Codice giustinianeo: differenze tra le versioni

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<u>Il '''Codice giustinianeo'''</u> (in [[lingua latina|latino]] ''Codex Iustinianus'' o ''Iustiniani'') <u>è una raccolta ufficiale di [[costituzione imperiale|costituzioni imperiali]] redatta per ordine dell'[[Impero Romano d'Oriente|imperatore romano d'Oriente]] [[Giustiniano I|Giustiniano]]</u>, ad opera di una commissione da lui nominata. <u>Fa parte della raccolta di leggi e massime di diritto nota come ''[[Corpus iuris civilis]]''.</u>
 
Di esso furono redatte due edizioni: la prima, il '''''Codex Iustinianus primus''''' o '''''vetus''''' del [[529]], è andata perduta, mentre la seconda, il '''''Codex Iustinianus repetitae praelectionis''''' del [[534]], ci è pervenuta integralmente.
 
==Il Codex Primus o Vetus==
<u>Il Codex Iustinianus primus o vetus non ci è pervenuto, ma esso fu verosimilmente un ampliamento del [[Codice Teodosiano]].</u> Tale ipotesi è giustificata soprattutto dall'esiguità del tempo occorso per la redazione dell'opera.
 
===L'idea===
<u>Il 13 febbraio [[528]], a meno di un anno dalla sua ascesa al trono imperiale, Giustiniano emanava la costituzione</u> ''[[Haec quae necessario]]'', che costituisce una chiara dichiarazione di intenti.
 
<u>In essa l'imperatore manifestava la volontà di procedere ad un riordinamento che ponesse fine alle lungaggini processuali,</u> e disponeva pertanto di avviare la redazione di un codice di [[legge romana|leges]], nel quale confluissero i materiali facenti parte dei precedenti codici, nonché le costituzioni emanate dopo la pubblicazione del [[Codice Teodosiano]], fino alla produzione legislativa dello stesso Giustiniano.
 
Nel nuovo codice non dovevano essere accolte le disposizioni cadute in desuetudine o abrogate da costituzioni successive.
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Della stesura del codice venne incaricata una commissione composta di dieci membri: funzionari o ex funzionari imperiali, avvocati e capi militari, con l'aggiunta di un professore di [[diritto]].
 
<u>A presiedere la commissione fu chiamato Giovanni, ''ex quaestor sacri palatii'', erroneamente identificato con [[Giovanni di Cappadocia]].</u>
 
Ai commissari fu dato il potere di apportare aggiunte, tagli e modifiche (le cosiddette ''interpolazioni'') al testo delle costituzioni, al fine di renderle più chiare e di riunire o dividere le disposizioni in modo da porle sotto i titoli appropriati.
 
===Il compimento===
<u>L'opera fu compiuta in appena un anno.</u> Il termine dei lavori viene annunciato da Giustiniano il 7 aprile [[529]], con la costituzione ''[[Summa rei publicae]]''. In essa l'imperatore ordina che nei processi vengano citate solo le costituzioni contenute nel codice e vieta l'utilizzo di testi diversi da quelli inseriti nel Codex appena pubblicato.
 
Il ''Codex Iustinianus Vetus'' entrò in vigore il 16 aprile [[529]]