Federconsorzi: differenze tra le versioni
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Fin dall'inizio fu costituita come cooperativa di secondo grado, avendo come soci i consorzi agrari, che in alcuni casi conservavano la vecchia denominazione di "[[comizi agrari]]". La Federconsorzi fu pensata soprattutto come strumento di acquisti collettivi per ottenere una calmierazione del mercato e una garanzia di qualità, soprattutto nei settori dei fertilizzanti e delle macchine agricole. La Commissione parlamentare di inchiesta, nella sua relazione finale del febbraio 2001, premette ai suoi lavori una ricostruzione storica dei quasi 100 anni di attività e sottolinea che la necessità di coprire il fabbisogno di credito agrario fu la causa prima del sorgere dei consorzi agrari e della loro federazione.
L'origine storica della Federconsorzi viene, infatti, individuata ai [[Monte frumentario|Monti frumentari]] che nel 1863 erano ben 2.051, ma che furono "spazzati via" dalle riforme dirigistiche dello Stato unitario. Altro vanto della Federconsorzi dell'epoca fu l'istituzione delle [[cattedre ambulanti di agricoltura]], una benemerita istituzione per diffondere la conoscenza della scienza agronomica negli ambienti rurali. Il primo direttore generale, poi nominato presidente nel 1905, fu [[Giovanni Raineri (politico)|Giovanni Raineri]]
== Il periodo fascista ==
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== Il dopoguerra ==
[[File:Monti - Palazzo Rospigliosi-Pallavicini 1020787.JPG|thumb|[[Palazzo Pallavicini Rospigliosi]], sede della presidenza della Federconsorzi]]
Alla fine del secondo conflitto mondiale, con il nuovo ordinamento del 1948, i consorzi agrari, governati dalla Federconsorzi, diventano società private ma con accesso al denaro pubblico. Per cui, [[Paolo Bonomi]], fondatore della Coltivatori Diretti, il sindacato degli agricoltori, prende il potere in nome e per conto della [[Democrazia Cristiana]], con lo scopo di controllare soldi e voti, sfruttando la tradizione cattolica dei contadini ed il fatto che il Ministero dell'
Epiche furono le battaglie - condotte da cultori di scienze agrarie come [[Manlio Rossi-Doria]]<ref>[https://agrariansciences.blogspot.com/2015/11/storia-della-federconsorzi-leta-degli.html?m=1 Antonio Saltini, ''Storia della Federconsorzi- “L'età degli ammassi e del "muro anticomunista"'', 5ª parte, 13 novembre 2015].</ref>, giornalisti e polemisti coraggiosi, come [[Mario Pannunzio]], [[Ernesto Rossi]] e il settimanale ''[[Il Mondo (rivista)|Il Mondo]]'', da grandi tribuni parlamentari come [[Giancarlo Pajetta]] - sulla situazione di privilegi di cui godeva la Federconsorzi, che, fu affermato, determinava l'elezione di un centinaio di parlamentari democristiani. Con l'uscita di scena di Bonomi, l'uomo di potere divenne [[Arcangelo Lobianco]]. Nel frattempo, la Federconsorzi perde alcune buone occasioni: si fa "soffiare" alcune idee, come il ''business'' del mais e della soia, da [[Ferruzzi]] e l'organizzazione dei supermercati dalla [[Lega Nazionale delle Cooperative e Mutue]].
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== La crisi ==
[[File:Giovanni Goria 2.jpg|thumb|
Secondo la relazione tenuta al Senato del 30 luglio 1991
===Il commissariamento===
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L'unica certezza conseguita, sotto il profilo legale, è che la Corte di appello di Roma alla fine del 2010 ha stabilito le modalità di calcolo degli interessi sui crediti vantati per la gestione degli ammassi, dopo che anni addietro i giudici avevano decretato l'esigibilità.
