Libere ACLI: differenze tra le versioni

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=== L'ipotesi "socialista" delle ACLI 1969-1970 ===
Le ACLI nacquero nel 1944 per volontà della Chiesa Cattolica al fine di formare i lavoratori cristiani secondo i principi della [[Dottrina sociale della Chiesa cattolica|Dottrina Sociale Cristiana]] DSC e accompagnarli nel corretto esercizio della attività sindacale. Le ACLI all'origine erano un soggetto evangelizzatore del mondo del lavoro e come tale godevano di una assistenza spirituale diretta della Chiesa. Tra i religiosi cattolicì che presero più a cuore la vita delle ACLI merita menzione [[Papa Paolo VI|Giovanni Battista Montini]] che in seguito per tale dedizione venne indicato come ''il papa delle ACLI''. Sotto la presidenza di [[Livio Labor]] e poi di [[Emilio Gabaglio]] le ACLI che incarnavano il fronte dei lavoratori cattolici, con il Congresso di Torino del 1969 e con il Convegno di Vallombrosa del 1970 imboccarono una via socialista che tra i vari contenuti proponeva il ripudio del capitalismo, la lotta tra classi sociali ed una interpretazione in chiave marxista dei Vangeli in parte sostenuta da influenti sacerdoti come padre [[Bartolomeo Sorge]]<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Bartolomeo Sorge|autore2=|autore3=|data=20 novembre 1971|titolo=Vangelo e "scelta di classe". II. Interclassismo e scelta di classe|rivista=La Civiltà Cattolica|volume=|numero=2914|pp=320-333|citazione=... il giudizio pratico sulla possibilità e sui modi d'una convergenza tra marxisti e cristiani nell'azione di classe ...|urlarchiviourl=http://www.archiviluccini.it/marangon/files/acli_08.01_OCR.pdf}}</ref>. Questa nuova visione socialista adottata dalle ACLI era considerata dai vescovi della CEI, difforme Magistero della chiesa Cattolica. La dirigenza delle ACLI all'85% era a sostegno di questa svolta socialista mentre la minoranza dissidente contava circa il 15% dei dirigenti ACLI. Secondo i dissidenti<ref>{{Cita news|autore=Zincone Giuliano|titolo=Zuffa fra i giovani aclisti|pubblicazione=Corriere della Sera|data=077 dicembre 1970|p=2}}</ref> e molti altri sacerdoti come [[Papa Giovanni Paolo I|Albino Luciani]], al tempo [[Patriarcato di Venezia|Patriarca di Venezia]], l'adesione della base dei lavoratori cattolici era di molto inferiore<ref>{{Cita news|autore=|titolo=Annotazione di colloqui tra il Patriarca Albino Luciani e mons. Pellegrino|pubblicazione=Archivio Storico del Patriarcato di Venezia|città=Venezia|data=1971|citazione=Fin dall’assemblea provinciale del 1971 apparve chiara la distanza fra gli aclisti di base orientati
sulla linea tradizionale e la dirigenza, orientata decisamente in senso socialista, tanto che come
abbiamo visto Luciani parlando con mons. Pellegrino disse che a Venezia la base era “sana, il
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==== I primi dissensi ====
''I'' vescovi cattolici della [[Conferenza Episcopale Italiana|CEI]] iniziarono una confronto critico con la dirigenza ACLI nel marzo del 1970. Il primo atto di dissenso della parte della base ACLI contro la "svolta socialista" avvenne al congresso delle sezioni giovanili delle ACLI a Peschiera del Garda l'8 dicembre del 1970 ove un piccolo gruppo diede vita alla ''gioventù aclista autonoma''<ref>{{Cita news|autore=Zincone Giuliano|titolo=Le tesi degli aclisti rossi|pubblicazione=Corriere della Sera|data=099 dicembre 1970|p=5}}</ref>. Seguirono alcune riunioni a Roma di dirigenti nazionali e responsabili locali nel gennaio del 1971 che ipotizzavano una azione di rottura con le ACLI Nazionali. Ci fu anche una raccolta di firme per promuovere una scissione ma a quelle riunioni non seguì alcuna azione concreta. Il 1 febbraio 1971 le minoranze dissenzienti e la gioventù aclista autonoma chiesero alla presidenza un congresso straordinario per verificare con la base la scelta della ''svolta socialista ,'' richiesta che venne loro rifiutata<ref>{{Cita news|autore=|titolo=Polemica nelle Acli|pubblicazione=Corriere della Sera|data=022 febbraio 1971|p=5}}</ref>.
[[File:Sette Domande Libere Acli 1971.JPG|miniatura|L'opuscolo redatto nel febbraio 1971 con il contributo primario del prof. Tommaso Demaria che costituisce il manifesto politico e culturale delle Libere ACLI]]
 
