Clan D'Alessandro: differenze tra le versioni

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In collaborazione con il clan Di Martino, è attivo anche in [[Emilia-Romagna]] (province di [[Provincia di Rimini|Rimini]], [[Provincia di Bologna|Bologna]], [[Provincia di Ravenna|Ravenna]] e [[Provincia di Parma|Parma]], soprattutto in [[Salsomaggiore Terme]], dove sarebbe operativa una propaggine del clan)<ref>{{Cita web|autore = |url = http://www.legalita.rn.it/wp-content/uploads/2015/07/mappatura-famiglie.pdf|titolo = ‘NDRANGHETA CAMORRA E MAFIA SICILIANA IN EMILIA-ROMAGNA (2010-2015)|accesso = |data = }}</ref>. Secondo una indagine partita nel 2017, il quale esito sono stati 26 arresti, eseguiti in data 3 giugno 2020, ai danni dei clan D'Alessandro e Afeltra-Di Martino, i D'Alessandro erano in attività con le [['ndrina|'ndrine]] [['Ndrina Bellocco|Bellocco]] e [['Ndrina Pesce|Pesce]] del comune di [[Rosarno]], nel [[Città metropolitana di Reggio Calabria|Reggino]], le quali costituivano il maggiore canale di approvvigionamento di [[droga|stupefacenti]] del clan stabiese e del clan dei [[Monti Lattari|Lattari]]<ref name=G />.
 
==Cenni storiciStoria ==
La origine risale alla metà degli anni Settanta e le cui alleanze hanno attraversato la storia dei [[Raffaele Cutolo|Cutolo]], dei [[Clan dei casalesi|Bardellino]] e dei [[Clan Nuvoletta|Nuvoletta]] – non ha fatto affari solo con la droga, che comunque fa arrivare al porto di [[Ravenna]] per poi trasportarla via terra in altre zone, tra la bassa [[Campania]] e la [[Calabria]]. Ci sono night club, ristoranti, bar e negozi di abbigliamento, soprattutto gli outlet e quelli di intimo, nei quali piazzarci come commesse alcune delle ragazze fatte arrivare dall’estero e non inserite nei locali notturni. E in loco, a occuparsi della logistica dei boss, ci pensano gli autoctoni, con i quali i camorristi si incontrano sotto gli occhi di tutti, nei caffè dei centri commerciali della zona.
Per quanto riguarda invece il capitolo delle infiltrazioni in riva all’[[Adriatico]], le carte dell’antimafia partenopea parlano di conseguimento e controllo diretto o attraverso prestanome (spesso le donne dei boss) di attività economiche e imprenditoriali, usura, detenzione di armi da guerra ed esplosivi, riciclaggio e omicidi, come quelli di '''Luigi Tommasino''', il consigliere comunale Pd di Castellamare ucciso nel 2009, del parcheggiatore abusivo Antonio Scotognella e di Aldo Vuolo. Delitti che chiamano in causa sempre loro, gli uomini dei '''D’Alessandro''', i quali dalla provincia di [[Napoli]] hanno a lungo soggiornato in Romagna programmando da qui anche gli ammazzamenti. E a questa zona infatti gli investigatori iniziano a guardare sulla scorta di quanto, in due fasi articolatesi tra il 2006 e il 2008, cominciano a dire alcuni collaboratori di giustizia partendo da diversi anni prima.<ref>[https://www.ilfattoquotidiano.it/2013/10/01/mafia-da-castellamare-di-stabia-alla-romagna-rete-del-clan-dalessandro/723281 Mafia, da Castellamare di Stabia alla Romagna: la rete del clan D’Alessandro]</ref>