Via Giulia: differenze tra le versioni
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La strada ha preso il nome dal suo committente, [[papa Giulio II]], che la fece costruire nel 1508.<ref name=bramanteDbi/><ref name=del472>{{Cita|Delli| p. 472}}.</ref> È stata chiamata anche ''Via Magistralis'' ("Strada principale in latino") per la sua importanza<ref name=del472/>, e anche ''Via recta'' ("Via Dritta") per la forma del suo tracciato.<ref name=del473/>
==Storia==
A Roma, fin dall'alto [[Medioevo]], mentre il cuore politico e rappresentativo della città sembrava essere rimasto sul Campidoglio, l'area dell'antico ''[[Campo Marzio (antichità)|Campus Martius]]'' si sviluppò in uno dei quartieri più densamente popolati (''abitato'').<ref>{{Cita|Visceglia (2003)}}.</ref> Il dedalo di stretti vicoli era attraversato da tre sole anguste strade: la ''Via Papalis'' ("Via Papale"),<ref>Oggi ''Via dei Banchi Nuovi'' - ''via del Governo Vecchio'' - ''piazza di Pasquino'' - ''piazza di S.Pantaleo'' - ''piazza d'Aracoeli'' - ''Campidoglio'' - ''Stradone di S.Giovanni''</ref> la ''Via Peregrinorum'' ("Via dei Pellegrini")<ref>Oggi ''Via dei Banchi Vecchi'' - ''Via del Pellegrino'' - ''Via dei Giubbonari''
===Il progetto di Giulio II===
[[File:Inschrift Julius II. Via Curato-Banchi.jpg|thumb|iscrizione di Giulio II, 1512]]
Oltre alla ricostruzione della Basilica di San Pietro, Giulio II fece realizzare molti progetti nell'ambito del rinnovamento urbano di Roma (la ''Renovatio Romae''), compito iniziato quarant'anni prima da suo zio, [[papa Sisto IV]], nei rioni di [[Ponte (rione di Roma)|Ponte]], [[Parione]], [[Sant'Eustachio (rione di Roma)|Sant'Eustachio]] e [[Colonna (rione di Roma)|Colonna]].<ref name=cast378>{{Cita|Castagnoli| pp.378}}.</ref> Una delle più importanti fu la creazione di due nuovi rettifili a destra e a sinistra del Tevere: Via Giulia, una nuova strada di rappresentanza che attraversava il quartiere più popoloso di Roma, dal [[Ponte Sisto]] al quartiere dei mercanti fiorentini sull'ansa del [[Tevere]],<ref name=pie798>{{Cita|Pietrangeli(1979)| p. 8}}.</ref> e un rettilineo lungo la riva destra del Tevere dalla [[Porta Settimiana]] in [[Trastevere]] all'[[Ospedale di Santo Spirito in Sassia|Ospedale di Santo Spirito]] in [[Borgo (rione di Roma)|Borgo]], la ''[[Via della Lungara]]''.<ref name=cast38081>{{Cita|Castagnoli| pp.380-381}}.</ref> Entrambe le strade fiancheggiavano il Tevere ed erano strettamente collegate ad esso.<ref name="po19"/> La Lungara quindi, che nelle intenzioni del [[papa]] doveva raggiungere Piazza di [[Santa Maria in Trastevere]] e il [[Porto di Ripa Grande]], aveva il duplice scopo di redistribuire il flusso dei pellegrini verso San Pietro<ref name=cast38081/> e di permettere il trasporto delle merci provenienti dalla [[Via Aurelia]] e dalla [[Via Portuense]] verso il centro della città.<ref name="po19"/>
L'idea principale dietro questi interventi era quella di sovrapporre una rete stradale regolare con il baricentro dato dal fiume all'insieme disordinato di edifici che era la Roma medievale; insieme alla nuova [[Borgo Nuovo (Roma)|Via Alessandrina]], appena inaugurata nel Borgo da Alessandro VI, e alla ''Via dei Pettinari'' che collegava il [[Trastevere]] da un lato e il [[Campidoglio]] dall'altro, la Lungara e Via Giulia, che secondo il progetto originario avrebbe dovuto raggiungere anche l'Ospedale di Santo Spirito in [[Borgo (rione di Roma)|Borgo]] grazie al ricostruito ''[[Pons Neronianus]]'',<ref name=del472/><ref name=cast380>{{Cita|Castagnoli|pp.380}}.</ref> venivano a creare una struttura quadrangolare regolare nel labirinto di vicoli della città.<ref name="po19"/> Grazie a questi interventi, il centro della città si sarebbe spostato in direzione del Vaticano e di Trastevere, a scapito del [[Palazzo Senatorio]] sul [[Campidoglio]], simbolo del potere della nobiltà romana.<ref name=
Oltre a possedere una funzione di comunicazione e di rappresentanza, la strada avrebbe dovuto ospitare il nuovo centro amministrativo laico della città.<ref name="po19"/> Un disegno del Bramante scoperto agli Uffizi da [[Luitpold Frommel]] mostra un nuovo grande complesso amministrativo, il ''Palazzo dei Tribunali'', che si affaccia su una piazza di rappresentanza (il ''Foro Iulio'') aperta sulla nuova strada.<ref name="po19"/> Questo foro venne progettato tra il ''Palazzo'' stesso e la vecchia ''[[Cancelliere#