=== La frattura e la fondazione delle ''Libere ACLI dell'Italia Settentrionale'' ===
Don Giuseppe Macario era un sacerdote di Torino attivo nella assistenza ai profughi dell'Istria<ref>{{Cita news|autore=|titolo=E' morto don Macario Parroco dei profughi|pubblicazione=Stampa sera|data=7 marzo 1983|p=5|citazione=A Torino don Macario (fratello del senatore Luigi Macario ex leader della Clsl) era assai conosciuto e stimato per numerose opere sociali che aveva realizzato e per essere stato il «parroco delle Casermette»: circa 4 mila profughi giuliani ai quali don Macario aveva assicurato assistenza spirituale e materiale nelle ex casermette di via Guido Reni.|urlarchiviourl=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,5/articleid,1025_02_1983_0063_0005_19050920/}}</ref> e nel modo cattolico del lavoro e fratello di [[Luigi Macario]]. Don Macario fu indirizzato dal deputato [[Michelangelo Dall'Armellina|Michelangelo D'Allarmellina]] a contattare [[Gaetano Peretti]] Presidente della sezione ACLI di Avesa<ref>{{Cita web|url=http://www.mclavesa.it/?page_id=28|titolo=MEMORIE DI UN PRESIDENTE|autore=Giorgio Ceoletta|sito=http://www.mclavesa.it|citazione=....convocato il consiglio delle A.C.L.I. di Avesa, sotto la spinta di Gaetano Peretti si decide di fare la scissione....|accesso=11 agosto 2019}}</ref>, frazione di Verona. Peretti era uno dei dissenzienti più convinti e con don Macario coordinò una riunione di responsabili di sezioni locali che ambivano al rifiuto della ipotesi socialista ed alla separazione dalle ACLI nazionali per il 7 febbraio 1971 nel Dopolavoro Ferroviario in via Sammartini a MIlano. Don Macario avvertì Peretti che sarebbe stato presente all'incontro il prof. [[Tommaso Demaria]], docente dell'[[Università Pontificia Salesiana|Ateneo Salesiano]], per garantire le basi teoretiche e la correttezza rispetto al magistero delle dottrina cattolica del nuovo movimento che si prospettava di costituire<ref name=":0">{{Cita libro|autore=Gaetano Peretti|titolo=Maria...Tu qui?|anno=2002|editore=Copigraph|città=Verona}}</ref>. Alla riunione presieduta da Peretti<ref>{{Cita news|autore=S.d.M.|titolo=Frattura nelle Acli|pubblicazione=Corriere della Sera|data=8 febbraio 1971|p=3}}</ref>. Erano presenti anche Ettore Bandieri e Adriano Nardo di Torino e Abele Gallaverna e Angelo Del Pietro di Novara. Dopo la relazione del Prof. Demaria sui fondamenti teoretici che rendevano necessari il rifiuto della ipotesi socialista, la scissione e la proposta di una nuova e diversa proposta cristiana venne proclamata alla presenza dei giornalisti di numerose testate nazionali la fondazione delle ''Libere ACLI dell'Italia Settentrionale''. Venne approvato uno statuto provvisorio<ref>{{Cita news|autore=S.d.M.|titolo=Frattura nelle Acli|pubblicazione=Corriere della Sera|data=8 febbraio 1971|p=3|citazione=L'assemblea tenutasi ièri a Milano, presso il Dopolavoro Ferroviario di via Sammartini (fra i partecipanti erano numerosi dipendenti delle Ferrovie dello Stato), ha visto la presenza di delegati di molte province settentrionali, tra gli altri, il professor Gaetano Peretti presidente di un grosso gruppo aclista di Verona, e insegnante di filosofia in quella città, che dirigeva i lavori; il dottor Ettore Bandieri di Torino, vicesegretario nazionale delle ACLI dei ferrovieri; Adriano Nardo presidente di un circolo ACLI di Torino: Abele Gallaverna e Angelo Del Pietro di Novara. E' stato approvato lo statuto provvisorio delle «libere ACLI»}}</ref>. Nessun dirigente nazionale ACLI prese parte a questa fondazione che fu opera dei responsabili locali di sezioni di Torino, Novara, Alessandria, alcuni rappresentanti di sezioni dell'Emilia, di Milano ed altre località della Lombardia, e altri ancora dal Veneto, Mestre, Porto Marghera, Vicenza, Verona, Chioggia e Venezia.<ref name="ref_A">{{Cita news|autore=Lamberto Furno|titolo=Minaccia di estendersi la scissione nelle ACLI|pubblicazione=LA STAMPA|data=11 febbraio 1971|p=18|accesso=11 agosto 2019}}</ref><ref>{{Cita news|autore=Lamberto Furno|titolo=Contro la "scelta socialista. Minaccia di estendersi la scissione nelle Acli. Gli oppositori alla linea del presidente Gabaglio si sono riuniti a Roma -|pubblicazione=La Stampa|data=11 febbraio 1971|p=18|citazione=dopo la costituzione delle « Libere Acli dell'Italia settentrionale ». avvenuta domenica scorsa a Milano|urlarchiviourl=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,18/articleid,0135_01_1971_0035_0018_5136161/}}</ref>
 
