorvegliare dal primo piano la loggia e scacciare eventuali aggressori gettando proiettili e liquidi bollenti. Sulla parete frontale si vede dipinto uno stemma dei [[Corbinelli]] e altri stemmi dei [[Davizzi]]. Frammenti di pitture parietali staccati, del tutto simili a quelli delle stanza del palazzo nelle sale superiori, provengono dalle case dei Davanzati, dei Pilli e dei Lamberti che, un tempo nei vicoli attigui, vennero demolite durante il [[Risanamento di Firenze]]. Due lapidi in marmo ricordano i lavori di ripristino dell'epoca di [[Elia Volpi]]. Nelle vetrine si trovano alcune memorie fotografiche dell'antico allestimento dell'antiquario e di alcuni suoi colleghi che gli succedettero nella proprietà, e cimeli, come l'antico album delle firme dei visitatori.
 
====Il cortile=Cortile=====
Il suggestivo cortile è il centro del palazzo, dal quale si vedono scenograficamente i piani soprastanti in un dedalo di scale, passaggi e ballatoi. Il cortile presenta anelli per legare i cavalli e un pozzo a muro privato in un angolo, vero lusso per l'epoca, che, tramite un sistema di carrucole, permetteva di issare l'acqua a tutti i piani dell'edificio. Numerosi gocciolatoi convogliavano l'acqua piovana verso il centro del cortile dove, entro un ''impluvium'' leggermente in pendenza, confluiva nella cisterna al piano interrato, che alimentava il pozzo.
 
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Una scala in pietra piuttosto ripida sul lato sinistro, retta da archi rampanti e mensoloni, conduce ai piani, che sporgono su grandi [[mensole]] verso il cortile stesso. Accanto alla prima rampa si trova un affresco staccato di ''Madonna col Bambino'' di [[scuola umbra]] della seconda metà del XIII secolo, dalla demolita [[chiesa di San Salvatore (Mantova)|chiesa di San Salvatore]] a [[Mantova]].
 
====Primo piano====
Il primo piano e i successivi seguono uno schema di distribuzione degli ambienti pressoché identico. Affacciato sulla strada si trova un grande salone rettangolare (a nord, detto anche "sala madornale"), da cui si accede, sul lato opposto, a due ambienti di servizio (est) e a una grande stanza trapezoidale (ovest). Quest'ultima è spesso dotata di "agiamento" (stanza da bagno) in punta e confina con un più piccolo studiolo sul lato sud, che può essere a pure dotato di agiamento, che al secondo piano è in comune con quello della camera. La camera, dotata di accesso indipendente dal ballatoio lungo il cortile, è nell'angolo sud-est, e sporge in pianta creando uno sprone nei vicoli retrostanti: probabilmente questi vani, non in asse col resto della pianta, dovevano far parte di un'antica casa-torre indipendente dei Davizzi, che venne poi inglobata nel palazzo.
 
=====Salone=====
Al primo piano si trovano un salone "madornale", che corrisponde alla loggia del pian terreno, una sala da pranzo, uno studiolo e una camera da letto, che corrispondono al portico del cortile.
 
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Nel salone si trovano inoltre una ''Madonna in trono col Bambino'' in legno policromo (scuola umbra, metà del XIII secolo).
 
=====Sale dei merletti e dei ricami=====
Nella prima sala attigua al salone si trova esposta la collezione di [[merletti]] ad ago ed a fuselli di fattura europea, oltre ai ricami, il tutto databile tra il XVI e il XX secolo. Interessante è la raccolta di [[imparaticcio|imparaticci]], cioè quei pezzi dai motivi più fantasiosi usati come esercizio per apprendere l'arte del ricamo.
 
=====Sala dei Pappagalli=====
[[File:Palazzo Davanzati sala dei pappagalli 3.JPG|thumb|Sala dei Pappagalli]]
L'ambiente più celebre del palazzo è quella che forse era una sala da pranzo, coperta di affreschi tardo-trecenteschi restaurati che imitano drapperie e arazzi, con il motivo ornamentale di pappagalli, da cui il nome di ''Sala dei Pappagalli''. Nel registro superiore sono dipinti alberi e colonnine.
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Completano l'arredo le sedie a fratina, una credenza del XVI secolo di bottega toscana e vari oggetti: un cofanetto con tiranti in ferro (arte italiana del XVI secolo), e due [[Ferro da cialda|ferri da cialda]] nel caminetto.
 