Intorno al 1508, [[Donato Bramante]], il capomastro costruttore della nuova [[Basilica di San Pietro]], incaricato dal papa, iniziò gli espropri e le relative demolizioni (il suo soprannome a Roma era ''Mastro ruinante'', dopo le demolizioni da lui effettuate nel cantiere di San Pietro) per creare la nuova strada nel quartiere più densamente popolato e densamente costruito del Campo Marzio.<ref name=bramanteDbi>{{DBI|nome=Donato Bramante|nomeurl=donato-bramante|autore=Arnaldo Bruschi|volume=13|anno=1971|accesso=13
[[Giorgio Vasari]] scrive:<ref name=vasBra>Giorgio Vasari: Vita di Donato Bramante – 1568</ref>
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[[File:G.Vasi - Collegio Ecclesiastico a Ponte Sisto.jpg|thumb|Fontana di Ponte Sisto con l'"Ospizio dei Mendicanti" in una [[incisione]] di [[Giuseppe Vasi]]. (1759)]]
Dopo la morte di [[Giulio II]] nel 1513, il suo successore, [[papa Leone X]] della [[Medici|Casa dei Medici]], proseguì i lavori.<ref name=cas382>{{Cita|Castagnoli| p. 382}}.</ref> Soprattutto nella parte settentrionale della strada tra i ruderi incompiuti del Palazzo dei Tribunali e il quartiere delle banche, si svolsero ulteriori attività edilizie, sostenendo così la comunità dei mercanti fiorentini.<ref name=cas382/> In questa zona, importanti artisti, come [[Raffaello]] e [[Antonio da Sangallo il Giovane]], acquistarono appezzamenti di terreno o costruirono imponenti palazzi.<ref name=pie40/><ref name=pie36/><ref name=pie36/> Dalla [[Chiesa di San Biagio degli Armeni|chiesa di San Biagio]], in direzione sud, la zona cambiava radicalmente: la parte centrale di via Giulia intorno al Monte dei Planca Incoronati era in stato di degrado con edifici poveri, osterie, bordelli e piazze disdicevoli, come ''piazza padella'', demolita alla fine degli anni Trenta del Novecento, luogo di [[duello|duelli]] e accoltellamenti fino alla fine dell'Ottocento.<ref name=del504>{{Cita|Delli| p. 504}}.</ref> La zona compresa tra via del Gonfalone, via delle Carceri, via di Monserrato e il Tevere era uno dei quartieri più malfamati della Roma sin dal medioevo; un manoscritto del 1556 riporta che il quartiere intorno alla chiesa di ''San Niccolò degli Incoronati'', poi demolita, ospitava "....150 case di gente molto semplice, puttane e persone dubbie...".<ref name=arm424>{{Cita|Armellini| p. 424}}.</ref>
Il quartiere intorno alla chiesa di [[Aurea di Ostia|Santa Aurea]], oggi Spirito Santo dei Napoletani, nel Medioevo si chiamava ''Castrum Senense'', perché era abitato principalmente da senesi.<ref name=del473>{{Cita|Delli| p. 473}}.</ref> Per questa zona terminale di via Giulia venne elaborato un piano di sviluppo architettonico ben definito, il cui punto di partenza fu la costruzione di [[Palazzo Farnese (Roma)|palazzo Farnese]]. Dalla metà del XVI secolo in poi, l'"Ospizio dei Mendicanti", costruito nel 1586 dall'architetto [[Domenico Fontana]] per ordine di [[papa Sisto V]], segnò l'estremità meridionale di Via Giulia.<ref name=pie7976/> L'edificio, concepito per risolvere il problema dell'accattonaggio in città, con una dotazione annuale di 150.000 ''[[Scudo (moneta)|scudi]]'' poteva dare lavoro a 2.000 uomini e donne.<ref name=cas415>{{Cita|Castagnoli| p. 415}}.</ref>
All'inizio del XVI secolo era diventato di moda per le varie nazioni europee e le città-stato italiane far costruire le proprie chiese a Roma, le cosiddette "[[Chiese nazionali di Roma|chiese nazionali]]".<ref name=cas392/> I rioni di [[Regola (rione di Roma)|Regola]] e [[Ponte (rione di Roma)|Ponte]], lungo le strade processionali e percorse dai pellegrini, erano gli indirizzi preferiti a questo scopo. I [[repubblica di Firenze|fiorentini]] (con [[Chiesa di San Giovanni dei Fiorentini (Roma)|San Giovanni]]), i [[repubblica di Siena|senesi]] (con [[Chiesa di Santa Caterina da Siena (Roma)|Santa Caterina]]) e i [[Regno di Napoli|napoletani]] (con [[Chiesa dello Spirito Santo dei Napoletani|Santo Spirito]]), fecero costruire le loro chiese nazionali in via Giulia,<ref name=del473/><ref name=pie16/> mentre le chiese dei [[Bologna|Bolognesi]] ([[Chiesa dei Santi Giovanni Evangelista e Petronio|San Giovanni e Petronio]]), degli spagnoli ([[Chiesa di Santa Maria in Monserrato degli Spagnoli|Santa Maria in Monserrato]]), degli inglesi ([[Chiesa di San Tommaso di Canterbury (Roma)|San Tommaso di Canterbury]]) e degli svedesi ([[Chiesa di Santa Brigida (Roma)|Santa Brigida]]) si trovavano nelle vicinanze, essendo tutte nel rione della Regola.<ref name=cas392>{{Cita|Castagnoli| p. 392}}.</ref>.