La dirigenza ACLI Nazionale prontamente condannò la scissione attribuendola ad un esiguo numero di alcune sezioni locali e senza la partecipazione di dirigenti nazionali e proponendo l'espulsione degli scissionisti<ref>{{Cita news|autore=|titolo=ACLI: gli scissionisti differiti ai Probi Viri|pubblicazione=Corriere della sera|data=9 febbraio 1971|p=15}}</ref>.
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organismo dinamico religioso cristiano che coincide col Corpo Mistico e con la Chiesa, non può avere altro
atteggiamento”)}}</ref>.
[[File:Per un impegno ideologico cristiano di ALC FEDERACL.JPG|miniatura|Il libretto che descrive la scelta culturale del realismo dinamico promosso dalle Libere ACLI come tipo di sviluppo socio economico alternativo alla "ipotesi socialista" ed alla marxista ed al tipo liberal-capitalista ]]
Le LIbere ACLI ebbero il loro atto costitutivo ufficiale a Roma il 2 maggio 1971 con la deposizione dello statuto provvisorio presso un notaio. Furono presenti come fondatori 200 delegati da 39 diverse provincie<ref>{{Cita news|autore=|titolo=Da scissionisti di 39 provincie. Fondate le Libere Acli.|pubblicazione=Corriere della sera|data=033 maggio 1971|citazione=o nate ufficialmente le « ACLI libere », costituite dagli scissionisti in 39 province. Il testo dello statuto provvisorio è stato depositato stamani davanti a un notaio: esso regolerà la vita associativa—è detto in un comunicato — fino al primo congresso nazionale. I duecento delegati riunitisi a Roma hanno quindi approvato un documento che si articola nei seguenti punti:...}}</ref>. Carlo Borrini, vice presidente dimissionario delle ACLI, divenne presidente delle Libere ACLI il 12 maggio 1971<ref>{{Cita news|autore=Agenzia Italia|titolo=Borrini Presidente delle "Libere Acli"|pubblicazione=LA STAMPA|data=13 maggio 1971|p=11}}</ref>.
 
Nel maggio 1971 la minoranza ACLI con le ''Libere ACLI'' controllò 15 provincie per una stima 120.000<ref>{{Cita web|url=https://www.mcl.it/Notizie/cattolici-per-un-progetto-dicembre-2002-18180|titolo=Cattolici per un progetto. IL RICORDO DEGLI INIZI|sito=Movimento Cristiano Lavoratori|data=2002|lingua=it-IT|citazione=I tempi sono maturi per qualcosa di nuovo. Da una parte il vulcanico Carlo Borrini organizza un nuovo raggruppamento, in futuro chiamato MOCLI, al quale aderiscono 120.000 militanti circa, soprattutto delle province nelle quali le Acli erano particolarmente radicate, e che si riconoscevano in una linea di impegno sociale e politico legatissima al movimento dei lavoratori, ma aliena dalla lotta di classe e dalla voglia di confluenza nel Pci o nel Psi.
 
Parallelamente si danno da fare anche Giovanni Bersani e Michelangelo Dell’Armellina, entrambi deputati Dc, chiamando attorno a sé i loro fedelissimi. Soffrono più di ogni altra cosa la lacerazione del rapporto con la Chiesa, la rottura delle forme, la violazione delle tradizione, e decidono di dar vita ad una sorta di corrente che poi sarà chiamata FEDERACL (che contava all’epoca circa 70 mila aderenti).|accesso=7 febbraio 2021-02-07}}</ref>-150.000<ref>{{Cita news|autore=Redazione|titolo=LE ACLI VALUTANO OGGI LE DECISIONI DELLA
CONFERENZA EPISCOPALE.Prese di posizione dalla Lombardia, dalla Sardegna e dalla Sicilia
— La minoranza chiede le dimissioni della presidenza|pubblicazione=L'Unità|data=11 maggio 1971|p=2|citazione=...e chi invece vuol uscirne per confluire nelle così dette Libere ACLI. Il documento votato segna un compromesso. La richiesta delle dimissioni della presidenza (priva di realismo se si pensa che la minoranza controlla solo 15 province)...|urlarchiviourl=https://archivio.unita.news/issue/1971/05/11}}</ref> tra iscritti ed aderenti ai servizi ACLI.
 
