Qin Shi Huang: differenze tra le versioni
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{{citazione|Io ho apportato l'ordine alla folla degli esseri e sottomesso alla prova gli atti e le realtà: ogni cosa ha il nome che le conviene. Io ho distrutto nell'Impero i libri inutili. Io ho favorito le scienze occulte, affinché si cercasse per me, nel paese, la droga d'immortalità.|Qin Shi Huang<ref>da ''Naissance de Lucifer'', Fata Morgana, 1992, p. 9, di [[Roger Caillois]]</ref>}}
{{Monarca
|nome
|immagine = Qin Shi Huang
|titolo
|altrititoli
|nome completo
|regno
|successore
|titolo1
|regno1
|predecessore1
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|casa reale =
|dinastia
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|madre =
|data di nascita = [[260 a.C.]]
|data di morte = [[210 a.C.]]
|luogo di nascita = [[Handan]]
|luogo di morte = [[Shaqiu]]
|Nome templare =
|Nomi postumi = |
{{Bio
|Nome = Qin Shi Huangdi
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=== Ascesa al trono e governo ===
Dopo la morte del padre, il re [[Zhuangxiang]], Zhèng ascese al trono nel [[246 a.C.]], ma, avendo egli solo tredici anni, fu affiancato da un reggente, [[Lü Buwei]], dalla cui custodia riuscì a liberarsi solo nel [[235 a.C.]] con un colpo di Stato, a seguito di uno scandalo con la regina [[Dowager Zhao]].<ref>{{Cita web|url=https://www.travelchinaguide.com/attraction/shaanxi/xian/terra_cotta_army/qin_shihuang_1.htm|titolo=Emperor Qin Shi Huang, First Emperor of China, Shi Huangdi of Qin Dynasty|sito=www.travelchinaguide.com|accesso=2 febbraio 2017}}</ref><ref>{{Cita libro|url=https://books.google.com/?id=4ukbk52TNP8C&pg=PA12&lpg=PA12&dq=lu+buwei+scandal#v=onepage&q=lu%20buwei%20scandal&f=false|titolo=Qin Shi Huangdi: First Emperor of China|cognome=Pancella|nome=Peggy|data=1º agosto 2003|editore=Heinemann-Raintree Library|isbn=978-1-4034-3704-4|lingua=en}}</ref> [[Zhao Chengjiao]], il signore (长安君), era il fratellastro legittimo di Zhao Zheng, in quanto aveva stesso padre e madre diversa. Dopo che Zhao Zheng prese possesso del trono, Chengjiao si ribellò a [[Tunliu]] e si arrese allo stato di [[Zhao]], e i suoi servitori e familiari vennero giustiziati dal fratellastro stesso.<ref>[[Records of the Grand Historian]] Chapter – Qin Shi Huang: 八年,王弟长安君成蟜将军击赵,反,死屯留,军吏皆斩死,迁其 民於临洮。将军壁死,卒屯留、蒲鶮反,戮其尸。河鱼大上,轻车重马东就食。 《史记 秦始皇》</ref> Una volta assunto il controllo dello Stato di Qin, il nuovo [[Guerre di unificazione dello stato di Qin|mosse le sue armate contro gli altri stati cinesi]], iniziando con lo [[Han (stato)|Stato di Han]], sul quale ebbe la meglio nel [[230 a.C.]]; seguirono [[Wei (stato)|Wei]] ([[225 a.C.]]), [[Chu (stato)|Chu]] ([[223 a.C.]]), [[Zhao (stato)|Zhao]] e [[Yan (stato)|Yan]] (222 a.C.), e infine [[Qi (stato)|Qi]] ([[221 a.C.]]).
[[File:Hou Xuanxuan The situation map of Qin's war.gif|sinistra|miniatura|Cartina geopolitica della Cina del III secolo a.C. con l'evoluzione delle campagne militari per dello stato di Qin per l'unificazione della cina.]]
Nel 221 a.C., governando ormai l'intero territorio cinese, e desiderando di distinguere la sua posizione da quella di semplice re di Qin, forgiò per sé il titolo di ''huangdi'' ({{cinese|皇帝|lett="augusto sovrano"}}), unendo i caratteri che indicavano i [[Tre Augusti e Cinque Imperatori]], sovrani mitologici del Paese unito. Si pose sullo stesso piano dei progenitori, evidenziando il fatto che non aveva bisogno della tradizione per legittimare il proprio dominio. Poiché il titolo di ''huangdi'' è generalmente tradotto come "imperatore", egli è conosciuto come il Primo Imperatore (in cinese ''Shi Huangdi''); il suo successore avrebbe assunto il nome ''Er Shi Huangdi'' (imperatore della seconda generazione) e così via.