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===Lo sviluppo nel XVIII e XIX secolo===
Anche nel XVIII secolo la Via Giulia rimase principalmente un luogo deputato alle feste: nel 1720 i senesi tennero una splendida festa per celebrare l'elevazione del loro connazionale [[Marc'Antonio Zondadari]] a Gran Maestro dell'[[Sovrano Militare Ordine di Malta|Ordine di Malta]]:<ref name=pie798/> in quell'occasione una macchina di [[fuochi d'artificio]] venne incendiata vicino al Fontanone di Ponte Sisto;<ref name=pie7910/> due [[arco trionfale|archi trionfali]] vennero innalzati sopra la strada, uno a Santo Spirito e l'altro vicino Palazzo Farnese;<ref name=pie798/><ref name=pie7910/> la Fontana del Mascherone versò per il popolo vino al posto dell'acqua.<ref name=pie7910/>
Sotto [[papa Clemente XI]] i mendicanti ospitati nell'ospizio omonimo furono trasferiti nel nuovo [[Complesso monumentale di San Michele a Ripa Grande|ospizio di San Michele a Ripa]].<ref name=pie7980>{{Cita|Pietrangeli (1979)| p. 80}}.</ref> L'edificio su via Giulia venne allora in parte occupato da ragazze povere non maritate ("zitelle" in [[Romanesco]]), e in parte da una congregazione formata da 100 preti e 20 [[Chierico|chierici]] i quali dovevano pregare per le anime dei sacerdoti defunti.<ref name=pie7980/> A causa di ciò l'edificio si chiamò da allora in poi "Ospizio dei cento preti".<ref name=pie7980/>
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===Via Giulia dal 1870===
Dopo che nel 1870 Roma [[Breccia di porta Pia|divenne la capitale]] del [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]], nel 1873 fu iniziata la regolamentazione delle rive del Tevere con la costruzione dei [[lungotevere]], che dal 1888 furono eretti lungo la strada, causando fra l'altro la distruzione della chiesa di Sant'Anna dei Bresciani.<ref name=pie8110>{{Cita|Pietrangeli (1981)| p. 10}}.</ref> Oltre a ciò, il Lungotevere tagliò completamente via Giulia dal Tevere. Le facciate che si affacciavano sul fiume con [[logge]] e giardini, come nei Palazzi Medici-Clarelli, Sacchetti, Varese e [[Palazzo Falconieri|Falconieri]], persero il loro scopo.
Significative demolizioni di edifici durante il periodo fascista hanno lasciato un ampio vuoto tra via della Barchetta e il vicolo delle Prigioni, che a tutt'oggi è stato solo parzialmente colmato dal nuovo edificio del Liceo Classico Virgilio.<ref name=pie791822>{{Cita|Pietrangeli (1979), pp. 18-22}}.</ref> Oggi la strada è uscita dalla sua lunga fase di decadenza ed è di nuovo uno delle strade più prestigiose della città.<ref name=pie7910/><ref name=nyt>{{Cita news|url=https://www.nytimes.com/2008/06/29/travel/29globe.html|titolo=A Stroll in Rome With a Papal Pedigree-Via Giulia celebrates its 500th birthday this year|autore=Elisabeth Rosenthal|data=29 giugno 2008|accesso=8 marzo 2020|giornale=The New York Times|lingua=en}}</ref
In occasione del 500º anniversario della strada, nel 2008 si sono svolte numerose manifestazioni; alcune chiese e palazzi sono stati restaurati e aperti ai visitatori.<ref name=nyt/>
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===3 Palazzo Farnese (Via Giulia 186)===
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[[File:Palazzo Farnese Gartenseite.jpg|thumb|upright=0.5|3 Palazzo Farnese]]
La facciata verso il giardino di questo palazzo, uno dei più importanti di Roma, è orientata verso via Giulia.<ref name=pie7956/> Fu progettata a partire dal 1549 secondo i disegni del [[Vignola]] e completata da [[Giacomo della Porta]] nel 1589.<ref name=cal213>{{Cita|Callari| p. 213}}.</ref> Il giardino tra la facciata e via Giulia era un tempo adornato dal famoso [[Toro Farnese]] (ora nel [[Museo Archeologico Nazionale di Napoli]]) [[:File:Farnese Bull MAN Napoli Inv6002 n01.jpg|(Fig.)]].<ref name=pie7956/> Il palazzo è ora sede dell'Ambasciata di Francia in Italia.<ref>{{cita web|url=https://it.ambafrance.org/-Palazzo-Farnese-|titolo=Palazzo Farnese|editore=Ministère de l’Europe et des Affaires étrangères|accesso=15 maggio 2020}}</ref>
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Il ponte che attraversa via Giulia e la terrazza collegata di [[Palazzo Farnese (Roma)|Palazzo Farnese]], eretto nel 1603,<ref name=pie7954>{{Cita|Pietrangeli (1979)| p. 54}}.</ref> fu utilizzato anche come tribuna da cui, soprattutto durante il [[Carnevale]], si potevano assistere a cortei festivi, giochi e corse di cavalli in via Giulia.
