Il paese prendetrae il suo nome da un castello di forma quadrata, con quattro torrionitorri agli angoli, di cui rimangono alcune tracce nella borgata Colletto. Il luogo era noto ai romani, che vi lasciarono un'ara dedicata a Marte, ora murata sul retro del santuario di San Magno. La sua storia, comune a quella dell'intera valle Grana, è legata al Vescovo di Torino, a Cuneo, alle sorti degli Angioini, dei Marchesi di Saluzzo e dei Savoia. Al Santuario, dedicato a San Magno, eroe della mitica Legione Tebea, protettore del bestiame, accorrono ogni anno, particolarmente il 19 agosto, festa del patrono, pastori, margari, gente della pianura e delle vallate confinanti per presenziare ai festeggiamenti. A Castelmagno opera il Centro occitano di cultura “D. Dalmastro” un’associazione che da oltre trent’anni si adopera per la tutela e la valorizzazione della lingua occitana.