[[File:Qin shihuangdi c01s06i06.jpg|sinistra|miniatura|Ritratto di Qin Shi Huangdi, primo imperatore della dinastia Qin, da un album di ritratti sugli imperatori cinesi del [[XVIII secolo]].]]
Dopo aver riunificato la Cina, l'imperatore si dedicò a rafforzare il suo dominio e la sua amministrazione da [[Assolutismo monarchico|sovrano assoluto]], affiancato dal suo ministro [[Li Si]]; non trascurò però l'aspetto militare, e condusse varie campagne contro le popolazioni nomadi che abitavano i confini del suo impero. L'odierno [[Guangdong]], a Sud, fu annesso alla Cina per la prima volta, e gli [[Xiongnu]] a Nord-Ovest furono sconfitti; quest'ultima vittoria non fu però definitiva, e questa fu una delle cause che lo spinsero a collegare le varie mura erette durante il [[periodo degli stati combattenti]] in quello che divenne il primo nucleo della [[grande muraglia cinese]], sebbene oggi resti ben poco delle mura dell'epoca.
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Il secondo nel mezzo di un'imboscata quando era di ritorno da una spedizione in [[Manciuria]], il terzo invece quando fu ferito da un suo rivale politico che lo stesso Qin aveva invitato alla corte. Egli si lanciò sull'imperatore intento ad ammirare uno dei regali offerti dall'ospite, ma invano, perché Qin fu più svelto a girarsi e lo ferì gravemente. In seguito l'attentatore fu giustiziato dalle guardie dell'imperatore.<br />
Dopo quell'episodio Qin perse la fiducia in ognuno dei suoi cortigiani. Furono mandate a morte centinaia di persone sospettate che potessero aspirare a ucciderlo. Cinque anni dopo, egli fece giustiziare tutti gli abitanti di un piccolo centro abitato dell'[[Henan]] poiché rei per Qin di aver scritto su un [[meteorite]] precipitato pochi giorni prima frasi ingiuriose contro di lui. Non essendo riuscito ad identificare l'esecutore di queste frasi, Qin condannò appunto a morte tutti gli abitanti del villaggio, dopo aver fatto distruggere il meteorite.
Il terzo tentativo di assassinio fu per mezzo di un cono di metallo di notevoli dimensioni e peso scagliato, dall'alto di una collina, ad opera di due uomini ingaggiati da un aristocratico Han, contro uno dei due carri ufficiali dell'imperatore, che si rivelò essere quello sbagliato.
=== Il sogno di immortalità e la morte ===
[[File:Xu Fu expedition's for the elixir of life.jpg|miniatura|"Le grandi navi piene di ragazzi e ragazze inviate in cerca della medicina immortale (Hôraizan) dall'imperatore cinese Shih Huang Ti (Shikôtei), 219 aC circa". Un [[ukiyo-e]] del XIX secolo di Kuniyoshi raffigurante le navi della grande spedizione marittima insieme a Xu Fu inviata intorno al 219 a.C. dal primo imperatore cinese, Qin Shi Huang, per trovare la leggendaria casa degli immortali, il Monte Penglai, e recuperare l'elisir dell'immortalità.]]
Secondo una nota tradizione, nella sua vecchiaia l'imperatore divenne ossessionato dall'idea di ottenere l'immortalità; visitò tre volte l'isola di [[Zhifu]], sulla quale si diceva esistesse una montagna dell'immortalità (la sua presenza sull'isola è confermata da due iscrizioni), e inviò uno degli isolani, [[Xu Fu]], a cercare la leggendaria terra di [[Monte Penglai|Penglai]], dove vivrebbero gli immortali; secondo la leggenda costui, avendo fallito nella sua missione, non tornò mai dall'imperatore, per timore della sua furia, e si stabilì invece in [[Giappone]]<ref>Liu Hong (2006), ''The Chinese Overseas'', Routledge Library of Modern China, ISBN 0-415-33859-X.</ref>.