===5 Santa Maria dell'Orazione e Morte===
{{
[[:File:Santa Maria dell Orazione e Morte.jpg|(Fig.)]] La chiesa, costruita nel 1575-76, si trova nelle immediate vicinanze di Palazzo Farnese e apparteneva alla Compagnia della Morte, fondata nel 1538.<ref name=pie7948>{{Cita|Pietrangeli (1979)| p. 48}}.</ref> Questa confraternita aveva il compito di seppellire i morti recuperati dal fiume o trovati nella [[Campagna romana]]. L'edificio, essendo troppo piccolo, fu demolito nel 1733 e ricostruito da [[Ferdinando Fuga]] nel 1737.<ref name=pie7950>{{Cita|Pietrangeli (1979)| p. 50}}.</ref> Il suo ampio cimitero sulle rive del Tevere fu demolito quasi completamente per la costruzione del lungotevere nel 1886.<ref name=pie7948/>
===6 Palazzo Falconieri (anche Palazzo Odescalchi Falconieri) (Via Giulia 1)===
{{
[[File:Regola - via Giulia palazzo Falconieri facciata 1180066.JPG|thumb|upright=0.5|6 Palazzo Falconieri]]
L'edificio originario, che confina direttamente con la chiesa di Santa Maria dell'Orazione e Morte, fu costruito nel XVI secolo per la nobile famiglia romana dei Ceci.<ref name=bal>{{Cita web|url=http://www.roma.balassiintezet.hu/it/2011-12-16-16-59-37/9-quickmenuhun/|titolo=Il genio di Borromini nei saloni delle feste di casa Falconieri|cognome=Rendina|nome=Claudio|data=11
===7 Palazzo Baldoca-Muccioli (Via Giulia 167)===
[[:File:Via Giulia Palazzo Baldoca Muccioli.jpg|(Fig.)]]
La storia di questo palazzo è strettamente legata a quella del vicino Palazzo Cisterna.<ref name=pie7940/> Entrambe le proprietà furono acquistate dallo scultore [[Guglielmo della Porta]].<ref name=pie7940/> Lo scultore intorno al 1546 iniziò a lavorare al servizio di [[papa Paolo III]], e alla morte di [[Sebastiano del Piombo]] venne nominatore ''custode del piombo'' (cioè [[guardasigilli]]), una carica molto lucrativa.<ref name=dellaPortaGuDbi>{{DBI|nome-url=guglielmo-della-porta|nome=DELLA PORTA, Guglielmo|autore=Carrol Brentano|volume=37|anno=1989|accesso=16
===8 Palazzo Cisterna (Via Giulia 163)===
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===9 Santa Caterina da Siena in Via Giulia===
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[[File:Regola - S. Caterina da Siena.JPG|thumb|upright=0.5|9 Santa Caterina da Siena]] La storia di questa chiesa è strettamente legata alla storia della confraternita dei Senesi.<ref name=pie7936>{{Cita|Pietrangeli (1979)| p. 36}}.</ref> Una comunità di mercanti, banchieri e artigiani senesi viveva nel quartiere della futura via Giulia, dove all'epoca sorgeva il cosiddetto ''castrum Senense'', fin dal XIV secolo.<ref name=pie7936/> Nel 1519 la Confraternita fu canonicamente eretta da Leone X.<ref name=pie7936/> Nel 1526 essa commissionò a [[Baldassarre Peruzzi]] la costruzione della chiesa in onore dei loro santi, un [[Oratorio (architettura)|oratorio]] e una casa per i chierici.<ref name=pie7936/>
Il finanziamento fu fornito dalla nobiltà senese a Roma, soprattutto dal cardinale [[Giovanni Piccolomini]] e dal banchiere [[Agostino Chigi]]. Essendo in condizioni fatiscenti, fu ricostruito tra il 1766 e il 1768 su progetto di [[Paolo Posi]],<ref name=pie7938>{{Cita|Pietrangeli (1979)| p. 38}}.</ref> mentre la decorazione dell'interno fu completata nel 1775.<ref name=pie7938/> L'[[Arciconfraternita]] dei senesi possiede ancora oggi l'edificio.<ref name=pie7940>{{Cita|Pietrangeli (1979)| p. 40}}.</ref> In occasione del 500º anniversario della via nel 2008 la pala d'altare di [[Girolamo Genga]] è stata restaurata.<ref>{{Cita web|url=http://www.arciconfraternitasantacaterina.it/Oratorio.html|titolo=L'Oratorio di Santa Caterina da Siena in Via Giulia|accesso=1º giugno 2020|editore=Arciconfraternita Santa Caterina da Siena}}</ref>
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===11 Sant'Eligio degli Orefici (Via di Sant'Eligio 9)===
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[[File:Sant' Eligio degli Orefici - Außenansicht.jpg|thumb|upright=0.5|11 Sant'Eligio]]
