Marcantonio Trevisan: differenze tra le versioni

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Durante la sua vita politica ebbe numerosi incarichi in cui si mise in luce per la sua onestà e rettitudine morale; ciò gli permise di esser ben considerato nonostante l'estremismo religioso.
 
Nell'agosto del [[1524]] fu eletto consigliere a Cipro<ref>{{cita|Sanudo|p. 545 (XXXVI)}}</ref> insieme a [[Pietro Valier (consigliere a Cipro)|Pietro Valier]] e a [[Michele Foscarini]], capitano di [[Larnaca]].<ref>{{cita|Sanudo|p. 338 (XXXIX)}}</ref> Vi giunse nell'autunno dello stesso anno. Durante il suo incarico sull'isola fece bandire e ritirare il [[monete di Venezia|marcello]] e il [[lira mocenigo|mocenigo]] locali che contenevano meno metallo prezioso del dovuto.<ref>{{cita|Sanudo|pp. 15-16 (XL)}}</ref> Ritornò a Venezia insieme al Valier con un grande carico di spezie e frumento nel dicembre [[1527]].<ref>{{cita|Sanudo|pp. 354-355 (XLVI)}}</ref>
 
Nel febbraio [[1528]] fu eletto [[procuratore di San Marco|procuratore]] sopra gli atti dei sopragastaldi benché soggetto a [[contumacia]]. La sua elezione fu comunque approvata dal [[Maggior Consiglio]] e questa violazione della legge fece grande scalpore.<ref>{{cita|Sanudo|p. 570 (XLVI)}}</ref> In ottobre ottenne la carica di [[Collegio dei Savi|Savio sulla mercanzia]] per il mese di settembre [[1529]].<ref>{{cita|Sanudo|p. 75 (XLVIII)}}</ref> Nel giugno 1529 diviene uno dei sette Savi sull'imprestado del clero e in seguito Savio sopra l'estimo.<ref>{{cita|Sanudo|p. 489 (XLIX)}}</ref>
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Nel [[1530]] insieme ad altri quattro Savi si occupò di dirimere le questioni inerenti all'isola di [[Anafi|Nanfio]].<ref>{{cita|Sanudo|p. 555 (LII)}}</ref> Venne poi eletto Savio ''"sopra la reformation di la terra"''.<ref>{{cita|Sanudo|p. 190 (LIII)}}</ref>
 
A novembre dello stesso anno, in virtù della sua pregressa esperienza quale consigliere a Cipro, fu eletto dal Maggior Consiglio quale luogotenente dell'isola al posto di [[Agostino da Mula]]. Partì alla fine di marzo dell'anno successivo con tre navi e vi giunse a luglio.<ref>{{cita|Sanudo|pp. 134, 353, 510 (LIV)}}</ref> Fece un resoconto dettagliato del pessimo stato delle fortificazioni di [[Nicosia]], il cui adeguamento avrebbe implicato anni di lavori e la spesa di migliaia di ducati.<ref>{{cita|Sanudo|pp. 244-246 (LVI)}}</ref> Nel [[1533]] dovette far fronte a pessimi raccolti, distrutti dalla siccità e dalle cavallette, che fecero aumentare notevolmente il prezzo del frumento e dell'orzo, principali produzioni agricole locali. Contemporaneamente si scatenò un'epidemia di peste, giunta dalla [[Siria]], che colpì in particolare [[Famagosta]]. Il Trevisan e i rettori riuscirono ad impedire che il contagio si diffondesse in tutta l'isola ma in città e nelle immediate vicinanze morirono in pochi mesi più di 800 abitanti (tra cui diversi funzionari veneziani) e si contagiarono in migliaia. Per far fronte alle richieste di frumento e denaro da parte di Venezia fu costretto a vendere il cotone e lo zucchero presenti sull'isola.<ref>{{cita|Sanudo|pp. 187, 191, 589-590 (LVIII)}}</ref>
 
=== Dogato ===