=====Studiolo=====
Il vicino [[studiolo]] contiene varie opere pittoriche: due tavole dello Scheggia con i ''Triumviri che interrogano l'oracolo'' e la ''Storia di Susanna''; le ''Storie di Andromeda'' e altre spalliere del [[Maestro di Serumido]] e di [[Antonio di Donnino del Mazziere]], che copiano, semplificando, dipinti di [[Piero di Cosimo]]; un ''Ritratto di scultore'' di scuola toscana del XVI secolo.
 
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Al centro della sala un [[Medagliere (mobile)|monetiere]] fiorentino del XVI secolo e un bronzetto della ''Venere Medici'' attribuito a [[Massimiliano Soldani Benzi]].
 
=====Sala dei Pavoni=====
[[File:Palazzo Davanzati camera da letto 1.JPG|thumb|left|Sala dei Pavoni]]
Attraverso uno stretto corridoio si arriva alla camera nuziale, detta anche "sala dei Pavoni" dagli affreschi sulle pareti, con una finta tappezzeria a motivi geometrici (con leoni, corone e [[giglio di Francia|gigli di Francia]]) e una fila di stemmi di famiglie alleate ai Davizzi tra pavoni e altre figure.
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Il letto "alla genovese" venne prodotto in Toscana nella seconda metà del Cinquecento, mentre la culla è lombarda, della XVII secolo. L'[[inginocchiatoio]] infine è di fattura toscana del XVI secolo. Vi si trova il dipinto devozionale domestico, un trittico con l'''Incoronazione della Vergine'' al centro, ''Tobiolo e l'angelo'' e ''San Paolo e l'Annunciazione'' negli scomparti, attribuito a [[Neri di Bicci]], che incorniciano una ''Madonna col Bambino'' in terracotta della scuola di [[Desiderio da Settignano]].
 
====Secondo piano====
=====Salone=====
Il salone, analogo a quello del piano inferiore, ha alle pareti quattro arazzi fiamminghi con ''Storie di David e Betsabea'' (XV secolo), una ''Madonna'' in stucco di [[Gregorio di Lorenzo]] (1470 circa), bronzetti dei secoli XV e XVI, un dipinto col ritratto di [[Giovanni di Bicci de' Medici]] attribuibile a [[Zanobi Strozzi]], una ''Madonna del Latte'' di [[Bicci di Lorenzo]] (bottega, 1420-30 circa), una ''Madonna col Bambino'' della bottega di [[Jacopo di Cione]] e due tavole del [[Maestro di Marradi]], forse da una predella. In una nicchia nella parete tre piatti istoriati in [[ceramica di Urbino]] (XVI secolo).
 
Tra i mobili spicca una [[cassapanca]] con spalliera (Firenze, seconda metà del XVI secolo), il tavolo cinquecentesco con restauri del XX secolo, su cui spicca un cofano veneto della seconda metà del XVI secolo con decori all'orientale, e un esemplare simile di dimensioni più piccole. Sopra la credenza toscana del XVI secolo (rimaneggiata nell'Ottocento), un trittichetto in legno con l{{'}}''Incoronazione della Vergine'' (1390-1410 circa), un busto di monaca (arte fiorentina dell'inizio del XVI secolo), e un piccolo crocifisso sagomato e dipinto attribuito a [[Jacopo del Sellaio]]. Sulla parete con le porte un{{'}}''Adorazione del Bambino'' fiorentina del secondo Quattrocento, un rilievo ligneo lombardo-piemontese con ''San Giovanni Battista'' e una cassetta-reliquiario toscana cinque-seicentesca, rimaneggiata nel XIX secolo.
 
=====Sala da giorno=====
La sala da pranzo conserva vari esemplari di terracotta smaltata di diverse manifatture italiane, tra cui una collezione di saliere del XVIII secolo, sette scaldamani a scarpetta settecenteschi delle manifatture [[Maiolica arianese|di Ariano]] o [[Ceramica di Cerreto Sannita e di San Lorenzello|di Cerreto]], una collezione di piatti in [[maiolica di Castelli]], [[maiolica di Orvieto|di Orvieto]] e [[maiolica di Viterbo|di Viterbo]]. Un "armario" (mobile a sportelli per contenere armi) di scuola senese (forse manomesso nell'Ottocento) ha sportelli dipinti dall'allievo del [[Sodoma]] [[Bartolomeo di David]] (1530 circa). Qui una cassapanca dipinta è del XVI secolo con rimaneggiamenti, e la placca con ''Fuga in Egitto tra santa Caterina da Siena e lo stemma [[Alberti]]'' di scuola senese del 1550-1600 circa. La tavola col ''Cristo benedicente'' è di [[Mariotto di Nardo]] (1400-1410 circa), e la tavoletta con la ''Cattura di Cristo'' è della scuola di [[Sandro Botticelli]].
 