Quello che è successo è noto a tutti con le varie accentuazioni. Arriviamo a una conclusione: lo Stato deve al - e qui metto «puntini puntini» - mondo agricolo una cifra iperbolica, che si aggira sugli 800 milioni di euro più le rivalutazioni. Io credo che lo Stato debba tale cifra al mondo agricolo, altri dicono al sistema bancario, per cui ci sarà battaglia. Si tratta infatti di una cifra estremamente significativa.
Per dare certezza alla vicenda, visto che le cose semplici mi attraggono, ho sostituito il vecchio commissario, al quale vanno i miei ringraziamenti personali anche perché quando gli telefonai dall'Albania per comunicargli la mia decisione si comportò da signore vero e mi disse: «La ringrazio per avermi lasciato questa opportunità fino ad oggi, sono a disposizione di chi vorrà indicare per tutti gli aiuti del caso».
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Per tale scopo, in virtù di quanto recita il decreto Ministeriale datato 9 dicembre 2010, a firma del ministro Galan, furono nominati un commissario ed un sub-commissario della Federazione italiana dei consorzi agrari, rispettivamente Andrea Baldanza e Paolo Venuti<ref>Andrea Baldanza, magistrato della Corte dei conti presso la Sezione regionale del controllo per la Regione Abruzzo e Paolo Venuti, dottore commercialista del Circondario del Tribunale di Padova, che ricopre numerosi incarichi di amministrazione e di controllo presso società pubbliche, private e a partecipazione pubblica.</ref>, col seguente incarico: «i professionisti dovranno procedere alla ricognizione del contenzioso pendente, in particolare quello nei confronti del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali in ordine ai crediti derivanti dalla rendicontazione della [[Ammasso dei prodotti agricoli|gestione degli ammassi]] dei prodotti agricoli, nonché il contenzioso promosso dagli ex dipendenti della Federconsorzi e di alcune società da essa controllate, con il compito di definire, anche in via transattiva, i predetti contenziosi.»
Il 22 giugno del 2011 Luigi Farenga è stato nominato, dalla sezione fallimentare del Tribunale di Roma di cui è presidente Ciro Monsurrò, commissario liquidatore di Federconsorzi. Professore di diritto commerciale a Perugia e commissario dell'ex gruppo Cirio, Farenga subentra al dimissionario Sergio Schicchitano. Quest'ultimo
=== Le assemblee societarie del 2011 ===
Dopo 20 anni in cui in presenza del commissariamento governativo gli organi sociali avevano cessato di funzionare, il nuovo commissario governativo, appoggiato dai [[consorzio agrario|consorzi agrari]] tornati ''in bonis'',
==Le inchieste==
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La vicenda penale seguì due percorsi:
* uno presso il Tribunale di Roma,<ref>Proc. n.3988/93,</ref> per i reati fallimentari inerenti alle attività svolte dagli amministratori fino al commissariamento. Gli imputati sono stati prosciolti per intervenuta prescrizione ex art.129 c.p.p., nell'udienza del 31 marzo 2008 svoltasi presso la I sezione, dopo che era stato riconosciuto dagli stessi, un misero risarcimento danni alle parti civili costituite. Ma la Cassazione, con una sentenza depositata in data 5 marzo 2010,
* uno presso il Tribunale di Perugia,<ref>proc.n.474/96 R.G.</ref> per l'attività svolta dagli organi della procedura. L'organo giudicante ha pronunciato sentenza di condanna nei confronti degli imputati, unitamente alla società che aveva rilevato i beni della Federconsorzi a prezzo vile. In un primo tempo la vicenda vide coinvolti anche [[Cesare Geronzi]] <ref>Cesare Geronzi trovò a Perugia un Gip che, pur convinto che fosse avvenuto qualcosa di strano nell'operazione di vendita in blocco del patrimonio, lo ritenne, in quanto direttore generale del [[Banco di Santo Spirito]], non responsabile delle decisioni prese dal consiglio di amministrazione e dal presidente della banca. Il procuratore generale di Perugia, presentò appello contro il suo proscioglimento, perché riteneva che il direttore generale non fosse una figura secondaria e passiva. Il Tribunale ritenne inammissibile l'appello perché ritenuto tardivo (Guido Buschettu, novembre 2007 in "democraziaLegalità.it").</ref> e [[Sergio Cragnotti]],<ref>[[s:Federconsorzi: storia di un'onta nazionale/III|Antonio Saltini ''Polenghi Lombardo: una vendita da annullare'' Terra e Vita 1997]]</ref> e si concluse solo nel 2006 con la definitiva assoluzione da parte della Corte di Cassazione di [[Pellegrino Capaldo]] e di [[Ivo Greco]].
