Arsiero: differenze tra le versioni

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* Oratorio di San Rocco, ''in località Piaggio''
:Costruito nel 1576 alla fine della pestilenza, sembra nel luogo della massima espansione del morbo, fu custodito da eremiti fino alla fine dell'Ottocento. Fu restaurato nel 1630 per un'altra epidemia della peste. La cappella-atrio davanti alla chiesetta venne costruita nel 1836 anche per riparare i viandanti sulla strada di Posina in caso di maltempo.
:L'oratorio venne distruttogravemente danneggiato dagli eventi bellici della prima guerra mondiale e ricostruito nel primo dopoguerra. NelLa notte del 29 Giugno 1944 fu fatto saltare in aria dai partigiani in una discutibile azione; tanto che fu ricostruito nel 1959 anche grazie a contributi pubblici. Sembra che all'interno fossero stati depositati degli esplosivi dell'organizzazione TODT, tuttavia rimane il dubbio visto che a poche decine di metri esistono le fortificazioni della Batteria S.Rocco risalenti alla grande guerra, certamente più adatte allo scopo. Fu infine restaurato nel 1962. Un'antica statua di San Rocco, "protettore della villa", è stata collocata nel restaurato palazzo del Centro Servizi Sociali di Arsiero<ref name = Brazzale16/>.
* Oratorio di Maria Ausiliatrice, ''in frazione Scalini''
:Costruito nel secondo dopoguerra
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:Il forte si trova ai piedi del [[Monte Cimone di Tonezza|Monte Cimone]] a quota m. 350, sulla destra dell'Astico; si raggiunge da Case Ratti in un quarto d'ora a piedi, imboccando la suggestiva e piacevole strada del Forte.
* Forte Campomolon (m. 1853)
:La costruzione del forte fu iniziata nel 1912 e per realizzarla fu costruita la strada che va dalla Val di Riofreddo fino a Forcella di Valbona. Nel 1914 era quasi finita, mancavano solo le cupole d'acciaio commissionate alla Germania e che, con lo scoppio della guerra, non giunsero mai. In tali condizioni l'opera venne meno al suo scopo difensivo e la sua funzione si ridusse a quella di osservatorio e di ricovero per le truppe e le munizoinimunizioni.
:Durante la Strafexpedition il forte fu fatto saltare dagli italiani. La visita al forte è interessante sia per quanto è possibile vedere dalle rovine, sia per il panorama vastissimo che da lassù si può cogliere.
:Per salire al forte: da Arsiero alla Valle del Riofreddo fino al bivio di Crosara, poi a sinistra fino a BusattiBusati Grisi e di qui per strada bianca al rifugio Rumor, distante dal Forte 20' circa a piedi<ref name = Brazzale28/>.
 
== Società ==
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== Geografia antropica ==
Frazione di Arsiero è [[Castana (Arsiero)|Castana]]. Altre località sono: Scalini, Valpegari, Cartiera di Mezzo, Bedini, Busati, Crissi, Crosara, Peralto, Valsondrà, Valoje, Bugni<ref>[http://www.comuniecitta.it/frazioni-del-comune-di-arsiero-24007 Comuni e città]</ref>.
 
== Economia ==
Fino agli ultimi decenni dell’Ottocento gran parte della popolazione viveva esclusivamente dei prodotti della terra e solo una piccola parte si dedicava all'artigianato - lana, carta, legno, marmo, ferro e rame, molinimulini - che ad Arsiero e nella Valle del Posina vanta origini antichissime, grazie all'abbondanza delle acque e delle materie prime. Il ferro ad esempio fin dai tempi dell'impero romano veniva estratto sull'altopiano di Tonezza e nel XIII secolo anche sul Monte Toraro.
 
Antiche aziende erano sorte lungo il torrente Posina: la cartiera Braselli, operante già dal 1594 e dotata di "rode cinque", la cartiera dei conti Velo del 1665 con "quattro rode" e quella di Bernardino Tomitano nella contrà di Sotto Santa Maria, con "tre rode e folletto" del 1671. I diritti delle acque di questi opifici, come quelli dei magli e dei mulini delle altre ditte vennero acquistati in parte e unificati nella seconda metà dell’Ottocento da [[Alessandro Rossi (imprenditore)|Alessandro Rossi]] che realizzò nel 1873 il Consorzio della Fabbrica della Carta di Arsiero; qualche anno dopo, nel 1878, suo figlio, Francesco Rossi, costituì la Cartiera Rossi<ref>[http://www.cartotecnicarossi.it/ita/azienda-produzione-carta-crespata-metallizzata-velina-bianca-colorata.asp Cartotecnica Rossi]</ref>. Con questa grande azienda l'economia e la vita del paese subirono un radicale cambiamento: nel giro di pochi anni trovarono lavoro 1300 operai e una cinquantina di impiegati, tanto da assorbire tutta la manodopera locale e parte di quella dei paesi vicini, per cui l'unica grande aspirazione di un giovane era "andare in cartiera"<ref name = Brazzale21 >Antonio Brazzale, ''Tra Astico e Posina …'', ''op. cit.'', pp. 21-24</ref>.