Francesco Terzi: differenze tra le versioni
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La prima indicazione del personaggio risale al 1550 in un contratto per la realizzazione di una cornice per la chiesa di Lallio, l'atto testamentario del 1551 che riporta: «di anni viginti octo vel circa».<ref name=Pistoi>{{cita|Pistoi}}</ref>
Di Francesco Terzi si conoscono le notizie che ci ha lasciato [[Francesco Tassi]] nel suo ''Vite de' pittori, scultori e architetti bergamaschi''.
<br>Era figlio di Cristoforo dichiarato ''cittadino'' bergamasco e probabilmente scrittore, originario di famiglia nobile «confirmatio nobitatis» grazie all'imperatore Federico I. Dal padre ebbe insegnamenti umanitari che si unirono a quelli artistici. Risulta che avesse già da giovane fatto un viaggio a Venezia e nel 1511 a Milano come risulta dal rapporto epistolare che ebbe con [[Pietro Aretino]], corrispondenza che testimonia la sua padronanza linguistica. Proprio in una di queste lettere dell'11 luglio 1551 il Terzi testimonia la sua volontà di emergere sotto l'aspetto artistico, infastidito dalla situazione precaria in cui si trovava, mentre l'Aretino gli rispose di saper attendere che l'essere famoso richiedeva tempo: «a poco a poco si ascende in alto». Lo rassicura anche circa i buon apprezzamento che anche [[Tiziano Vecellio]] aveva avuto rispetto i suoi lavori.<ref name=Pistoi/>
Il Terzi non fu solo un buon pittore, ma anche un ottimo intagliatore di rame. Della sua vita privata si sa che aveva fatto famiglia e che uno dei suoi figli scelse la vita ecclesiastica. La scarsità di opere nella cittadina orobica è giustificata dalla sua permanenza presso gli Asburgo che lo assunsero come pittore di corte. Fu l'artista che proseguì l'opera ritrattista del Moroni dopo la sua morte.
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