Ut queant laxis: differenze tra le versioni

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'''''Ut queant laxis''''' è l'[[inno (liturgia)|inno]] [[Liturgia|liturgico]] dei [[Vespri]] della [[Solennità (liturgia)|solennità]] della natività di [[San Giovanni Battista]] che ricorre il 24 giugno.<br>
[[File:Johannes.Hymnus.ogg]]<br>
La fama di questo inno in [[strofe saffica]], scritto dal monaco storico e poeta [[Paolo Diacono]], si deve a [[Guido d'Arezzo]], che ne utilizzò la prima strofa per trarne i nomi delle sei [[notaNota musicale(musica)|note musicali]] dell'[[Solmisazione|esacordo]]:
 
{{citazione|Affinché possano cantare<br />con voci libere<br />le meraviglie delle tue gesta<br />i servi Tuoi,<br />cancella il peccato<br />dal loro labbro impuro,<br />o [[San Giovanni Battista|San Giovanni]]|Inno a San Giovanni|'''[[Ut (nota)|Ut]]''' queant laxis<br />'''[[Re (nota)|Re]]'''sonare fibris<br />'''[[Mi (nota)|Mi]]'''ra gestorum<br />'''[[Fa (nota)|Fa]]'''muli tuorum<br />'''[[Sol (nota)|Sol]]'''ve polluti<br />'''[[La (nota)|La]]'''bii reatum<br />[[Si (nota)|Sancte Iohannes]]|lingua=la}}
 
A ciascuna sillaba qui evidenziata corrisponde infatti, nella musica dell'inno, la relativa [[Nota musicale|nota]] con cui è cantata. Da tale criterio convenzionale derivano tuttoraderivarono i nomi delle note musicali: Ut-Re-Mi-Fa-Sol-La, con Ut che, successivamente, venne sostituito da Do, sillaba che, terminando con una vocale, si pronuncia in modo più agevole nel [[solfeggio]].<ref>Successivamente la sillaba '''ut''' fu sostituita con ''[[Do (nota)|do]]''; l'artefice della sostituzione fu per lungo tempo erroneamente identificato in [[Giovanni Battista Doni]], il quale nel [[XVII secolo]] avrebbe a questo scopo impiegato la prima sillaba del proprio cognome; in realtà l'uso della sillaba '''do''' è attestato già nel 1536 (dunque molto prima della nascita di Doni) in un testo di [[Pietro Aretino]], ed è presa dal latino "Dominus".</ref>
 
Il nome della nota Si non si deve a Guido D'Arezzo, ma fu aggiunto solo nel [[XVI secolo]]: infatti il [[canto gregoriano]], e la [[musica medievale]] in genere, non prevedevano l'uso della [[sensibile]], cioè del settimo grado della scala. Non stupisce pertanto, nella musica dell'inno in questione, che la nota iniziale del settimo e ultimo verso della strofa non prosegua l'andamento diatonico ascendente delle sillabe iniziali dei 6 versi precedenti (noninfatti sianon cioèè un Si, secondo la notazione moderna, ma un Sol).<br>Il nome della settima nota della scala diatonica fu tratto dalle iniziali delle due parole che compongono detto verso: ('''[[Si (nota)|S]]'''ancte '''[[Si (nota)|I]]'''ohannes = Si).
 
L'inno nella versione originale prosegue così: