Felice Ippolito: differenze tra le versioni

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== Biografia ==
Figlio di [[Girolamo Ippolito]], si laureò nel [[1938]] in [[ingegneria civile]] indirizzando poi la sua carriera verso la [[geologia]]. Nel 1948 ottenne la libera docenza e nel [[1950]] la cattedra di Geologia Applicata presso l'[[Università Federico II di Napoli|Università di Napoli]]. Il suo interesse per l'impiego dell'energia nucleare a fini civili derivò dalla sua attività come [[geologo]] nella ricerca di [[uranio]].
 
Nel [[1952]] era segretario generale del Comitato nazionale per le ricerche nucleari, divenuto poi [[Comitato nazionale per l'energia nucleare]] (C.N.E.N.) nel [[1960]]. Il Comitato da lui amministrato non aveva personalità giuridica e non era per questo in grado di gestire risorse economiche. Nonostante questo, Ippolito fu in grado di attuare diversi progetti di sviluppo del settore nucleare, tra cui le [[Centrale elettrica|centrali]] [[Centrale elettronucleare Latina|di Latina]], [[Centrale elettronucleare Garigliano|del Garigliano]] e [[Centrale elettronucleare Enrico Fermi|di Trino Vercellese]]. L'[[Italia]] è in quel periodo il terzo paese al mondo per produzione di energia dal nucleare<ref>{{Cita web|url = https://www.corriere.it/scienze/08_maggio_22/nucleare_scheda_eb2f57bc-2801-11dd-b97e-00144f02aabc.shtml|titolo = La storia del nucleare in Italia|accesso=3 novembre 2020|sito = www.corriere.it|editore = Corriere della Sera}}</ref> e disponeva di competenze e ''[[know-how]]'' molto avanzate. Ippolito mira a rendere la nazione indipendente dal punto di vista energetico.<ref>''Di fatto con la morte di Mattei e la sconfessione dell'operato di Ippolito venivano meno due personalità che avevano operato in senso innovativo per l'indipendenza energetica del paese'', G. Pirzio, ''Energia e politica. Analisi delle politiche pubbliche nel settore elettronucleare'', Napoli 1990, citato in