La chiesetta, poco distante da via Giulia, è la chiesa della corporazione degli orefici e argentieri romani.<ref name=pie7930>{{Cita|Pietrangeli (1979)| p. 30}}.</ref> È considerata uno degli edifici di [[Raffaello]], anche se è possibile che dopo la morte dell'artista sia stata terminata da [[Baldassarre Peruzzi]].<ref name=pie7932>{{Cita|Pietrangeli (1979)| p. 32}}.</ref>
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===15 Spirito Santo dei Napoletani===
{{
[[File:Via Giulia Santo Spirito dei Napoletani 1.jpg|thumb|upright=0.5|15 Spirito Santo dei Napoletani]]
Nel catalogo di [[Pio V]] questa chiesa è elencata sotto il nome di ''Santa Aura in strada Iulia''.<ref name=arm423>{{Cita|Armellini| p. 423}}.</ref> Essa era dedicata a [[Aurea di Ostia|Santa Aurea]], la patrona di [[Ostia (Roma)|Ostia]].<ref name=arm423/> Alla chiesa era annesso un convento di suore.<ref name=arm423/> Nel 1439 la chiesa fu restaurata a spese del cardinale [[Guillaume d'Estouteville]].<ref name=arm423/> Nel 1572 il cardinale Inigo d'Avalos fondò nell'edificio fatiscente la ''Confraternita dello Spirito Santo dei Napoletani'', che nel 1574 la acquistò dalle suore.<ref name=pie7924>{{Cita|Pietrangeli (1979)| p. 24}}.</ref>
Tra il 1619 e il 1650 fu eretto un nuovo edificio, con un progetto di [[Ottavio Mascherino]] e una facciata di [[Cosimo Fanzago]].<ref name=pie7924/> Era dedicato allo Spirito Santo.<ref name=pie7924/> Nei secoli successivi fu più volte ristrutturato, all'inizio del XVIII secolo da [[Carlo Fontana]],<ref name=pie7924/> mentre a metà dell'Ottocento la facciata venne rifatta su progetto di Antonio Cipolla (1853).<ref name=pie7926>{{Cita|Pietrangeli (1979)| p. 26}}.</ref> Era la Chiesa Nazionale del [[Regno delle Due Sicilie]]. L'ultimo [[Regno delle Due Sicilie|Re di Napoli]] [[Francesco II delle Due Sicilie|Francesco II]] e sua moglie [[Maria Sofia di Baviera|
===16 San Filippo Neri in Via Giulia===
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[[:File:Via Giulia Oratorio San Filippo Neri.jpg|(Fig.)]] La chiesetta di fronte alle [[Carceri Nuove (Roma)|Carceri Nuove]] fu donata da un guantaio fiorentino, Rutilio Brandi, intorno al 1600, ed era originariamente dedicata a [[San Trofimo]].<ref name=pie7916>{{Cita|Pietrangeli (1979)| p. 16}}.</ref> Ad essa egli collegò una residenza per ragazze non sposate (''zitelle'') e un ospedale per sacerdoti malati.<ref name=pie7918>{{Cita|Pietrangeli (1979)| p. 18}}.</ref> Dal momento che la residenza era intitolata a [[San Filippo Neri]], dopo qualche tempo anche la chiesa cambiò la sua dedica in San Filippo.<ref name=arm422>{{cita|Armellini|p. 422}}.</ref> Nel 1728 [[Filippo Raguzzini]] restaurò la chiesa per conto di [[papa Benedetto XIII]].<ref name=pie7918/> La chiesa scampò a malapena la distruzione per la costruzione di una grande strada che avrebbe dovuto unire [[Ponte Mazzini]] alla [[Chiesa Nuova (Roma)|Chiesa Nuova]], poi mai realizzata a causa della seconda guerra mondiale.<ref name=pie7918/> Sconsacrato e abbandonato dopo la guerra, l'edificio è stato restaurato nel 2000 ma rimane profano.<ref>{{Cita web|url=https://www.flickr.com/photos/dealvariis/albums/72157619990091265/with/14918292589/|autore=Alvaro de Alvariis|titolo=S. Filippo Neri|sito=flickr.com|accesso=3 aprile 2020}}</ref>
===17 Carceri Nuove (Via Giulia 52)===
{{
[[File:Via Giulia Carceri Nuove 1.jpg|thumb|upright=0.5|17 Carceri Nuove]]
Dal 1430 l'influente famiglia [[Savelli (famiglia)|Savelli]] aveva il monopolio del funzionamento delle carceri della città, in particolare la famigerata [[Corte Savella]] in via di Monserrato 42. Il disumano sistema penale di Corte Savella spinse [[papa Innocenzo X]] a togliere ai Savelli il monopolio sul sistema penale romano. Come segno di una nuova ''Justitia Papalis'', egli fece costruire in via Giulia il nuovo istituto penale, le ''Carceri Nuove'', in sostituzione della Corte Savella, delle [[carceri di Tor di Nona]] e di [[Palazzo del Governatore di Borgo|quelle di Borgo]].<ref name=pie7913>{{Cita|Pietrangeli (1979)| p. 13}}.</ref> Questo nuovo carcere fu costruito tra il 1652 e il 1655 dall'architetto [[Antonio Del Grande]].