Nel giugno 1971 i vescovi della CEI ritirano gli assistenti ecclesiastici alle ACLI Nazionali<ref>{{Cita news|autore=F.D.S.|titolo=DOPO IL RITIRO DEL «CONSENSO» DEI VESCOVI Le Acli non hanno più gli assistenti ecclesiastici|pubblicazione=Corriere della Sera|data=10 giugno 1971|p=4}}</ref> e il 19 giugno 1971 avviene la così detta ''sconfessione delle ACLI di Paolo VI''<ref>{{Cita news|autore=|titolo=ACLI: il Papa conferma il distacco dalla Chiesa Parlando alla conferenza episcopale Paolo VI ha deplorato che il movimento abbia voluto qualificarsi politicamente «scegliendo per di più una linea socialista, con le sue discutibili e pericolose implicazioni dottrinali e sociali|pubblicazione=Corriere Della Sera|data=20 giugno 1971|pp=1-2|citazione=Città del Vaticano, 19 giugno. Il totale e pieno appoggio del Pontefice all'operato dell'episcopato italiano per il ritiro del « consenso » alle ACLI è stato manifestato questa mattina da Paolo VI, che ha rivolto un discorso ai vescovi a conclusione dell'ottava assemblea generale della conferenza episcopale italiana.}}</ref>''.''
 
Gli esponenti delle Libere ACLI con delusione dovettero constatare nonostante la sconfessione delle ACLI, alle Libere ACLI non veniva espressa alcuna preferenza dalla gerarchia ecclesiastica.
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==== La Fededazione Associazioni Cristiane Lavoratori FederACL ====
L'8 dicembre 1971 a Roma si concretizza la terza scissione dalle ACLI. Furono fondate le ''FederACLI'' con a capo gli onorevoli [[Giovanni Bersani]] e [[Michelangelo Dall'Armellina]]<ref>{{Cita news|autore=l.f.|titolo=I dissidenti della "Acli" formano una federazione.|pubblicazione=LA STAMPA|data=099 dicembre 1971|p=9}}</ref>. Cambiarono denominazione dal giugno 1972 in ''FederACL''<ref>{{Cita web|url=http://www.enciclopediabresciana.it/enciclopedia/index.php?title=FEDERAZIONE_Associazioni_Cristiane_dei_Lavoratori_Italiani|titolo=FEDERAZIONE Associazioni Cristiane dei Lavoratori Italiani (FEDERACLI)|autore=ANTONIO FAPPANI|sito=http://www.enciclopediabresciana.it|accesso=11 agosto 2019}}</ref>.
 
==== Il Movimento Cristiano Lavoratori MCL ====
MoCLI e FederACL ed alcune delle sezioni appartenenti alle Libere ACLI si uniranno a Roma l'8 dicembre 1972 per costituire il [[Movimento Cristiano Lavoratori]] o MCL, che seguì una linea culturale fondata sul "capitalismo dal volto umano"<ref>{{Cita web|url=https://www.mcl.it/Il-Movimento/Note-Storiche|titolo=Movimento Cristiano Lavoratori > Il Movimento > Note Storiche|sito=www.mcl.it|citazione=Il MCL ha ritenuto, allora, e ritiene ancora, che occorre costruire un capitalismo dal “volto umano”, nella profonda convinzione che libertà di mercato, solidarietà e sussidiarietà sono componenti complementari per un sano liberalismo.|accesso=8 febbraio 2020-02-08}}</ref>.
 
Prima delle scissioni le Acli contavano oltre 700 000 iscritti e altri 300 000 iscritti ai servizi sociali collaterali<ref name="ref_A" />. Le tre nuove formazioni Libere Acli, MoCLI e FederACL contarono complessivamente 250.000 iscritti<ref>{{Cita libro|autore=Giovanni Bersani|titolo=M.C.L. Movimento Cristiano Lavoratori : una risposta ai problemi dei lavoratori e della società italiana : formazione, azione, partecipazione.|anno=1976|editore=Movimento Cristiano Lavoratori|città=Milano|p=112}}</ref>. Alle Acli non rinnovarono l'iscrizione altri 180 000 soci<ref>{{Cita news|autore=|titolo=Intervista a Giovanni Bersani|pubblicazione=Tribuna Politica RAI|data=21 dicembre 1971}}</ref>. Le ACLI al termine delle presidenze Labor e Gabaglio si ritrovò lacerata all'interno e quasi dimezzata nella consistenza degli iscritti.
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dottrina sociale della Chiesa. ....
...Come nacque?
Avevo da poco fondato un trimestrale ed ero impegnato in....|urlarchiviourl=https://www.stefanolorenzetto.it/articoli/Fontana_Stefano.pdf}}</ref> con il coinvolgimento di [[Ugo Sciascia]] diedero vita alla redazione prima del periodico ''Nuova Presenza Cristiana'' e e poi della rivista filosofica ''Nuove prospettive'', pubblicati fino al 1991.
 
== Note ==