Pitigrilli: differenze tra le versioni

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La sua azione di spionaggio e di delazione portò all'arresto di numerose personalità dell'[[antifascismo]], per lo più torinesi e appartenenti al movimento [[Giustizia e Libertà]].<ref>Ada Treves, [https://medium.com/@atrevesmoked/qui-torino-1934-2014-ebrei-e-antifascisti-tra-storia-e-memoria-823587c62770#.bqlatzanz Qui Torino — 1934–2014 Ebrei e antifascisti tra storia e memoria], 10 dicembre 2014, accesso 27 giugno 2016.</ref> Nel marzo del [[1934]] Pitigrilli causò l'arresto e l'incarcerazione di [[Leone Ginzburg]], [[Giuseppe Levi]] e [[Gino Levi Martinoli]] (rispettivamente marito, padre e fratello di [[Natalia Ginzburg]]), [[Carlo Levi]] e suo fratello Riccardo, [[Carlo Mussa Ivaldi Vercelli|Carlo Mussa Ivaldi]], [[Barbara Allason]], [[Sion Segre Amar]] (suo cugino; tuttavia il figlio di questi nega che fu Pitigrilli a farlo arrestare, ma che lo scrittore al contrario, benché non fossero in buoni rapporti «avrebbe operato per far giungere una mazzetta, preparata da mio zio Nello, ai giudici, tramite l’allora capo della polizia [[Arturo Bocchini|Bocchini]], affinché fossero clementi nella loro sentenza»<ref>[https://moked.it/blog/2013/09/25/pitigrilli-e-la-mazzetta/ Pitigrilli e la mazzetta]</ref>), e altri sette antifascisti<ref>{{Cita web|url=http://www.doppiozero.com/materiali/lettura/quegli-arresti-del-1934-torino|titolo=Quegli arresti del 1934 a Torino|autore=Chiara Colombini, Carlo Ginzburg|cognome=}}</ref>.
 
Il 15 maggio [[1935]], a seguito delle dichiarazioni di Pitigrilli secondo cui la redazione de ''La Cultura'' sarebbe stata «un ago calamitato sul quale si raduna tutta la limatura di ferro dell'antifascismo torinese», in casa di [[Gioele Solari]] vennero arrestati altri appartenenti al gruppo di Giustizia e Libertà e alla redazione della rivista ''[[La Cultura (rivista)|La Cultura]]'', tra cui [[Vittorio Foa]], [[Cesare Pavese]], [[Leone Ginzburg]], [[Franco Antonicelli]], [[Carlo Levi]], [[Massimo Mila]], [[Michele Giua]] e [https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1998/11/13/morto-cavallera-eroe-antifascista.html [Vindice Cavallera]]<ref>{{cita|Fucci, Le polizie di Mussolini|p. 177}}.</ref>, [[Giulio Einaudi]], [[Augusto Monti]] e [[Piero Martinetti]]. Fu allontanato come "sospetto" da [[Emilio Lussu]], che lo minacciò intimandogli di "levarsi dai piedi" e lo definì "artista nato spia".<ref name=segrebruno/>
 
Nel giugno [[2016]], in un'intervista andata in onda su ''[[Rai 1]]'', il figlio dello scrittore, Pier Maria Furlan Pitigrilli, ha affermato che il coinvolgimento del padre nell'OVRA fu il frutto dell'invenzione di un programma radiofonico di [[Radio Bari]]<ref>{{cita TV|trasmissione=In viaggio con la zia|canale=Rai 1|wkcanale=Rai 1|url=http://www.raiplay.it/video/2016/06/In-viaggio-con-la-zia---Torino-del-25062016-7ae19a26-5864-4ac0-9dba-d65fd0080e7d.html|titolo=Torino|accesso=26 giugno 2016|data=25 giugno 2016|ora=0|minuto=5|secondo=30}}</ref>. Probabilmente il riferimento è ad un annuncio diffuso da Radio Bari del 1943, ripreso dal ''Giornale d'Italia'' nel gennaio del 1944, che ebbe però risonanza soprattutto dopo la [[Guerra di liberazione italiana|Liberazione]], che ammoniva a prestare attenzione a Pitigrilli, definito «scrittore [[Pornografia|pornografico]]»,<ref name=":0" /> (riprendendo un'espressione del [[Partito Socialista Italiano|socialista]] [[Michele Giua]] che avrebbe poi fatto arrestare<ref name=":3"/>) come «un delatore che ha già denunciato alle autorità fasciste una cinquantina di persone».<ref name=":3" />