<ref name=pie7913/><ref>Iscrizione sopra il portale: '''IVSTITIAE ET CLEMENTIAE SECVRIORI AC MITIORI REORVM CVSTODIAE NOVVM CARCEREM INNOCENTIVS X PONT. MAX. POSVIT ANNO DOMINI MDCLV''' (''Innocenzo X. P.M. costruì il nuovo carcere nell'anno del Signore 1655, per la giustizia, la clemenza per la custodia sicura e umana dei detenuti'')</ref> Le Carceri Nuove a quel tempo erano considerate un modello di sistema penitenziario umano. L'edificio e la sua destinazione d'uso hanno avuto un'influenza piuttosto negativa sull'immagine della magnifica strada, il che ha portato all'interruzione di ulteriori attività edilizie negli anni successivi, ma anche al mantenimento del carattere [[rinascimento romano|rinascimentale]] della strada.<ref name=pie7910/> L'edificio servì come carcere fino all'apertura di [[Regina Coeli]] a [[Trastevere]].<ref name=pie7914>{{Cita|Pietrangeli (1979)| p. 14}}.</ref> nel 1883, più avanti fino al 1931 come carcere giovanile.<ref name=pie7914/> Dal 1931 il palazzo ospitò la sede del ''Centro di Studi Penitenziari'' e una biblioteca specializzata.<ref name=pie7914/> Oggi l'edificio ospita la ''Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo''.<ref>{{Cita web|url=https://www.indicepa.gov.it/ricerca/n-dettagliouffici.php?prg_ou=1647|titolo=Direzione Nazionale Antimafia|sito=indicepa.gov.it|accesso=1º giugno 2020}}</ref>
===17a Palazzo del Gonfalone===
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===18 Santa Maria del Suffragio===
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[[File:Via Giulia Santa Maria del Suffragio.jpg|thumb|upright=0.5|18 S.M. del Suffragio]]
Nel 1592 fu fondata la ''Confraternita del Suffragio'' accanto alla [[chiesa di San Biagio della Pagnotta]] con il pio scopo di implorare l'intercessione per le anime del purgatorio.<ref name=pie56/> La Confraternita ricevette l'approvazione di [[papa Clemente VIII]] nel 1594<ref name=pie56/> e fu elevata al rango di ''Arciconfaternita''' da [[Paolo V]] nel 1620. Grazie a diverse donazioni, nel 1662 l'erezione della chiesa iniziò con un progetto dell'architetto [[Carlo Rainaldi]].<ref name=pie56/> L'edificio fu consacrato nel 1669, e la facciata fu terminata nel 1680.<ref name=pie56/> L'interno della chiesa fu ristrutturato nel 1869; gli affreschi all'interno della chiesa sono - tra gli altri - di [[Cesare Mariani (pittore)|Cesare Mariani]] (''Incoronazione della Vergine'') e [[Giuseppe Bartolomeo Chiari]] (''[[Natività di Maria]]'' e ''Adorazione dei Magi'').<ref name=pie58>{{Cita|Pietrangeli (1981)| p. 58}}.</ref>
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[[File:Via Giulia Sofà (Palazzo dei Tribunali) 1.jpg|thumb|upright=0.5|19 Sofà]]
Il progetto più importante previsto da Giulio II per la nuova strada era l'edificio dell'amministrazione centrale, in cui dovevano essere raggruppati gran parte degli importanti uffici e tribunali della città ("tribunali").<ref name=pie50/> L'incarico del papa a [[Donato Bramante]], all'epoca principalmente architetto della nuova [[Basilica di San Pietro]],<ref name=pie50/> fu dato intorno al 1506, e i lavori di costruzione nell'area tra Vicolo del Cefalo e Via del Gonfalone iniziarono prima del 1508,<ref name=pie50/> ma furono interrotti già nel 1511 dopo la ''Pax Romana''.<ref name=tem124/> Con la morte di [[Giulio II]] nel 1513, le attività edilizie furono completamente interrotte. [[Giorgio Vasari]] scrive:
{{citazione|Onde Bramante diede principio al palazzo ch’a San Biagio su ’l Tevere si vede, nel quale è ancora un tempio corinzio non finito, cosa molto rara, et il resto del principio di opera rustica bellissimo che è stato gran danno che una sì onorata et utile e magnifica opra non si sia finita, ché da quelli della professione è tenuto il più bello ordine che si sia visto mai in quel genere.}}<ref name=vasBra/><ref name=pie52/><ref name=pie50>{{Cita|Pietrangeli (1981)| p. 50}}.</ref
Dell'edificio oggi sono visibili solo alcuni resti dei possenti muri perimetrali in [[bugnato]], chiamati ''i sofà di Via Giulia'' dalla popolazione romana. Essi sono situati lungo Via Giulia tra Via del Gonfalone e Vicolo del Cefalo.<ref name=pie52/>
