Montegioco: differenze tra le versioni

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== Storia ==
Citato nel 1152 per la prima volta, fu una località del distretto di Tortona, come riportato sugli Statuti cittadini (XIV secolo). Nel 1305 il castello di Montegioco era sotto il controllo di Pietro Opizzone. Nel 1406 subì gravi danni da parte dei guelfi in lotta contro il partito ghibellino dei Visconti, appoggiato dagli Opizzone. Delle sue strutture non è rimasta più traccia. Nel censimento del 1541 risultavano presenti 22 abitanti, molti dei quali massari del nobile Antonio Francesco Opizzone. Nel 1576 gli abitanti della parrocchia erano già saliti a 200. La piccola comunità, dietro versamento di una cospicua somma alla Camera Ducale, evitò di essere infeudata nel 1647 a Nicolò Busseti, ma in seguito rinunciò all'autonomia e nel 1689 fu infeudata ai fratelli Biagio Gaetano e Carlo Alessandro Busseti.elevandola Nela 1798marchesato fudal costituita22 unasettembre municipalità1689 repubblicana.a Nelcui regiofu decretoaggiunta della 1818signoria ildi comuneCasasco di(1698), Montegiocopoi fucol compresotitolo di marchesato nel mandamento1773, Cerreto Grue (1693), Corneliasca (1698), Montebore, Oliva, Rocca del Grue, Montebello, Berzano di VolpedoTortona (1733).
I Bussetti ricevettero l'investitura imperiale anche per i villaggi di Segagliate, Palazzo Bussetti e Pragasso.. Nel 1798 fu costituita una municipalità repubblicana. Nel regio decreto del 1818 il comune di Montegioco fu compreso nel mandamento di Volpedo.
 
In località Palazzo fu costruito già nella prima metà del XVII secolo, una residenza nobiliare dai Busseti di Tortona, dotata di estesi caseggiati rustici e di un mulino. Attualmente il palazzo si presenta ristrutturato nel XX secolo con le fattezze di un castello sormontato da una torre merlata e con gli spigoli della costruzione ornati da bertesche, recentemente restaurato. Solo un piccolo campanile a vela testimonia le origini seicentesche dell’edificio. Bene allodiale dei Busseti, passò in proprietà ad Emilio Signoris-Busseti (nominato nel 1810 dall’imperatore Napoleone I barone di Montegioco), mentre  dopo il 1817, anno della sua morte, rimase alla vedova Sofia Valesa e alla figlia Eugenia Signoris  sposata Guasco di Bisio, che nel 1881 ne fece vendita alla contessa Luigia Veglio di Castelletto. Dal 1899 al 1933 fu proprietà della contessa “Pepita” Franzini Ribaldi, figlia della contessa Veglio, e in seguito degli eredi Di Bernardo di Palermo proprietari fino agli anni ’60 del secolo scorso.