D'Afflitto: differenze tra le versioni

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== Le origini: dal Castrum Pini a Scala (Secolo XI e XII) ==
I genealogisti avevano ritenuto che le diverse forme del cognome d’Afflittod'Afflitto, e cioè ''d’Africtod'Africto'', ''de Fricto'', ''de Flicto'', ''de Afflicto'', ''de Afflictis'', e le loro varianti, fossero riferibili alla stessa famiglia.<ref>{{Cita libro|titolo=C. DE LELLIS, Discorsi delle famiglie nobili del Regno di Napoli, vol. III, In Napoli, per gli heredi di Roncagliolo, 1671, pp. 243.}}</ref>
 
Con riguardo alla forma originaria ''de'' o ''da Filicto'', in particolare, ne è stata più recentemente proposta la derivazione dal termine ''afflictus'', quale variante di ''affictus'' con il significato di censo o reddito.
 
Una delle prime attestazioni documentarie della famiglia risale al 7 marzo del 1041<ref>{{Cita libro|titolo=Codice diplomatico amalfitano, cura di Riccardo Filangieri di Candida, Napoli, Stab. tipografico Silvio Morano, 1917, pp. 83-84, n. LIII.}}</ref>. Arrivarono invece a Scala, in età normanna (1131-1194), i d’Afflittod'Afflitto divennero ''domini'', cioè componenti dell’aristocraziadell'aristocrazia cittadina.
 
Alla famiglia appartennero anche alcuni vescovi della stessa città, eretta in diocesi nel 1069 circa: [[Vescovo di Scala|Orso]] (ca. 1144), [[Vescovo di Scala|Alessandro II]] (1171-1191 ca.), [[Vescovo di Scala|Costantino]] (1207-1220 ca.), [[Vescovo di Scala|Matteo]] (1227-1269 ca). Più tardi vi furono invece [[Vescovo di Scala|Natale Mastini d’Afflittod'Afflitto]] (1418-1450) e [[VescovoFrancesco di Scalad'Afflitto|Francesco]] (1583-†1593).
 
Nel 1280-1282 i d’Afflittod'Afflitto furono a più riprese giudici della città.
 
Nel 1144 il vescovo Orso donò alla chiesa di S. Stefania della stessa città due cervi d’argentod'argento recanti alla base le insegne dei d’Afflittod'Afflitto<ref>{{Cita libro|titolo=«1144, Ursus…donavit bibliam vetustissimam manu scriptam literis Langobardicis, Ecclesiae S. Stephaniae: codex argentea lamina coopertus erat. Idem donavit eidem Ecclesiae cervos duos argenteos, quorum pedibus spectantur Afflictorum insignia: forte Ursus ex ea nobili gente genitus fuerat», in F. PANSA, Istoria dell’anticadell'antica Repubblica d’Amalfid'Amalfi, Napoli, Severini, 1724, vol. II, p. 33.}}</ref>. Il dono lascerebbe intendere la diffusione a quest’epocaquest'epoca della tradizione circa la discendenza della famiglia da S. Eustachio, generale romano dell’imperatoredell'imperatore Traiano. Un episodio della leggenda del Santo, infatti, è incentrato su di un cervo che, durante una battuta di caccia, sarebbe apparso al generale romano Placido, poi passato alla storia come [[Eustachio (martire)|Sant’EustachioSant'Eustachio]], recando tra le corna la Croce e la figura di Cristo.
 
Dai testamenti dei membri emerge fra XI e XII secolo l’esistenzal'esistenza di un cospicuo patrimonio comprendente palazzi e possedimenti a Benevento, nonché proprietà a Scala e in tutto il ducato amalfitano.<ref>{{Cita libro|titolo=G. GARGANO, I primi tempi della "Civitas Scalensium" e la formazione del patriziato locale, in A. V., Scala nel medioevo. Atti del convegno di studi (Scala, 27-28 ottobre 1995), Amalfi, CCSA, 1997, pp. 105-106.}}</ref>
 
== I d’Afflitto nelle altre città del Regno ==