===20 San Biagio della Pagnotta (San Biagio degli Armeni)===
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[[File:Via Giulia San Biagio della Pagnotta.jpg|thumb|upright=0.5|20 San Biagio]]
Questa antica chiesa, dedicata a [[San Biagio]] di [[Distretto di Sivaslı|Sebaste]], viene già citata nei cataloghi ecclesiastici del Medioevo con il nome di ''San Biagio de Cantu Secuta''.<ref name=pie52>{{Cita|Pietrangeli (1981)| p. 52}}.</ref> Il nome "della pagnotta" deriva dalla parola romana ''pagnotta'', che vi venivano distribuiti ai fedeli il 3 febbraio (festa di San Biagio de Cantu Secuta). La chiesa fu annessa ad una delle prime abbazie di Roma.<ref name=pie54>{{Cita|Pietrangeli (1981)| p. 54}}.</ref> La chiesa fu annessa ad una delle prime abbazie di Roma.<ref name=pie52/> Un'iscrizione all'interno ricorda la costruzione della chiesa da parte di un abate Dominicus nel 1072.<ref name=arm356>{{Cita|Armellini (1891)| p. 356}}.</ref> Secondo il progetto del Bramante, questa chiesa doveva essere inclusa nella costruzione del Palazzo dei Tribunali. Dal 1539 al 1835 fu una chiesa [[parrocchia]]le.<ref name=pie54/> Nel 1826 [[papa Gregorio XVI]] assegnò la chiesa alla [[Armeni|comunità armena]] di Santa Maria Egiziaca.<ref name=pie54/> Da allora si chiama anche ''San Biagio degli Armeni''.<ref name=pie52/>
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===22 Palazzo Sacchetti (Via Giulia 66)===
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[[File:Palazzo Sacchetti Via Giulia (Rom).jpg|thumb|upright=0.5|22 Palazzo Sacchetti]]
[[Antonio da Sangallo il Giovane]] costruì il palazzo su un terreno acquistato nel 1542 dal [[Capitolo (cristianesimo)|Capitolo]] Vaticano.<ref name=pie40>{{Cita|Pietrangeli (1981)| p. 40}}.</ref> La facciata porta ancora lo stemma martellato di Paolo III.<ref name=pie40/> Il figlio Orazio ereditò l'edificio e lo vendette nel 1552 al cardinale [[Giovanni Ricci (cardinale)|Giovanni Ricci]] di [[Montepulciano]], che fece ampliare il palazzo fino alle dimensioni attuali dall'architetto [[Nanni di Baccio Bigio]].<ref name=pie40/> Un'iscrizione<ref>Iscrizione sulla facciata [[:File:Ponte - via Giulia palazzo Sacchetti - domus Antonii Sangalli architecti 1160658.JPG|(Fig.)]]: DOMVS/ANTONII/SANGALLI/ARCHITECTI/MDLIII (casa dell'architetto Antonio Sangallo 1553)</ref> Sulla facciata laterale sul Vicolo del Cefalo si legge che il palazzo fu liberato dal censo nel 1555.[[:File:Via Giulia Palazzo Sacchetti Zensus 1555.jpg|(Fig.)]]<ref name=pie46/> Il palazzo cambiò più volte proprietario.<ref name=pie40/><ref name=pie42>{{Cita|Pietrangeli (1981)| p. 42}}.</ref> Nel 1649 fu acquistato dalla famiglia fiorentina dei [[Sacchetti (famiglia)|Sacchetti]], di cui porta ancora il nome.<ref name=pie42/> Il portale d'ingresso in marmo di via Giulia è fiancheggiato su entrambi i lati da tre grandi finestre con [[inferriata|inferriate]], soglia e [[Cornice (architettura)|cornice]] a [[mensola]].<ref name=pie44>{{Cita|Pietrangeli (1981)| p. 44}}.</ref> Nell'angolo sinistro del palazzo c'è una piccola fontana [[:File:Palazzo Sacchetti Delfinbrunnen.jpg|(Fig.)]] affiancata da [[Cariatide|Cariatidi]] con due delfini inseriti nel muro.<ref name=pie44/> Questo si riferisce ai successivi proprietari, la famiglia Ceuli, il cui stemma è stato martellato.<ref name=pie44/> All'interno spiccano il Salone dei Mappamondi, progettato da [[Francesco Salviati]],<ref name=pie46>{{Cita|Pietrangeli (1981)| p. 46}}.</ref> e la sala da pranzo con due [[affresco|affreschi]] di [[Pietro da Cortona]].<ref name=pie46/> La scrittrice [[Ingeborg Bachmann]] visse in questo palazzo nel 1973 morendo all'[[ospedale Sant'Eugenio]] il 17 ottobre 1973.<ref>{{Cita libro|url=https://books.google.ch/books?id=tid3BQAAQBAJ&pg=PT97&lpg=PT97&dq=ingeborg+bachmann+%22sacchetti%22&source=bl&ots=gkxL3t55HB&sig=ACfU3U3LQYlDTselY-x1xYUrmMeh6UO8AQ&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwi-3q2I_t3pAhWI4IUKHSy5C6sQ6AEwEXoECAkQAQ#v=onepage&q=ingeborg%20bachmann%20%22sacchetti%22&f=false|titolo=Ingeborg Bachmann|autore=Hans Höller|editore=Rowohlt Verlag GmbH|accesso=31 maggio 2020|lingua=de}}</ref>
