Fractional Orbital Bombardment System: differenze tra le versioni
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Progettato per colpire obiettivi dislocati in qualsiasi punto sulla superficie terrestre, il sistema era costituito da un vettore missilistico R-36O abbinato ad un veicolo di rientro dotato di testata nucleare monoblocco, denominato '''OGCh''', il quale veniva rilasciato [[orbita|in orbita]] terrestre e mantenuto latente fino a ricezione dell'ordine di attacco.
Unico sistema impiego di armi nucleari orbitale ad essere mai entrato in servizio,<ref name="OGCh" /> nel corso della sua vita operativa ha effettuato 3 lanci senza mai impiegare munizioni vive.
Venne radiato nel 1983, a seguito della ratifica dell'URSS dei trattati [[SALT II]].
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Come riportato sopra, il progetto che fu effettivamente portato avanti fu quello relativo all'R-36O.<br />Il progetto relativo alla versione orbitale fu approvato il 12 gennaio 1965. La base di partenza fu l'R-36, che era già stato testato con successo il 23 settembre [[1963]]. Il primo volo del nuovo missile fu effettuato il 16 dicembre 1965, e furono condotti una serie di test [[volo suborbitale|suborbitali]] (alcuni dei quali falliti). I test si svolsero presso il [[cosmodromo di Bajkonur]], nei siti di lancio '''LC-160''' ed '''LC-162'''. Il sistema venne ufficialmente accettato dalle autorità militari il 19 novembre [[1968]].
==Composizione del sistema==▼
Il sistema FOBS era composto da due componenti: il [[vettore (astronautica)|missile vettore]] ed il veicolo di rientro vero e proprio.▼
*'''Missile vettore R-36O''' (indice [[GRAU]] '''8K69'''). Designato in Occidente con il nome di SS-9 Scarp Mod. 3, si trattava di un normale R-36 di serie a cui era stato aggiunto un terzo stadio manovrabile, lungo 8,3 metri e dal diametro di 4,64 (contro i tre del resto del missile). Questo stadio era in sostanza il veicolo di rientro con la testata nucleare.▼
*'''Veicolo di rientro OGCh''' ('''8F021'''). Questo veicolo, di forma [[cono|conica]], aveva una sezione con la strumentazione, contenente un sistema di navigazione inerziale ed un [[radar]] altimetrico. Grazie al radar, era possibile misurare l'altitudine dell'orbita e determinare in modo automatico le modalità di rientro del veicolo, interrompendo le manovre orbitali. L'impianto propulsivo era costituito da un [[retrorazzo]] '''Yangel RD-854''' a [[propellente]] liquido, con una singola [[camera di combustione]]. La manovrabilità era garantita da quattro [[ugello di scarico|ugelli]] sui lati del motore principale, che utilizzavano i gas di scarico. La testata nucleare aveva una potenza dichiarata di 5 [[megatone|megatoni]], anche se gli esperti occidentali la ritenevano meno potente (da uno a tre megatoni). La massa di un OGCh era di 1.700 kg, ed i valori orbitali tipici erano [[Apside|perigeo]] 139 km, [[apside|apogeo]] 279 ed [[inclinazione orbitale|inclinazione]] 49,6 [[grado d'arco|gradi]].▼
Il missile era in grado di colpire praticamente qualunque obiettivo in ogni direzione: infatti, la testata nucleare poteva essere “lanciata” ad una distanza di 40.000 km, con un [[Probabilità di errore circolare|CEP]] compreso tra i 1.100 (fonti sovietiche) ed i 5.500 (stime occidentali) [[metro|metri]].▼
==Caratteristiche==
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==Impiego operativo==
Il sistema fu ritirato dal servizio nel gennaio 1983, in seguito ai trattati SALT-II che proibivano i sistemi FOBS. Dei 18 silos, 12 furono smantellati ed i restanti sei vennero convertiti per l'utilizzo di varianti spaziali dell'[[R-36M|SS-18 Satan]].
▲==Composizione del sistema==
▲Il sistema FOBS era composto da due componenti: il [[vettore (astronautica)|missile vettore]] ed il veicolo di rientro vero e proprio.
▲*'''Missile vettore R-36O''' (indice [[GRAU]] '''8K69'''). Designato in Occidente con il nome di SS-9 Scarp Mod. 3, si trattava di un normale R-36 di serie a cui era stato aggiunto un terzo stadio manovrabile, lungo 8,3 metri e dal diametro di 4,64 (contro i tre del resto del missile). Questo stadio era in sostanza il veicolo di rientro con la testata nucleare.
▲*'''Veicolo di rientro OGCh''' ('''8F021'''). Questo veicolo, di forma [[cono|conica]], aveva una sezione con la strumentazione, contenente un sistema di navigazione inerziale ed un [[radar]] altimetrico. Grazie al radar, era possibile misurare l'altitudine dell'orbita e determinare in modo automatico le modalità di rientro del veicolo, interrompendo le manovre orbitali. L'impianto propulsivo era costituito da un [[retrorazzo]] '''Yangel RD-854''' a [[propellente]] liquido, con una singola [[camera di combustione]]. La manovrabilità era garantita da quattro [[ugello di scarico|ugelli]] sui lati del motore principale, che utilizzavano i gas di scarico. La testata nucleare aveva una potenza dichiarata di 5 [[megatone|megatoni]], anche se gli esperti occidentali la ritenevano meno potente (da uno a tre megatoni). La massa di un OGCh era di 1.700 kg, ed i valori orbitali tipici erano [[Apside|perigeo]] 139 km, [[apside|apogeo]] 279 ed [[inclinazione orbitale|inclinazione]] 49,6 [[grado d'arco|gradi]].
▲Il missile era in grado di colpire praticamente qualunque obiettivo in ogni direzione: infatti, la testata nucleare poteva essere “lanciata” ad una distanza di 40.000 km, con un [[Probabilità di errore circolare|CEP]] compreso tra i 1.100 (fonti sovietiche) ed i 5.500 (stime occidentali) [[metro|metri]].
==Cronologia dei lanci==
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