José Calvo Sotelo: differenze tra le versioni

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Uomo politico di idee monarchiche e conservatrici, di intensa fede cattolica, rappresentò gli ideali conservatori spagnoli e anti-marxisti. Successivamente divenne [[Ministri delle finanze della Spagna|Ministro delle finanze]] dal [[1925]] al [[1930]] tentò inutilmente di risollevare l'economia ancorando la [[Peseta spagnola]] all'[[oro]]<ref>Antony Beevor, ''La guerra civile spagnola'', Milano, BUR, 2006, p. 30</ref>.
 
All'avvento della [[Seconda repubblica spagnola]] nel 1931, nonostante fosse stato eletto deputato preferì partire in volontario esilio per [[Parigi]] incriminato dal nuovo governo con una nuova norma a carattere retroattivo per aver fatto parte del governo presieduto da [[Miguel Primo de Rivera]]<ref>José Antonio Primo de Rivera, ''Scritti e discorsi di battaglia'' a cura di Primo Siena, Roma, Giovanni Volpe Editore, 1967, (nota) pp. 37-38</ref>. Calvo Sotelo ritornò nel [[1934]] alla guida del movimento politico ''[[RenovaciónRinnovazione EspanolaSpagnola]]'' al posto di [[Antonio Goicoechea]]<ref>Hugh Thomas, ''Storia della guerra civile spagnola'', Torino, Giulio Einaudi Editore, 1963, p. 94</ref>, col quale fu rieletto nel novembre [[1933]] alle [[Cortes Generales]], in seguito alla vittoria conservatrice della [[CEDA]] che divenne primo partito. La [[Rivoluzione delle Asturie (1934)|Rivoluzione delle Asturie]], di matrice anarco-socialista scoppiata il 5 ottobre [[1934]] e durata due settimane, e gli [[Martiri di Turón|eccidi compiuti dagli insorti]], confermarono in Calvo Sotelo la convinzione che solo l'[[Ejército de Tierra|esercito]] poteva essere garanzia di sicurezza dai moti rivoluzionari<ref>Antony Beevor, ''La guerra civile spagnola'', Milano, BUR, 2006, p. 45</ref>. Alle successive elezioni del 16 febbraio [[1936]] tutte le forze di destra si riunirono nel ''[[Fronte Nazionale Controrivoluzionario]]'', ma le elezioni furono vinte dal ''[[Fronte popolare (Spagna)|Fronte popolare]]''. L'insuccesso, all'interno del Fronte Nazionale del principale movimento, la [[Confederazione Spagnola delle Destre Autonome]] di Gil Robles che puntava alla vittoria, incoronò Calvo Sotelo come principale leader dell'opposizione<ref>Hugh Thomas, ''Storia della guerra civile spagnola'', Torino, Giulio Einaudi Editore, 1963, p. 102</ref>.
 
Alle denunce in parlamento di Sotelo contro le violenze fatte dai miliziani comunisti il presidente del consiglio [[Santiago Casares Quiroga]] si lasciò sfuggire una minaccia nei confronti del leader della destra monarchica "''La violenza contro il capo del partito monarchico non sarebbe un crimine''"<ref name=autogenerato3>A cura di Bernard Michal, ''La guerra di Spagna I'', Ginevra, Edizioni di Cremille, 1971, p. 85</ref>. Sotelo rispose a Casares Quiroga: