Francesco Martinengo Colleoni: differenze tra le versioni
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Fu incaricato di accompagnare nel 1585 [[Carlo Emanuele I di Savoia|Carlo Emanuele]] il giorno del suo matrimonio con l'infante [[Caterina Michela d'Asburgo|Caterina]] figlia di [[Filippo II di Spagna|Filippo II]]. La sua vicinanza al duca di Francia si mise in crisi con la sua vicinanza ai Savoia che avevano rafforzato i propri rapporti con gli [[Casa d'Asburgo|asburgo]], egli infatti malgrado gli ottimi rapporti non aveva mai voluto ottenere una rendita vitalizia, cosa che lo lasciava libero.<ref>{{cita libro|autore=Francesco Vendramin|titolo=Relazioni degli ambasciatori veneti…|p=446|anno=1589|citazione=«mai voluto obbligarsi con pensioni al re Cattolico né ad altri principi»}}</ref>
Combatté per
Fece poi il suo ritorno sul fronte francese dove riconquistò il forte di Exilles riconquistato dal comandate [[François de Bonne de Lesdiguières]]. Per le sue qualità militari la repubblica veneziana lo rivoleva al suo servizio e chiese di Savoia di lasciarlo libero da ogni incarico, ma fu proprio Francesco a non voler lasciare il duca Carlo Emanuele in un momento di così difficile instabilità. Dopo il suo ritorno da Roma dove era stato inviato in qualità di ambasciatore, riprese gli incarichi militari con a fianco il nipote [[Giovanni Estore Martinengo Colleoni|Giovanni Estore]]. Il 18 gennaio 1598 lasciò gli incarichi militari con i Savoia, anche perché non era favorevole alla guerra che la Francia voleva intraprendere contro la Spagna, per tornare al servizio della repubblica veneziana che lo nominò capitalo generale della cavalleria leggera. Aveva la capacità militare lo portò a essere esperto di conquiste e difesa dei centri fortificati, tanto da essere chiamato anche dai Gonzaga a controllare le fortificazioni del Monferrato, e nei primi anni del [[XVII secolo]] fu incaricato dalla Repubblica veneziana di controllare tutti i castelli di Bergamo, Orzinuovi, Crema e Brescia.
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