Bernabò Visconti: differenze tra le versioni

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La lega anti-viscontea formata da [[Scaligeri]], [[Gonzaga]], [[Este]] e dai veneziani si compiacque della divisione del dominio visconteo e ne approfittò per chiamare [[Carlo IV di Lussemburgo]] in Italia. Il 3 novembre [[1354]] l'imperatore giunse a [[Padova]] accompagnato da 300 cavalieri disarmati. Arrivato a [[Mantova]], i legati dei Visconti gli offrirono {{formatnum:200000}} fiorini: {{formatnum:150000}} fiorini per l'ottenimento del titolo di vicario imperiale per Matteo II, Galeazzo II e Bernabò e altri 50.000 in vista della sua incoronazione a [[Re d'Italia]]. Secondo il [[Matteo Villani|Villani]] si sarebbe dovuta tenere a [[Monza]] con la [[Corona Ferrea]] dopodiché l'imperatore si sarebbe diretto a [[Roma]] senza entrare a [[Milano]] e senza essere accompagnato. L'imperatore cercò anche di ristabilire la pace tra le parti con una tregua che sarebbe dovuta durare sino al maggio dell'anno successivo ma le pretese dei Visconti risultarono eccessive.
 
Carlo IV celebrò il [[Natale]] a Mantova poi si diresse con un esercito di 3.000 cavalieri verso i territori controllati dai Visconti. Si incontrò con Galeazzo II scortato da 500 uomini nei pressi di [[Lodi]], da lì fu accompagnato in città per passare la notte. Bernabò accolse l'imperatore all'[[abbazia di Chiaravalle]], qualche miglio a sud di Milano, donadogli trenta destrieri, cavalli e palafreni coperti di velluto scarlatto, drappi di seta e con selle e freni riccamente ornati. Durante il pranzo in abbazia, riuscì a convincerlo ad entrare in città.<ref>{{Cita|G. Giulini, ''op. cit.''|vol. V, pp. 395-396}}.</ref> Il 4 gennaio 1355 Carlo fece solenne ingresso a MIlanoMilano, dove fu accolto da migliaia di fanti e cavalieri in ricche vesti e sontuose bardature e dallo strepito assordante di centinaia di trombe, trombette, nacchere, tamburi e cornamuse. Fu poi invitato a salire al piano superiore del [[Palazzo Reale di Milano|Broletto Vecchio]] dalla cui finestra mirò le truppe viscontee in parata (10.000 fanti e 6.000 cavalieri).
 
Fu incoronato [[re d'Italia]] il 6 gennaio nella [[basilica di Sant'Ambrogio]] da [[Roberto Visconti]], arcivescovo di Milano, con la Corona Ferrea, venne unto con il [[Crisma|Sacro Crisma]] e gli fu consegnato un [[globo crucigero]] raffigurante Asia, Africa ed Europa. Seguirono giorni di festeggiamenti e corti bandite in cui l'imperatore creò quaranta nuovi cavalieri tra cui [[Gian Galeazzo Visconti]], che allora aveva appena quattro anni, e [[Marco Visconti di Parma|Marco Visconti]], primogenito maschio di Bernabò, di soli due mesi. Tra il 10 e il 12 gennaio Carlo IV lasciò la città scortato da seicento cavalieri viscontei e si diresse prima a [[Piacenza]] poi verso [[Pisa]] dove giunse il 18 febbraio. Il 5 aprile, giorno di [[Pasqua]], fu incoronato imperatore a [[Roma]]. In giugno, durante il viaggio di ritorno attraverso la [[Lombardia]], trovò però tutte le città chiuse al suo esercito e fu costretto a tornare in [[Germania]].<ref>{{Cita|G. Campiglio, ''op. cit.''|vol. III, pp. 3-6}}.</ref> Il 1 giugno i veneziani stipularono unilateralmente una pace con i Visconti e con i genovesi grazie all'intermediazione del milanese [[Marco Resta]], che fu persino nominato patrizio veneto, per lo sdegno degli altri componenti della lega.<ref>{{Cita|G. Giulini, ''op. cit.''|vol. V, p. 402}}.</ref>