Moduino: differenze tra le versioni

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Le egloghe di Moduino sono due poemetti esametrici, di contenuto pastorale, incorniciati da un prologo e un epilogo in distici elegiaci. I modelli di riferimento sono i poeti bucolici di età imperiale: [[Publio Virgilio Marone|Virgilio]] soprattutto, ma anche i più tardi [[Tito Calpurnio Siculo|T. Calpurnio Siculo]] e [[Marco Aurelio Olimpio Nemesiano|M. Aurelio Nemesiano]]. Nella poesia carolingia precedente, formule e atmosfere bucoliche si ritrovano di frequente nelle opere di Alcuino e Angilberto, che certamente Moduino conobbe<ref>Per un panorama preciso delle fonti di Moduino, fondamentale è D. Korzeniewski, 1976 pp. 73-101.</ref>. Un’altra fonte primaria è Ovidio: le egloghe contengono espressioni tratte dall’intero corpus del poeta, creando quella che J. Whitta ha soprannominato “ovidian pastoral”<ref>Per un approfondimento del rapporto tra Ovidio e Moduino: J. Whitta, 2002 pp. 703-31.</ref>.
 
Solitamente i due testi vengono collocati cronologicamente tra l’804 e l’814, ma molti studiosi hanno rifiutato questa ipotesi, proponendo di datarli intornoall’VIII all’800secolo.<ref>La data comunemente accettata dalle letterature e da alcuni studi specialistici (Godman, 1987) si fonda sui versi 87-88 della prima egloga, in cui si suole leggere un’allusione alla morte di Alcuino (804); tuttavia, come hanno dimostrato Korzeniewski e Green, l’interpretazione di questi versi è tutt’altro che univoca. Per un’esposizione esaustiva: Green, 1981.</ref>.
 
Nel prologo (12 versi) il poeta dedica a Carlo Magno i ''gemina libella'', composti in suo onore, e inveisce contro le malelingue invidiose (''livor edax'') che lo accusano di essere sgraziato e di volersi intrufolare di nascosto a corte (''furtivos pedes'').
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Nell’epilogo (10 versi), il poeta (''ille ego Naso tuus tibi carmina mitto pusillis'') si rivolge ancora una volta al sovrano pregandolo di accettare i suoi poveri doni e promettendogli che, se verrà accolto favorevolmente, si dedicherà a comporre poesie su tutte le sue imprese (''ordine cuncta volo gesta referre tua'').
 
Le due egloghe nonostante le notevoli differenze sono strettamente collegate: se nella prima Moduino esprime il desiderio di essere accolto a corte grazie alla sua poesia, la seconda dimostra come i ''topoi'' del canto bucolico possano diventare strumento di celebrazione dell’impero e inserirsi perfettamente nella produzione panegirica contemporanea<ref>Godman, 1987. </ref>.
 
=== Epistola a Teodulfo ===