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</gallery>
===27 San Giovanni dei Fiorentini===
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[[File:San Giovanni dei Fiorentini (Roma).jpg|thumb|San Giovanni dei Fiorentini]]
Nel 1519 la "Nazione" dei fiorentini ricevette da Leone X il privilegio di costruire una chiesa parrocchiale in onore di [[San Giovanni Battista]].<ref name=pie16>{{Cita|Pietrangeli (1981)| p. 16}}.</ref> La chiesa sorge all'estremità settentrionale di via Giulia, nel quartiere fiorentino.<ref name=pie16/> La chiesa riflette con la sua imponenza l'immagine politica e di potere della famiglia Medici, che un tempo possedeva un palazzo proprio accanto alla chiesa. Il cantiere della chiesa, la più grande e importante di via Giulia, la cui costruzione fu iniziata all'inizio del XVI secolo, ebbe una durata di oltre 200 anni.<ref name=pie16/>
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<references/>
==Bibliografia==
*{{Cita libro|autore=Giacinto Gigli|titolo= Diario romano, 1608-1670|città= Roma|editore= Staderini|anno= 1958|cid= Gigli}}
*{{Cita libro|autore=Luigi Vittorio Bertarelli|editore=Touring Club Italiano|città=Milano|anno=1925|titolo=Roma e dintorni|cid=Bertarelli}}
▲ |titolo=Le vite de’ più eccellenti architetti, pittori, et scultori italiani, da Cimabue insino a' tempi nostri
*{{Cita libro|autore=Luigi Callari|titolo=I Palazzi di Roma|editore=Ugo Sofia-Moretti|città=Roma|anno=1932|cid=Callari}}
*{{Cita libro|autore= Giuseppe Ceccarelli ("Ceccarius")|titolo=Strada Giulia|editore=Danesi|città= Roma|anno=1940}}
▲ |url=http://penelope.uchicago.edu/Thayer/I/Gazetteer/Places/Europe/Italy/Lazio/Roma/Rome/churches/_Texts/Armellini/ARMCHI*/home.html
*{{Cita libro| autore1=[[Ferdinando Castagnoli]]| autore2= Carlo Cecchelli| autore3=[[Gustavo Giovannoni]]| autore4= Mario Zocca| titolo=Topografia e urbanistica di Roma|editore=Cappelli|città=Bologna| anno =1958|cid=Castagnoli}}
*{{Cita libro| autore= [[Paolo Portoghesi]] | titolo=Roma del Rinascimento| editore=Electa| città = Milano| anno=1970| cid = Portoghesi}}
*{{Cita libro|autore=Carlo Pietrangeli|wkautore=Carlo Pietrangeli|titolo=Guide rionali di Roma|volume=Regola (III)|editore=Fratelli Palombi Editori|città=Roma|edizione=2|anno=1979|cid=Pietrangeli (1979)}}
*{{Cita libro|autore=Carlo Pietrangeli|wkautore=Carlo Pietrangeli|titolo=Guide rionali di Roma|volume=Ponte (IV)|editore=Fratelli Palombi Editori|città=Roma|edizione=3|anno=1981|cid=Pietrangeli (1981)}}
*{{cita libro|autore =Sergio Delli|titolo=Le strade di Roma|editore=Newton & Compton|città=Roma|anno=1988|cid= Delli}}
*{{cita libro| autore= Laura Gigli| titolo=Guide rionali di Roma| volume=Borgo (I)| editore=Fratelli Palombi Editori| città = Roma| ISSN=0393-2710| anno=1990| cid=Gigli (1990)}}
*{{Cita conferenza| url = http://dprs.uniroma1.it/sites/default/files/424.html| titolo = Identità urbana, rituali civici e spazio pubblico a Roma tra Rinascimento e Controriforma| autore = Maria Antonietta Visceglia| data = 2-4 Aprile 2003| conferenza = Urbs: Concepts and realities of public space / Concetti e realtà dello spazio pubblico| editore= Università degli Studi di Roma "La Sapienza"| organizzazione = Istituto Olandese di Roma| città = Roma}}
▲ |titolo=Renovatio Urbis; Architecture, urbanism and ceremony in the Rome of Julius II
==Per approfondire==
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== Collegamenti esterni ==
*{{cita web|http://www.morelli.it/foglio/giulia/storia.html|''La storia di Via Giulia''}}
*{{cita web |
*{{cita web|url=https://maps.google.it/maps?f=q&hl=it&q=Via+Giulia,+00186+Roma+Roma,+Lazio,+Italia&ie=UTF8&sll=41.895888,12.489052&sspn=14.412817,29.619141&z=15&ll=41.897901,12.467895&spn=0.014087,0.043001&om=1|titolo=Via Giulia dal satellite}}
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