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=== La Commissione ministeriale Poli Bortone ===
[[File:Adriana Poli Bortone.jpg|thumb|Il ministro [[Adriana Poli Bortone]]
La Commissione d'indagine ministeriale, istituita dal
Una condanna era rivolta al sistema bancario che aveva finanziato la Federconsorzi senza adeguate garanzie e senza aver compiuto nessun'istruttoria al fine di verificare l'entità del rischio che andava ad assumere. Sulle cause del crack i membri della commissione così espressero le loro valutazioni: {{q|il dissesto della Federconsorzi, ha tra le sue cause, rilevanti carenze gestionali. Gli amministratori e gli organi preposti al controllo dell'azienda, hanno smarrito la via che porta sia all'equilibrio economico d'esercizio, e sia all'equilibrio finanziario e all'efficienza nell'utilizzazione delle risorse.
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===Le ricadute sui lavoratori===
Nel 2004, un certo numero di ex dipendenti promuoveva un’azione risarcitoria dinnanzi al Tribunale Civile di Roma, sul presupposto della responsabilità per “culpa in vigilando”, nei confronti del Ministero
Avendo il Ministro per le politiche agricole, Galan, ricordato che lo Stato è debitore nei confronti del mondo agricolo e ribadito che il credito deve essere riconosciuto all'agricoltura e non alle banche, particolarmente danneggiati appaiono gli ex dipendenti Fedit, anche con la rimessa ''in bonis'' della Federconsorzi, ma che - organizzatisi - dichiarano la volontà di fare chiarezza sulla vicenda attraverso un processo civile intrapreso nei confronti dell'ex Ministero dell'agricoltura (R.G. 29111/2004). Già nel novembre 2011, l'assemblea dei soci della Fedit, convocata presso il Ministero delle politiche agricole (autore del dissesto della Federconsorzi, unitamente agli amministratori ed al collegio sindacale), aveva approvato il bilancio, utile all'ulteriore passo avanti per tornare alla normalizzazione gestionale della fu istituzione. I consorzi agrari che hanno partecipato all'assemblea sono quelli di stretto collegamento alla [[Coldiretti]]; le altre organizzazioni degli agricoltori si sono poste in atteggiamento critico.
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Una parte dei dipendenti non volle legare le aspettative risarcitorie alla richiesta dei presunti crediti per la gestione degli ammassi di circa 70 anni or sono, respingendo il collegamento delle loro istanze con l’annoso problema ammassi, né vollero avere a che fare con la struttura che sta gestendo la partita economica in tale senso. Non aderirono quindi ad un accordo con il Commissario di Governo – per un risarcimento da pagarsi attraverso l’incasso ed il residuo di avanzo dei proventi degli ammassi – stipulato da un folto gruppo di ex dipendenti, che hanno voluto e si sono staccati dalla causa originaria in data 28 ottobre 2013, perché con l’accordo transattivo (Baldanza – Avvocati) il Giudice della II sezione civile del Tribunale di Roma, per loro, ha dichiarato cessata la materia del contendere.
A seguito di separazione dei giudizi, avvenuta con ordinanza del Giudice datata 28 ottobre 2013, sette ex dipendenti avevano ribadito e riproposto la richiesta del 2004 con le stesse motivazioni allo stesso Tribunale (N. R.G.80863/2013): per essi, il giudice ha ritenuto che la causa risarcitoria dovesse proseguire sulla doglianza per cui, con la mancata applicazione del D.lgs. 7 Maggio 1948 n. 1235, risulterebbe del tutto evidente la responsabilità per culpa in vigilando del Ministero
== Note ==
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