Nacque a Firenze il 29 aprile 1899, figlio di Egisto e di Itala Niccolai.<ref name="aw"/> Mentre lavorava come apprendista [[falegname]] fu chiamato a prestare servizio militare nel [[Regio Esercito]] nel febbraio 1917 presso il 184° [[Battaglione]] M.T., e nel giugno successivo passò al deposito dell'[[8º Reggimento fanteria "Cuneo"|8° Reggimento fanteria]] della [[Brigata Cuneo]].<ref name="aw"/> Inviato in [[Fronte italiano (1915-1918)|zona di operazioni]], fu destinato in servizio al [[269º Reggimento fanteria "Aquileia"|269° Reggimento fanteria]] della Brigata Aquileia nel novembre dello stesso anno. Rimase ferito in combattimento alle gambe da alcune [[Scheggia|schegge]] di [[Granata (arma)|granata]] a [[Possagno di Piave]] e fu ricoverato presso un [[ospedale]] da campo, ed appena guarito ritornò al fronte assegnato ad un reparto [[Minatore|minatori]] del [[genio militare]].<ref name="aw"/> Nell'aprile 1918 fu inviato a frequentare un corso per mitraglieri, al termine del quale, nel mese di luglio, fu destinato alla 1696ª [[Compagnia (unità militare)|Compagnia mitraglieri]] del [[95º Reggimento fanteria "Udine"|95° Reggimento fanteria]] e partecipò ai combattimenti su Col Moschin ed all'inseguimento delle truppe nemiche in ritirata dopo l'esito favorevole della [[battaglia di Vittorio Veneto]].<ref name="aw"/> Dopo la firma dell'[[armistizio di Villa Giusti]] rientrò al deposito reggimentale da dove partì, il 4 dicembre 1919, con il reggimento per l'[[Albania]], destinato a prestare servizio nella [[città]] di [[Valona]] per la difesa di quella piazza.<ref name="aw"/> Promosso [[caporale]], ricevette il compito di sorvegliare e difendere una importante posizione posta tra le quote 203 e 213 di Monte Longia e Monte Messovan, il caposaldo della difesa di Valona.<ref name="aw"/> Piazzatosi nella [[trincea]] della selletta compresa tra le due quote, al comando di un nucleo di sei uomini armati con una [[mitragliatrice]], svolse attiva opera di sorveglianza.<ref name="aw"/> All'alba del 23 luglio 1920 si scatenò [[Guerra di Valona|violentemente l'attacco]] di una formazione di ribelli albanesi, a cui tenne testa per due ore utilizzando la mitragliatrice ed impedendogli di varcare la linea dei reticolati.<ref name="aw"/> Per due volte l'[[arma]] si inceppò e fu rimessa in funzione sotto il fuoco nemico, e quando i ribelli superarono i reticolati e intimarono la resa al nucleo di soldati italiani egli proseguì imperterrito a sparare sul nemico fino a quando l'arma divenne inservibile.<ref name="as">{{Cita|ANA Conegliano||as}}.</ref> Allora si lanciò contro gli avversari tentando di aprirsi una via di fuga a colpi di bombe a mano e cadde colpito a morte con il corpo crivellato di ferite.<ref name="as"/> Con Regio Decreto del'8 gennaio 1922 fu insignito della [[medaglia d'oro al valor militare]] alla memoria.<ref name=C8p226/> Una via di Firenze porta il suo nome.