Marcantonio Trevisan: differenze tra le versioni
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== Biografia ==
=== Giovinezza ===
=== Missione diplomatica nel Sultanato d'Egitto ===
Il 22 gennaio [[1512]] il padre Domenico, in qualità di procuratore e oratore, partì da Venezia per una delicata missione diplomatica presso il [[Sultanato d'Egitto|sultano d’Egitto]], [[Qanṣūh al-Ghūrī]]. Marcantonio lo accompagnò insieme al segretario Andrea Franceschi.<ref>{{cita|Sanudo|pp. 404}}</ref>
In aprile, con un seguito di circa quaranticinque persone, lasciarono [[Alessandria d'Egitto]] per [[Abukir]] quindi l'ultimo giorno del mese si imbarcarono a [[Rosetta (città)|Rosetta]] sulle rive del [[Nilo]]. Il 6 giugno raggiunsero [[Bulaq]], allora sobborgo a tre miglia dal [[Cairo]] e furono accolti dal ''[[maestro di cerimonie|memendar]]'' scortato da una compagnia di [[mamelucchi]]. Il sultano ricevette splendidi doni e onorò l'oratore veneziano permettendogli di alloggiare in uno dei più sfarzosi palazzi della città, fatto costruire da Khawand Fatima, moglie del precedente sultano [[Sayf ad-Din Tumanbay]] e collocato accanto alla [[Cittadella del Cairo]]. Marcantonio vi abitò per i successivi due mesi. Il sultano ebbe tre udienze con il padre Domenico durante le quali si trattò dei rapporti tra la [[Repubblica di Venezia]] e [[Ismail I]], ''[[shah]]'' di [[Persia]], suo avversario, mediati da [[Pietro Zen]], che secondo il sovrano aveva rischiato di provocare una guerra tra il Sultanato e la Serenissima. Il Trevisan riuscì ad ammansire il sultano che alla fine acconsentì a risparmiare la vita allo Zen, facendolo giudicare però dai veneziani e costringendolo ad uscire dal suo palazzo con una catena stretta attorno al collo. Promise inoltre che avrebbe fatto pagare il tributo in mercanzie a lui dovuto dai [[Cipro|ciprioti]], che lo avevano ingannato consegnandogli prodotti di valore inferiore a quello stabilito. Infine, si assicurò l'approvvigionamento di [[pepe]] dal Sultanato per tre [[muda (Repubblica di Venezia)|mude]] l'anno, il libero commercio dei mercanti veneziani entro i suoi confini sotto il pagamento di 5.000 [[ducato (moneta)|ducati]] e la possibilità per i pellegrini veneziani di visitare il [[Santo Sepolcro]], permesso che il sultano aveva invece negato ai francesi.
Il 4 agosto, conclusa la missione diplomatica, i Trevisan accompagnati dai consoli di Alessandria e Damasco e da molti mercanti veneziani lasciarono il Cairo e cinque giorni dopo arrivarono a [[Damietta]] dove si imbarcarono su una galea che dopo aver fatto tappa a [[Cipro]], [[Creta]] e [[Corfù]] raggiunse Venezia verso la metà di ottobre.<ref>{{cita|Sanudo|pp. 193-208}}</ref>
=== Dogato ===
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