Parabita: differenze tra le versioni
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Il nucleo primordiale della città venne costruito probabilmente in periodo normanno riproducendo l'assetto urbanistico tipico del periodo e venne dotata di mura difensive e di quattro porte di accesso (Porta di Lecce a nord, Porta di Gallipoli a ovest, Porta Falsa a est e un'altra porta a sud di cui si ignora il nome).
Con l'avvento del [[feudalesimo]] furono diverse le [[dinastia|casate]] che detennero il controllo del feudo. Nel [[1231]] il casale di Parabita apparteneva a Bernardo Gentile che lo cedette agli [[Angioini]]; essi potenziarono il sistema difensivo edificando il Castello. Nel [[1269]] era del francese Giovanni de Tillio (Jean Du Till), già signore della vicina Matino, al quale successero i figli nel [[1280]]. Fu poi di Niccolò Aldimari e nel [[XIV secolo]] della famiglia [[Sanseverino (famiglia)|Sanseverino]]. Nel 1378 il feudo di Parabita e di Matino "piccolo" sono di proprietà della famiglia angioina dei D'Aspert <ref>{{Cita pubblicazione|autore=Luciana Petracca|titolo=Politica regia, geografia feudale e quadri territoriali in una provincia del Quattrocento meridionale|rivista=Università del Salento Unisalento.it 2020|volume=pag. 6}}</ref> Nel [[XV secolo]] passò a [[Malacarne (condottiero)|Ottino de Caris]] e poi a [[Giovanni Antonio Orsini del Balzo]]. Nel [[1484]] Parabita fu invasa dai [[Repubblica di Venezia|Veneziani]] che avevano occupato [[Gallipoli (Italia)|Gallipoli]]. Nei primi anni del [[XVI secolo|Cinquecento]] era signore del feudo Francesco Orsini del Balzo alla cui corte viveva lo scrittore Antonino Lenio. Dopo la guerra tra francesi e spagnoli, guidati rispettivamente da [[Francesco I di Francia|Francesco I]] e [[Carlo V]], i Del Balzo dovettero fuggire da Parabita. Dal [[1531]] il feudo fu gestito dal Regio Fisco e nel [[1535]] venne acquistato da Pirro Branai (Granai) Castriota, figlio di Giovanni e discendente di [[Vrana Konti]], al quale si deve la ristrutturazione del castello eseguita dall'architetto [[Evangelista Menga]]. Il feudo venne gestito dai Branai (Granai) Castriota fino al [[1678]] e nel [[1689]] fu venduto ''sub hasta'' a Domenico Ferrari che lo trasforma in [[Ducato (circoscrizione)|ducato]]. Alla sua morte passò al nipote Giuseppe e ai suoi discendenti che furono gli ultimi feudatari di Parabita fino all'emanazione delle [[leggi eversive della feudalità]], attuate tra il [[1806]] e il [[1808]]<ref>L. A. Montefusco, Le successioni feudali in Terra d'Otranto - Istituto Araldico salentino, Lecce, 1994</ref>.
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