Open source: differenze tra le versioni

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Internet dal canto suo, rende possibile la comunicazione tra persone molto distanti in tempi rapidi e a basso costo. Inoltre rende possibile la distribuzione di software direttamente dalla rete, riducendo ulteriormente i costi di duplicazione e le difficoltà a reperire il software stesso. La diffusione dei [[CD-ROM]] come supporto privilegiato di raccolte di software rese possibile il fenomeno delle cosiddette [[Distribuzione (software)|distribuzioni]].
 
Linux può essere considerato come il primo vero progetto "open source" cioè come il primo progetto che faceva affidamento essenzialmente sulla collaborazione via Internet per progredire; fino ad allora, infatti, anche i progetti di software libero come Emacs erano stati sviluppati in maniera centralizzata seguendo un progetto prestabilito da un ristretto numero di persone, in base cioè ai principi 'standard'di [[ingegneria del software]]. Si assumeva valida anche per i progetti open source la '[[legge di Brooks]]', secondo cui "aggiungere sviluppatori a un progetto in corso di implementazione in realtà rallenta il suo sviluppo", legge che ovviamente non è applicabile a un progetto di sviluppo open source. L'idea delle licenze liberali era rappresentata soprattutto da Richard Stallman e la sua FSF, ovvero le licenze liberali per eccellenza erano la GPL e la [[GNU Lesser General Public License|LGPL]] che però venivano ritenute "contagiose", in quanto a partire da un codice licenziato con la GPL qualsiasi ulteriore modifica deve essere distribuita con la stessa licenza. Le idee stesse di Stallman venivano viste con sospetto dall'ambiente commerciale statunitense, il che non facilitava la diffusione del software libero. Per favorire dunque l'idea delle licenze liberali nel mondo degli affari, [[Bruce Perens]], [[Eric S. Raymond]], Ockman e altri cominciarono nel [[1997]] a pensare di creare una sorta di [[lobby]] a favore di una ridefinizione ideologica del software libero, evidenziandone cioè i vantaggi pratici per le aziende e coniarono il termine "''Openopen Sourcesource''". Ciò anche al fine di evitare l'equivoco dovuto al doppio significato del termine "free" nella lingua inglese, visto che spesso veniva interpretato come "gratuito" invece che come "libero". L'iniziativa venne portata avanti soprattutto da parte di Raymond che, in occasione della liberalizzazione del codice sorgente di [[Netscape]], voleva utilizzare un tipo di licenza meno restrittivo per le aziende di quanto fosse la GPL.
 
La scelta a favore dell'"open source" da parte di alcune importanti imprese del settore come
la [[Netscape]], [[IBM]], [[Sun Microsystems]] e [[Hewlett-Packard|HP]], facilitarono inoltre l'accettazione del movimento Open Source presso l'industria del software, facendo uscire l'idea della "condivisione del codice" dalla cerchia ristretta nella quale era rimasta relegata fino ad allora. Venne cioè accettata l'idea che l'open source fosse una metodologia di produzione software efficace, nonostante nel suo famoso saggio ''[[La cattedrale e il bazaar]]'', [[Eric Raymond]] avesse esplicitamente criticato i tradizionali metodi di ingegneria del software, metodi che fino a quel momento avevano dato buoni frutti. VaI notatoprimi comeprogrammi ia primi programmicodice 'liberi'aperto, come il [[GNU Compiler Collection|GCC]], seguivano ancora il modello a cattedrale; solo successivamente progetti come [[EGCS]] adottarono il modello delineato da Raymond.
 
== Descrizione concettuale ==