Dopo l'ultimo testimone: differenze tra le versioni

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{{citazione|Quando rimarremo soli a raccontare l'orrore della Shoah, non basterà dire «Mai più!» né rifugiarsi tra le convenzioni della retorica. Serviranno gli strumenti della storia e la capacità di superare i riti consolatori della memoria|copertina di ''Dopo l'ultimo testimone'' nell'edizione originale di Giulio Einaudi Editore}}
 
'''''Dopo l'ultimo testimone''''' è un'opera scritta dallo "storico sociale delle idee" [[David Bidussa]]<ref>{{cita web|url=http://fondazionefeltrinelli.it/autori/david-bidussa/|titolo=David Bidussa|accesso=30 gennaio 2019}}</ref>. Il testo, di 132 pagine ed edito nel [[2009]] per i tipi di [[Giulio Einaudi Editore]], individua la via da seguire per evitare che la Memoria della [[Shoah]] possa trasformarsi in mera retorica. Che significato ha oggi la celebrazione del [[Giorno della Memoria]]? Quanto persuasivi possono essere ancora i racconti di chi visse sulla propria pelle la Shoah, i cosiddetti "ultimi testimoni" [[superstiti dell'Olocausto]]? E soprattutto dopo «avere ascoltato tante volte il racconto di quell'orrore ci ha reso davvero più consapevoli e attrezzati dinanzi al rischio di una sua ripetizione?»<ref>''Dopo l'ultimo testimone'', quarta di copertina</ref>. In sei capitoli, lo storico analizza con un linguaggio schietto «la retorica della memoria pubblica con i suoi meccanismi rituali e le sue debolezze» giungendo fino al momento, fra qualche anno, in cui anche l'utimoultimo testimone oculare della Shoah non sarà più con noi e «resteremo solo noi a raccontare le vittime e i carnefici con gli strumenti della storia».
 
== Premessa ==