Diga del Vajont: differenze tra le versioni
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Gli impianti del Piave appartenevano all'''Esercizio Idroelettrico Veneto Orientale'' ''(E.I.V.O.),'' una struttura con sede a Nove di Vittorio Veneto (TV) diretta dall'Ing. Oreste Sestini che, per la loro gestione si avvaleva del ''Reparto Operativo di Soverzene'' diretto dal p.i. Armando Bertotti.<ref name=":4" />
Quando le opere dell'impianto del Vajont erano oramai completate, solo una sua parte era passata come gestione al SI perché l'impianto ancora in fase di collaudo. La gestione era quindi affidata al Reparto di Soverzene, dove si trova [[Centrale idroelettrica di Soverzene|l'omonima centrale idroelettrica]], mentre il resto era rimasto sotto la responsabilità del SCI il cui personale, diretto dall'ingegnere [[Mario Pancini]] era composto quasi tutto da periti edili e da geometri. Fra questi ultimi c'era [[Giancarlo Rittmeyer]] che, qualche settimana prima della tragedia era stato provvisoriamente rimandato al Vajont per contribuire a seguire l'evolversi della frana.
Le decisioni che riguardavano le variazioni del livello dell'acqua nel serbatoio venivano prese dalla direzione del SCI (Biadene) e trasmesse per via gerarchica con lettera o con fonogramma al Reparto di Soverzene perché provvedesse ad eseguirle. Questo veniva fatto regolando sia l'acqua in entrata nel lago (ad eccezione della naturale proveniente dal torrente Vajont e dal suo bacino imbrifero che era variabile in funzione della stagione e ovviamente non regolabile) che quella in uscita verso la centrale di Soverzene o attraverso i vari scarichi della diga.
== Disastro del Vajont ==
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