Giuseppe Peruchetti: differenze tra le versioni

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|Immagine=Peruchetti.jpg
|Sesso = M
|CodiceNazione = {{ITA 1861-1946|Italia}}
|Disciplina= Calcio
|Ruolo= [[Allenatore]] <small>(ex [[Portiere (calcio)|Portiereportiere]])</small>
|Squadra=
|TermineCarriera=
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|1948-1949|Reggina|
|1949-1950|Reggina|
|19??|Beretta Gardone|
}}
}}
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A [[Brescia]] Peruchetti rimane sette stagioni e si mette a tal punto in evidenza da meritare la convocazione in [[Nazionale di calcio dell'Italia|Nazionale]]. L'esordio in maglia azzurra avviene il 17 maggio 1936 (Italia - {{NazNB|CA|AUT}} 2-2). Dieci giorni dopo, la sua prestazione a [[Budapest]] lo consacra definitivamente come uno dei migliori portieri italiani.
 
Nell'estate del 1936 si trasferisce all'[[{{Calcio Inter|Ambrosiana-Inter]]N|1936}}, chiamato a sostituire [[Carlo Ceresoli]]. In maglia neroazzurra rimane cinque stagioni, compresa una da allenatore. Con l'Ambrosiana-Inter, vinse da protagonista due scudetti e una Coppa Italia stregando tifosi e giornalisti milanesi, che gli appiccicarono addosso il soprannome di Pantera Nera, per via delle sue parate acrobatiche e del colore della divisa che era solito indossare.
 
Nella stagione [[Serie A 1940-1941|1940-1941]], insieme a [[Italo Zamberletti]], diventa allenatore dell'Inter, avallando tra l'altro la cessione di [[Giuseppe Meazza|Meazza]] al {{Calcio Milan|N}}. La squadra nerazzura arriva seconda dietro al [[{{Calcio Bologna Football Club 1909|Bologna]]N}}. L'anno seguente, caso unico nel calcio italiano, rimette i guantoni e difende la porta della Juventus, con cui concluse la sua carriera, vincendo la Coppa Italia nel 1942.
 
Ha detenuto per settantanove anni il record di imbattibilità come portiere del [[{{Calcio Brescia Calcio|Brescia]]N}} (750 minuti). Rimase imbattuto tra il 20 novembre [[1932]], quando subì due reti dal [[Novara {{Calcio| Novara]]|N}}, al 19 febbraio [[1933]] (quando subì una rete nella vittoria per 3-1 contro la [[{{Calcio Como|Comense]]N|1933}}). Tale record fu scalzato nel 2012 da [[Michele Arcari]].
 
==Dopo il ritiro==
Durante la guerra fece parte delle milizie partigiane nella "Seconda Divisione Langhe", ove fu compagno di lotta di [[Beppe Fenoglio]], venne arrestato e condannato a morte, salvatoche evitò grazie anche agli avvocati della {{Calcio Juventus|N}}, subì una lunga prigionia nel carcere di Alba.<ref Nel 1988 ebbe il riconoscimento del "Club della brescianità" Santiname=molinelli76>{{cita|Molinelli|p.76}}</ref> Faustino e Giovita.
 
Il 25 giugno 1945 si sposò con Gloria Bruno.<ref name=molinelli77>{{cita|Molinelli|p.77}}</ref>
 
Nel 1988 ebbe il riconoscimento del "Club della brescianità" Santi Faustino e Giovita.
 
Morì tragicamente nel maggio del 1995, cadendo dalla finestra di casa.
 
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:Juventus: [[Coppa Italia 1941-1942|1941-1942]]
 
==Bibliografia==
==Fonti e bibliografia==
* {{Cita libro |autore=Edoardo Molinelli |titolo=Cuori partigiani |anno=2020 |editore=Hellnation libri |città=[[Roma]] |cid=Molinelli |isbn=978-886718-220-6}}
*'''Il calcio illustrato''' n. 15 del 10 aprile [[1935]] che pubblicò la sua biografia a pagina 7.