Completano l'arredo un tavolo in noce del XX secolo in stile antico, su cui è disposta una raccolta di cofanetti medievali e rinascimentali di fattura francese e italiana. La ''Ghirlanda di fiori e frutta'' è della bottega di [[Benedetto Buglioni]], il cassone in cedro con intagli e decorazioni a china è dell'Italia settentrionale del 1550-1600 circa, il dipinto di ''San Giuseppe che ordina la ricerca della coppa'' è attribuito a [[Francesco Granacci]], il rilievo in marmo di cherubino a [[Leonardo de' Vegni]] (1770-80 circa) e l'arazzo con l{{'}}''Allegoria della Fortezza'' è di fattura fiorentina ([[Pietro Févère]], 1654).
 
====Studiolo=Secondo studiolo=====
Lo studiolo del secondo piano è analogo a quello del primo come dimensioni. Vi si trovano due casse da corredo (bottega lombarda e bottega dell'Italia settentrionale della fine del XV secolo), un "lettuccio" di bottega tosco-umbra dei secoli XV-XVI secolo con intarsi (restaurato nel XIX secolo) e quattro tavole semicircolare dipinte dallo Scheggia, con alcuni [[I Trionfi|Trionfi]] del [[Petrarca]]: ''Trionfo dell'Amore, della Morte, della Fama'' e ''dell'Eternità'', oltre alla tavola con le ''Storie di Susanna''.
 
Altre opere sono: il tabernacolo con ''Santo Stefano'' è opera di [[Spinello Aretino]]; un bronzetto di ''Venere e Cupido'' della bottega di [[Tiziano Aspetti]] (1590-1600 circa); un ''Profilo di giovinetto'' in marmo di scuola fiorentina (1450-1500 circa) e un ''Santo'' di scuola lombarda del XV secolo. In una cornice della fine del XV-inizio del XVI secolo si trova la ''Trinità con i santi Domenico e Girolamo'' della scuola di [[Jacopo del Sellaio]];. L{{'}}''Iniziazione di Icaro'' è forse un'opera giovanile di [[Andrea del Sarto]].
 
=====Camera da letto=====
[[File:Lo scheggia, desco da parto col gioco del civettino, pal davanzati.jpg|thumb|Il [[desco da parto]] col gioco del civettino, lo Scheggia]]
Al secondo piano, la camera da letto è l'unico ambiente che conserva la decorazione di affreschi (le altre sono pitture murali). In una fascia figurata si trova una serie di storie amorose, di avventura e di morte, tratte dalla leggenda medievale della [[Castellana di Vergi]].
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Sul letto (Italia centrale XVI secolo) una rara coperta italiana a ''filet'' del XIX secolo. La tavola con la ''Madonna del parto'' è attribuita a [[Rossello di Jacopo Franchi]].
 
====Terzo piano====
Al terzo piano si trova la ''Camera delle Impannate'', con le pareti dipinte con un fregio di un verziere con vasi. Il letto è antico, del XVI secolo, con elementi dei secoli XVII e XIX; la coperta ricamata è di manifattura siciliana del XIX secolo. Conserva un cassone toscano della prima metà del XV secolo, uno specchio cinquecentesco rimaneggiato nell'Ottecento, una torciera in ferro battuto (forse XIV secolo), una culla settecentesca, due sedie nane del Seicento, un inginocchiatoio del XVII secolo; nel camino alari e attrezzi in ferro dei secoli XVII e XIX. Nelle nicchie sulle pareti un manichino processionale di bottega senese dell'inizio del XVI secolo e un ''Sant'Onofrio'' in terracotta dipinta riferito, dopo il restauro, all'ambito di [[Jacopo Sansovino]]. Una vetrinetta ha cuscini e pantofole antiche; la ''Madonna col Bambino'' in stucco deriva da un prototipo di [[Benedetto da Maiano]].
 
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La stanza attigua, che corrisponde ai saloni nei piani inferiori, conserva un forziere di bottega senese del XIV secolo e alcuni pannelli didattici sulla vita quotidiana nel Trecento.
 
==Mostre==
Nel 2015 il Museo di Palazzo Davanzati ha presentato una mostra sugli oggetti d'uso domestico di ceramica popolare provenienti da tutta Italia.
 
==Note==