Nel [[210 a.C.]], durante uno dei suoi numerosi viaggi per ispezionare l'efficienza dell'amministrazione imperiale, morì nel suo palazzo di [[Shaqiu]]. Secondo la leggenda, i suoi dottori avevano confezionato delle pillole che avrebbero dovuto renderlo finalmente immortale ma ironicamente queste contenevano [[mercurio (elemento chimico)|mercurio]] e lo avvelenarono<ref>{{Cita libro|autore=Wright, David Curtis |anno=2001 |titolo=The History of China |editore=Greenwood Publishing Group |p=49 |isbn=0-313-30940-X}}</ref><ref>{{Cita libro|titolo=The First Emperor |url=https://archive.org/details/firstemperorsele00qian |editore=[[Oxford University Press]] |anno=2007 |isbn=978-0-19-152763-0 |pp=[https://archive.org/details/firstemperorsele00qian/page/n124 82], 150}}</ref><ref name="Nate Hopper">{{Cita pubblicazione|url=http://www.esquire.com/blogs/culture/Royalty-and-their-strange-deaths |titolo=Royalty and their Strange Deaths |autore=Nate Hopper |data=4 febbraio 2013 |rivista=[[Esquire (periodico)|Esquire]]}}</ref>. Fu poi sepolto nell'enorme [[Mausoleo del primo imperatore Qin a Xi'an|mausoleo]] che si era fatto costruire ad Est del monte Lishan, oggi [[patrimonio dell'umanità]] e famoso per l'imponente [[esercito di terracotta]] sepolto con l'imperatore. Ad oggi, gli archeologi cinesi non hanno ancora violato la tomba di Qin Shi Huang. Parimenti, non vi sono prove che razziatori di qualunque genere siano mai riusciti a fare lo stesso. Quindi il corpo di Qin Shi Huang giace indisturbato da più di 2000 anni nella sua tomba, mai esplorata.
[[File:QinShiHuang19century.jpg|miniatura|Qin Shi Huangdi al culmine del suo regno in un ritratto del [[XIX secolo]], con colophon coreani, in un album che ritrae personaggi storici famosi. È una copia di un ritratto cinese del 1609.]]
Sempre secondo la leggenda, la morte dell'imperatore fu tenuta nascosta anche alla corte per volontà di Li Si, che aspettò di tornare nella capitale [[Xianyang]] prima di divulgare la notizia. Poiché l'imperatore non aveva nominato un erede, nei due mesi che impiegarono per arrivare a Xianyang coloro che erano al corrente della sua morte, cioè il suo primo ministro Li Si, il capo eunuco [[Zhao Gao]] e suo figlio [[Qin Er Shi|Huhai]], si accordarono per falsificare un testamento imperiale, mettendo Huhai sul trono (egli assunse poi il titolo di Er Shi Huangdi) e accusando ingiustamente il suo fratello maggiore e pretendente al trono, [[Fusu]], che si suicidò.
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== Storiografia ==
▲[[File:Qin Shi Huang statue.jpg|thumb|Statua di Qin Shi Huang all'ingresso del suo mausoleo, vicino a [[Xi'an]].]]
Nella tradizione cinese il primo imperatore è generalmente descritto come un tiranno brutale, superstizioso, ossessionato dall'immortalità e terrorizzato dagli assassini, e spesso anche come un regnante mediocre. Non si sa quanto di tutto ciò sia vero, ma probabilmente i giudizi degli storici antichi sono offuscati dalla propaganda [[confucianesimo|confuciana]], che condannava l'imperatore per le sue persecuzioni contro di loro e per il suo supporto al [[legismo]], corrente di pensiero che venne screditata durante la confuciana [[dinastia Han]]. Due testi di propaganda confuciana in tal senso sono i ''Dieci crimini di Qin'', compilato da storici confuciani, e ''Le colpe di Qin'' ({{cinese|t=過秦論}}), di [[Jia Yi]], un testo ammirato come esempio di retorica e pensiero confuciano; in questo si sostiene come le cause del crollo della [[dinastia Qin]] fossero da attribuire al comportamento di Qin Shi Huang, che andò contro gli insegnamenti di [[Confucio]], ricercando avidamente il potere e angustiando il popolo con leggi severe e opere imponenti, per la costruzione delle quali molti lavoratori sarebbero morti. Il fatto che il confucianesimo abbia dominato il pensiero cinese fino all'inizio dell'età contemporanea rende molto difficile distinguere la verità dalla leggenda.
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