Jacob Burckhardt: differenze tra le versioni

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Nel 1846 partì per l'Italia, dove soggiornò per un biennio, restando affascinato dalla ricchezza del [[patrimonio culturale]] italiano e scoprendo soprattutto nelle opere del [[Rinascimento]] una bellezza senza pari. Tornato in patria, dopo due anni riprese l'insegnamento, ma nel [[1853]] l'Università di Basilea lo licenziò a causa di ristrettezze economiche; questo avvenimento lo amareggiò a tal punto che non si riprese mai completamente.
 
Si affidò alla letteratura, e nel [[1853]] pubblicò la sua prima grande opera ''Il tempo di Costantino il Grande'' seguita da "''Il Cicerone. Guida al godimento delle opere d'arte in Italia''", (edizione originale [[Basilea]] [[1855]]) ristampata a [[Firenze]] nel [[1955]], una guida per tutti coloro che si apprestavano a effettuare un soggiorno in Italia. L'opera, pur non completa, è di agevole comprensione, il che ne favorirà la diffusione soprattutto tra i non "esperti in materia", divenendo un modello di interpretazione estetica e di ricostruzione storica, dall'[[antica Grecia]] sino al [[Barocco]], molto apprezzato e seguito; il suo maggiore merito fu quello di aver descritto l'opera d'arte ripescando il suo proprio linguaggio.
 
[[Nietzsche]], suo allievo ed amico, dopo aver letto "Der Cicerone" si pronunciò in modo favorevole e citò l'opera in alcuni suoi scritti. Grazie alla pubblicazione del Cicerone ottenne una cattedra presso l'[[Università di Zurigo]], dove insegnò dal [[1855]] fino al [[1858]].