Giuseppe Garibaldi: differenze tra le versioni
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Il 2 dicembre 1874 [[Pasquale Stanislao Mancini]] propose al parlamento una rendita vitalizia al condottiero; il 19 dicembre viene approvata alla Camera (si contarono 307 si e 25 no), mentre il Senato l'approvò solo il 21 maggio 1875; la pensione era di {{formatnum:50000}} lire annue a cui si aggiungeva una rendita annua. Garibaldi inizialmente rifiutò per poi accettarla l'anno successivo.<ref>I motivi per cui accettò la pensione sono dibattuti dagli storici: chi parla delle condizioni economiche disastrose dei figli Menotti e Ricciotti, (Menotti ebbe {{formatnum:20000}} lire che lo salvarono dalla bancarotta) si veda {{Cita|Montanelli|p. 567}} chi afferma che saputo che al nuovo rifiuto i beni sarebbero andati a Giuseppina Raimondi {{cita libro|Mino |Milani |Giuseppe Garibaldi, seconda edizione pag 493|1982|Mursia|}}, mentre tutti evidenziano come l'anno in cui accettò andò al potere la sinistra. In ogni modo accetta quello che venne definito «il più amaro boccone che egli in vita sua abbia inghiottito» come afferma la White Mario ({{cita libro|Jessie| White Mario | Garibaldi e i suoi tempi pag 375|1907| Treves |}}), per evitare le difficoltà economiche in precedenza vendette il suo Yacht con cui guadagnò {{formatnum:80000}} lire, e affidò la somma a Antonio Bo che preferì fuggire in America come in {{Cita|Montanelli|p. 558}} mentre per Guerzoni i responsabili dovevano avere un «perpetuo rimorso nella coscienza» per averlo costretto a tale gesto {{Cita|Guerzoni1|p. 595}}</ref>
Il 26 gennaio 1880 sposò la piemontese [[Francesca Armosino]], sua compagna da 14 anni e dalla quale ebbe tre figli. Nel 1882 fece il suo ultimo viaggio in occasione del sesto centenario dei Vespri<ref>{{Cita web|url=http://www.archiviostoricocrotone.it/crotone/lultimo-viaggio-di-garibaldi-passando-per-cotrone/|titolo=L’ultimo viaggio di Garibaldi, passando per Cotrone|cognome=Placco|nome=Francesco|sito=Archivio Storico Crotone|accesso=3 ottobre 2019}}</ref>: per tale ricorrenza partì il 18 gennaio, prima giunse a Napoli che lascerà il 24 marzo raggiungendo Palermo il 28 marzo; durante il tragitto nella città regnò il silenzio in segno di rispetto.<ref>«Durante quel tragitto di tre chilometri, neppur un battimano, neppur un solo evviva ruppe quel solenne silenzio, che giustificò il detto del Sindaco al popolo: Mai siete stati, come oggi, così sublimi!» in {{cita libro|Jessie |White Mario|Garibaldi e i suoi tempi pag 829|1884 |Fratelli Treves|}}</ref> Ritornerà a Caprera il 17 aprile. Poco dopo il ritorno la bronchite peggiorò, e per tre giorni Garibaldi venne alimentato artificialmente. Fu assistito dal medico di una nave da guerra ancorata nell'isola vicina di La Maddalena (La ''Cariddi'') Alessandro Cappelletto e morì il 2 giugno 1882 alle 18:22, all'età di quasi 75 anni,<ref>{{cita libro|Mino |Milani |Giuseppe Garibaldi (Storia, biografie, diari) pag 522|2006 |Mursia||isbn = 978-88-425-2997-2}} e {{Cita|Guerzoni1|p. 610}}</ref> per una paralisi della [[faringe]] che gli impedì di respirare. Nel testamento, una copia del quale è esposta nella casa-museo sull'isola di [[Caprera]], Garibaldi chiedeva espressamente la [[cremazione]] delle proprie spoglie,<ref>Esattamente le sue volontà erano quelle di venire bruciato: «Bruciato e non cremato, capite bene. In quei forni che si chiamano crematoi non ci voglio andare». {{Cita|Guerzoni1|p. 615}}</ref> desiderio disatteso. La salma giace a Caprera nel piccolo cimitero di famiglia del cosiddetto ''[[Compendio
[[File:La Maddalena, compendio garibaldino di Caprera (35).jpg|thumb|La tomba di Garibaldi, a Caprera]]
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