Archelon ischyros: differenze tra le versioni

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== Paleobiologia ==
[[File:Eutrephoceras dekayi var. montanensis - Naturhistorisches Museum Nürnberg - Nuremberg, Germany - DSC04178.jpg|thumb|left|''[[Eutrephoceras|Eutrephoceras dekayi]]'', potrebbe essere stato una delle prede di ''Archelon''.<ref name=wendell/> Fossile esposto presso il Natural History Museum Nuremberg|alt=A shiny ammonite shell is a piece of shiny rock]]
''Archelon'' era un [[Carnivoro|carnivoro obbligato]]. Il grosso piastrone dell'animale indica probabilmente trascorreva molto tempo sul fondale marino morbido e fangoso, cibandosi lentamente sul fondale. Secondo il paleontologo americanostatunitense Samuel Wendell Williston, le fauci dell'animale erano perfettamente adattate per schiacciare e frantumare, indicando che ''Archelon'' si nutrisse di grandi [[molluschi]] a guscio duro e [[crostacei]]. Nel 1914, sempre Williston suggerì che gli abbondanti [[bivalvi]] dal guscio sottile (alcuni dei quali superavano i 120 centimetri (4 piedi) di diametro), sarebbero stati facilmente in grado di sostenere l'animale.<ref name=wendell/> Tuttavia, questi erano probabilmente assenti nella parte centrale del mare interno occidentale, del Campaniano inferiore. Al contrario, il becco potrebbe essere stato utilizzato per tagliare la carne,<ref name=everhart/> e in grado di arpionare pesci e rettili più grandi,<ref name=wieland1900/> così come creature dal corpo molle, similmente alla tartaruga liuto, come [[calamari]] e [[Medusa (zoologia)|meduse]].<ref name=hoganson/><ref name=autogenerated2/> Tuttavia, è anche possibile che il becco affilato fosse usato solo in combattimento contro altri ''Archelon''. Il nautilus ''[[Eutrephoceras|Eutrephoceras dekayi]]'' è stato ritrovato in gran numero vicino ad un esemplare di ''Archelon'' e potrebbe essere stato una sua potenziale fonte di cibo.<ref name=wendell/> È anche possibile che ''Archelon'' si nutrisse di ciò che trovava sulla superficie dell'acqua.<ref name=everhart/>
 
Nonostante le grandi e potenti pinne ''Archelon'' aveva arti anteriori più deboli rispetto a quelli della tartaruga liuto, e quindi una minore capacità nel nuoto a propulsione. Pertanto si pensa che non frequentasse l'oceano aperto, preferendo acque poco profonde e più calme. Ciò è indicato anche dalla somiglianza tra il rapporto omero/braccio e mano/braccio di ''Archelon'' e altri [[Cheloniidae|cheloniidi]], che presentano uno scarso sviluppo degli arti in pinne e una preferenza per l'acqua bassa.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=I.|cognome=Gerheim|nome2=P. S. R.|cognome2=Romano|anno=2015|titolo=The Evolution of the Flippers and Paleoecology of Panchelonioidea (Testudines, Cryptodira)|rivista=PeerJ PrePrints|doi=10.7287/peerj.preprints.1039v1}}</ref> Viceversa, il grande rapporto tra pinne e carapace dei protostegidi e le dimensioni delle pinne simili, a quelle della predatrice [[Caretta caretta|tartaruga comune]] (''Caretta caretta''), combinata con un corpo ampio, indica che queste tartarughe potessero inseguire attivamente le prede, anche se probabilmente non avrebbero potuto sostenere alte velocità.<ref>{{Cita pubblicazione|url=https://archive.org/details/osteologyofproto27wiel/page/294|cognome=Wieland|nome=G. R.|anno=1906|titolo=The Osteology of ''Protostega''|rivista=Memoirs of the Carnegie Museum|volume=2|numero=7|p=294}}</ref> Nel complesso, ''Archelon'' potrebbe essere stato un nuotatore moderatamente buono, capace di viaggiare nell'oceano aperto.<ref name=wendell/>