Olocausto in Libia: differenze tra le versioni
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Nella seconda metà del 1940, dopo che l'Italia si unì nella guerra al fianco della Germania, la situazione degli ebrei peggiorò. Tripoli era nel caos e il quartiere ebraico fu pesantemente danneggiato dai bombardamenti alleati, lasciando molti ebrei morti sul posto. Alcuni ebrei, come la popolazione musulmana, fuggirono nell'entroterra. La comunità ebraica di Tripoli affittò le case per i bisognosi, costruì dei rifugi antiaerei sotterranei e fornì l'istruzione ai bambini espulsi.
Col passare del tempo, le leggi razziali peggiorarono la situazione: gli ebrei della Cirenaica furono mandati in un campo di concentramento in Tripolitania e la maggior parte della forza lavoro della comunità fu mandata nei campi di lavoro. Gli ebrei che erano cittadini di paesi nemici furono espulsi dal paese mentre il resto soffrì le leggi razziste e oppressive che li danneggiarono socialmente ed economicamente. A metà del 1942, il governatore decretò che agli ebrei era vietato concludere affari o commerci al di fuori della comunità, pubblicare qualsiasi materiale che non riguardasse la religione e soggetto ad altre leggi oppressive.
=== I cambi di regime ===
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L'approvvigionamento alimentare a Bergen Belsen fu terribile, le condizioni di lavoro furono molto dure e i prigionieri subirono abusi e molestie dai soldati delle SS.
Il campo di Innsbruck-Reichenau si trovava nell'Austria occidentale ed era una propaggine del [[Campo di concentramento di Dachau|campo di Dachau]]. Fu circondato da una recinzione elettrica, c'era separazione tra uomini e donne e tutti i detenuti furono costretti a lavorare. A differenza degli altri prigionieri, gli ebrei della Libia poterono rimanere nei loro abiti civili. Le guardie delle [[SS]] furono crudeli con gli ebrei: furono bandite da qualsiasi espressione o culto religioso e le punizioni come la fustigazione, la reclusione e la morte per fucilazione erano comuni.
Al di là dei noti orrori dell'Olocausto, gli ebrei della Libia furono un elemento straniero nella gelida Europa, il che rese la sopravvivenza molto più difficile. Al di là del diverso clima, la differenza culturale fu un grosso ostacolo. In entrambi i campi gli ebrei della Libia si sforzarono di osservare le restrizioni dietetiche ebraiche nonostante le difficoltà e scambiarono i loro pasti cucinati con il pane. Molti degli ebrei della Libia morirono nel campo, principalmente gli anziani che non poterono resistere alla fame, alle torture e alle malattie.
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Nel 1943, il [[Mossad LeAliyah Bet]] iniziò a inviare emissari per preparare le infrastrutture per l'emigrazione della comunità ebraica libica.<ref>{{Cita|Roumani|p. 133|MR2009}}:"The Jewish Agency and the Mossad Le Aliyah Bet (the illegal immigration agency) realized the potential of this immigration and decided as early as the summer of 1943 to send three clandestine emissaries — Yair Doar, Zeev (Vilo) Katz and Naftali Bar-Ghiora - to prepare the infrastructure for aliyah of the Libyan Jewish community. These emissaries played a crucial role in establishing the immigration infrastructure that would later, in a more advanced form, facilitate the mass of immigration of Libyan Jews."</ref>
La più grave violenza antiebraica del secondo dopoguerra nei paesi arabi avvenne in Tripolitania, allora sotto il controllo britannico, nel novembre 1945. In un periodo di diversi giorni più di 130 ebrei (tra cui 36 bambini) furono uccisi, centinaia sono rimasti feriti, 4000 sono rimasti senza casa e 2400 sono stati ridotti in povertà. Cinque sinagoghe a Tripoli e quattro nelle città di provincia furono distrutte e nella sola Tripoli furono saccheggiate oltre 1000 residenze ebraiche ed edifici commerciali.
Nel novembre 1948, pochi mesi dopo gli eventi in Tripolitania, il console americano a Tripoli Orray Taft Jr. riferì
L'emigrazione in Israele iniziò nel 1949, in seguito all'istituzione di un ufficio dell'[[Agenzia ebraica]] a Tripoli. Secondo Harvey E. Goldberg, "un certo numero di ebrei libici" credettero che l'Agenzia Ebraica fosse dietro le rivolte, dato che le rivolte li aiutarono a raggiungere il loro obiettivo.<ref>{{Cita|Goldberg|p. 156|HEG1990}}:"Immigration began when the British authorities granted permission to the Jewish Agency to set up an office in Tripoli and organize the operation. As an indication of how the causes of events can be reinterpreted in terms of their results, a number of Libyan Jews have told me that their guess is that the Jewish Agency was behind the riots, for they clearly had the effect of bringing the Jews to Israel"</ref> Tra l'istituzione dello Stato di Israele nel 1948 e l'indipendenza della Libia nel dicembre 1951 oltre 30000 ebrei libici emigrarono in Israele.
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