Giuseppe Garibaldi: differenze tra le versioni

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Il 16 agosto Brown iniziò a fare fuoco. Risultano inutili i tentativi di resistenza; Urioste cercò di portare lo scontro sulla terra ma venne sconfitto, intanto [[Alberto Villegas]] con il suo gruppo fuggì. Dopo tre giorni di combattimenti,<ref>{{Cita|Dumas|p. 154}}.</ref> le navi vennero incendiate, ma alcuni dei corsari saltarono in aria con esse. Garibaldi si trasferì prima a [[Goya (Corrientes)|Goya]] e, dopo vari spostamenti, il 19 novembre si ritrovò a [[Paysandú]]; qui ricevette l'ordine dal generale [[Felix Edmondo Aguyar]] di compiere alcune azioni militari. Venne poi richiamato a Montevideo, ma prima di raggiungerli dovette bruciare nuovamente la flottiglia che comandava. Giunto nel dicembre del 1842 con l'incarico di ricostruire la flotta perduta, con un attacco affondò il 2 febbraio [[1843]] un brigantino che faceva parte della flotta di Brown; pochi giorni dopo venne respinto un primo tentativo del generale [[Manuel Oribe]]; [[Assedio di Montevideo (1843-1851)|l'assedio]] iniziò il 16 febbraio 1843.<ref>{{Cita|Possieri|p. 102}}.</ref> Il 29 aprile, dopo aver rinforzato l'[[Isla de Ratas]], si ritrovò di fronte il giorno dopo nuovamente Brown. L'ammiraglio contava su due brigantini e due golette, Garibaldi due imbarcazioni con un cannone ciascuno; gli inglesi intervennero salvandoli.<ref>L'isolotto venne poi chiamato [[Isola della Libertà]], {{Cita|Scirocco|pp. 104-105}}</ref>
[[File:Insegna Legione Italiana 1846.jpg|alt=Insegna Legione Italiana 1846.jpg|miniatura|Insegna della Legione Italiana in Uruguay (1846)]]
Alla fine dell'anno prese il comando della [[Legione italiana (Garibaldi)|Legione italiana]], nella quale combattevano quasi 500 volontari. Salutando il vessillo della legione, il volontario italiano Luigi Missaglia gridò:{{Citazione|Italiani! Questi non sono i colori che la nostra Patria, costituita in nazione libera e indipendente dalle Alpi al mare, un giorno adotterà. Questo vessillo è simbolo di lutto e di vendetta...Stringiamoci tutti per ora intorno a questa bandiera, che, santificata in terra straniera dalla vittoria e simbolo della nostra stessa oppressione, deve essere tenuta alta fino alla morte per l'onore d'Italia.<ref>A.M.Ghisalberti, Figure rappresentative del Risorgimento, Torino 1954, p.52</ref>}} Il colore scelto per le divise fu il rosso,<ref>Erano delle tuniche di lana rosse, erano state preparate per chi lavorava nei macelli (i saladeros), ma interrotto il traffico fu merce mai giunta a destinazione. Il governo approfittò del prezzo basso.{{Cita|Scirocco|p. 101}}</ref>; la bandiera, un drappo nero rappresentava il [[Vesuvio]] in eruzione.<ref>L'ammiraglio Winnington-Ingram raccontò i vari particolari e vide lo stesso Garibaldi indossarne una durante l'attacco a Montevideo nel testo: {{cita libro|H.F.|Winnington-Ingram |Hearts of Oak|1889|Allen|Londra}} Si veda anche: {{Cita|Possieri|pp. 103-104}}</ref> In seguito venne tradito dal colonnello [[Angelo Mancini]],<ref>Disertò insieme ad altri ufficiali. {{Cita|Smith|p. 27}}</ref> Dopo piccole vittorie conseguite rifiutò in una lettera del 23 marzo [[1845]] la proposta fatta a gennaio dal generale [[Fructuoso Rivera]], capo dei ''Colorados'', che voleva regalare alcune terre alla Legione italiana.<ref>Come aveva fato in precedenza con la legione francese si veda anche {{Cita|Sacerdote|p. 285}}</ref>
 
Si cercò di far finire l'assedio: si opposero senza successo gli ammiragli [[Samuel Ingliefeld]] e [[Émile Lainé]]<ref>[http://www2.assemblee-nationale.fr/sycomore/fiche/%28num_dept%29/10897 ''Assemblée nationale''] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20170803131634/http://www2.assemblee-nationale.fr/sycomore/fiche/%28num_dept%29/10897 |data=3 agosto 2017 }}</ref>, mentre Brown si ritirò, e tempo dopo volle salutare il suo avversario. Nell'agosto 1845 Ingliefeld iniziò insieme a Garibaldi ad aprirsi un varco, con l'intenzione di conquistare porti nemici.<ref>{{Cita|Possieri|p. 105}}.</ref> Il nizzardo comandava due brigantini: ''Cagancha'' (64 uomini)<ref>{{cita libro|Ivan |Boris |Gli anni di Garibaldi in Sud America: 1836-1848, pag 248|1970|Longanesi|}}</ref> e il ''28 de marzo'' (36 uomini), e altre navi. Si aggiunsero i validi aiuti di [[Juan de la Cruz]] e [[José Mandell]]. Dopo aver preso l'[[isola del Biscaino]] e [[Gualeguaychú]]<ref>Dove il comandante militare era un certo colonnello Villagra e non il torturatore Millán, equivocando con Gualeguay, città del passato di garibaldi. Si veda {{Cita|Scirocco|p. 112}}</ref> si aggiunse la goletta francese ''Eclair'' al cui comando vi era [[Hippolite Morier]], si giunse davanti a Salto, occupata dagli uomini di [[Manuel Lavalleja]].<ref>Manuel, fratello del più celebre generale [[Juan Antonio Lavalleja]], ignorò il messaggio inviatogli da Garibaldi, era il 6 ottobre. Si veda {{cita libro|Ivan |Boris |Gli anni di Garibaldi in Sud America: 1836-1848, pag 253|1970|Longanesi|}}</ref> Egli, dopo essere stato sconfitto da [[Francesco Anzani]], abbandonò la città che il 3 novembre fu occupata da Garibaldi.