Riccardo Hellmuth Seidl: differenze tra le versioni

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{{Infobox militare
|Nome = Riccardo Hellmuth Seidl|Larghezzaimmagine=200px
|Immagine = Riccardo Helmut Seidl.jpg
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===La costituzione della specialità aerosiluranti===
Con l'entrata nella [[seconda guerra mondiale]] dell'Italia a fianco della [[Germania]], il 10 giugno [[1940]], la Regia Aeronautica si trovò a dover fronteggiare la minaccia della [[Royal Navy|flotta britannica]] nel [[mar Mediterraneo]]. A cominciare dall'agosto [[1940]], venne sperimentata e poi sviluppata la specialità [[Aerosilurante|aerosiluranti]]. Vennero creati diversi gruppi di volo e dislocati in [[Nordafrica|Africa settentrionale]], nel [[mare Egeo]], in [[Sicilia]] e [[Sardegna]]. Nel gennaio [[1941]]<ref>{{Cita web|autore=Sebastiano Tringali|url=http://www.regiamarina.net/arsenals/planes_it/torpedo_bombers/torpedo_it.htm|titolo=Gli Aerosiluranti Italiani|accesso=3 giugno 2007|editore=www.regiamarina.net|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070603075739/http://www.regiamarina.net/arsenals/planes_it/torpedo_bombers/torpedo_it.htm|dataarchivio=3 giugno 2007}}</ref> vennero affiancati ai [[Savoia-Marchetti S.M.79|Savoia-Marchetti S.79 Sparviero]] i più moderni, ma deludenti, [[Savoia-Marchetti S.M.84]].
 
[[File:Savoia-Marchetti S.M.84 torpedo.jpg|right|thumb|Il Savoia-Marchetti S.M.84 in versione aerosilurante]]
Il [[36º Stormo]]<ref name=U7p115>{{Cita|Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare 1977|p. 115}}.</ref> fu costituito il 1º febbraio [[1938]] con base l'[[aeroporto di Bologna-Borgo Panigale|aeroporto “Fausto Pesci”]],<ref name=U7p115/> da cui il primo distintivo con le [[Torri di Bologna|due torri bolognesi]].<ref name=U7p115/> Nel corso del conflitto operò con i citati SM.79 e [[Savoia-Marchetti S.M.81|S.M.81 Pipistrello]],<ref name=U7p115/> ma come stormo da bombardamento in [[Albania]], [[Jugoslavia]], [[Tunisia]] e [[Malta]]. Nell'estate del 1941,<ref name=U7p116>{{Cita|Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare 1977|p. 116}}.</ref> venne convertito in stormo aerosiluranti e rischierato sull'[[aeroporto di Decimomannu]],<ref name=U7p116/> in [[Sardegna]], in attesa della prima missione di combattimento nel nuovo impiego<ref name="aces">{{Cita web|url=http://surfcity.kund.dalnet.se/italy_santoro.htm|titolo=Capitano Corrado Santoro|accesso=2 giugno 2007|lingua=en|editore=Biplane fighter aces}}</ref>. Il comandante dello stormo era il colonnello Riccardo Helmut Seidl, succeduto al parigrado Carlo Drago.<ref name=U7p119>{{Cita|Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare 1977|p. 119}}.</ref>
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===L'attacco al convoglio Halberd===
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Seidl arrivò insieme agli altri quattro aerosiluranti del 109º Gruppo per secondo<ref name=G6p20>{{Cita|Gori 2006|p. 20}}.</ref> e alle 13:30 ordinò l'attacco. L'aereo del capitano [[Giusellino Verna]]<ref name=G6p20/> venne abbattuto dai caccia inglesi [[Fairey Fulmar]] di scorta che tentarono di impedire l'avvicinamento degli aerei italiani.<ref name=G6p20/> Il colonnello Seidl insieme all'aereo del capitano [[Bartolomeo Tomasino]] proseguirono sotto il fuoco nemico l'attacco alla HMS ''Nelson''. La nave venne colpita da un siluro e danneggiata gravemente, secondo alcune fonti da Seidl<ref name="aces"/>, ma entrambi gli aerei vennero abbattuti dall'antiaerea della ''''Prince of Wales''<ref name=G6p20/> e dello ''[[HMS Sheffield (C24)|Sheffield]]''<ref name="aces"/>.
 
Il danneggiamento della HMS ''Nelson'' è accreditato da alcune fonti all'allora maggiore Arduino Buri<ref>{{Cita web|autore=Giuliano Buri|url=http://www.ancastellanza.it/documenti/arduino_buri.doc|titolo=I vittoriosi dell'Italia sconfitta|accesso=3 giugno 2007|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070929080357/http://www.ancastellanza.it/documenti/arduino_buri.doc|dataarchivio=29 settembre 2007}}</ref> che fu tra i pochi a rientrare e rivendicò il risultato negli anni che seguirono, durante e dopo il conflitto. Ricerche successive incrociate con i dati dell'ammiragliato britannico fanno ritenere che Buri attaccò con il suo gregario la ''Rodney'' confondendola con la gemella ''Nelson'', mancandola. Le ricostruzioni del dopoguerra ritengono che sia stata la seconda ondata a colpire la ''Nelson'' e poiché è stato il primo dei due aerei a mettere a segno il siluro, è probabile sia stato Seidl a colpire il bersaglio. Nessuno di quegli aerei ritornò indietro e l'attribuzione rimane controversa.
 
Alla fine delle diverse ondate, furono sette gli aerei italiani abbattuti. Seidl, Tomasino,<ref name=U9p119>{{Cita|Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare 1969|p. 117}}.</ref> Rotolo<ref name=U9p251>{{Cita|Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare 1969|p. 251}}.</ref> e Verna<ref name=U9p278>{{Cita|Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare 1969|p. 278}}.</ref> morirono quel giorno e insieme a loro cadde il [[sergente maggiore]] [[Luigi Valotti]] che, con il suo caccia [[Fiat C.R.42|Fiat C.R.42 Falco]], aveva tentato di distrarre l'artiglieria antiaerea compiendo evoluzioni acrobatiche sopra le navi finendo a sua volta abbattuto e ucciso. A tutti e quattro i piloti degli aerosiluranti venne assegnata la Medaglia d'oro al valor militare alla memoria,<ref name=G6p20/> mentre a Valotti quella di [[Valor militare|bronzo]].