Olea europaea: differenze tra le versioni
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Fra le piante arboree l<nowiki>'</nowiki>''Olea europaea'' si distingue per la sua longevità e la frugalità. L'olivo è una pianta tipicamente [[pianta termofila|termofila]] ed [[pianta eliofila|eliofila]], con spiccati caratteri di pianta [[xerofita]]. Per contro è sensibile alle basse temperature. In Italia l'areale di vegetazione della sottospecie spontanea, l'olivastro, è la sottozona calda del ''[[Lauretum]]''. L'''[[Olea oleaster]]'', detto anche oleastro, è una delle specie più rappresentative della macchia termoxerofila (''[[Oleo-Ceratonion siliquae|Oleo-ceratonion]]'') e (''[[Oleo-lentiscetum]]''), mentre diventa più sporadico nella [[macchia mediterranea]] del ''[[Quercion ilicis]]''. Per i caratteri di frugalità ed eliofilia si rinviene frequentemente anche nelle macchie degradate, nelle [[gariga|garighe]] e nella vegetazione rupestre lungo le coste. Resiste bene al pascolamento in quanto tende ad assumere un portamento di [[cespuglio]] a pulvino con ramificazione fitta e dotata [[spine]]. Resiste bene anche agli incendi per la notevole capacità di ricacciare vigorosi [[polloni]] dalla ceppaia.
[[File:Olivenkultur am Luganersee bei Gandria.jpg|thumb|upright|Oliveti in Ticino, dove la produzione è stata ripresa nel ambito del riscaldamento<ref>{{cita web|url=https://www.patrimoineculinaire.ch/Prodotti#471|titolo=Olio d’oliva ticinese| lavoro=Patrimonio culinario svizzero |accesso=10 marzo 2022 |citazione=Nel 1494, 1600 e 1709, gli oliveti vennero quasi completamente distrutti dal gelo. Anni dopo, furono accantonati in favore dei gelsi, così da promuovere l’allevamento dei bachi da seta. Verso la fine degli anni ’80 del secolo scorso, la coltivazione dell’olivo è stata ripresa}}</ref>]]
Le esigenze climatiche sono modeste. Essendo una pianta eliofila soffre l'ombreggiamento, producendo una vegetazione lassa e, soprattutto, una scarsa fioritura. Il fattore climatico determinante sulla distribuzione dell'olivo è la temperatura: la pianta manifesta sintomi di sofferenza a temperature di 3–4 °C. Sotto queste temperature gli apici dei germogli disseccano. In generale la sensibilità al freddo aumenta passando dalla ceppaia al fusto, ai rami, ai germogli, alle foglie, agli apici vegetativi e, infine, ai fiori e ai frutticini. Le gelate possono danneggiare il legno già a temperature di −7 °C. Le forti gelate possono provocare la morte di tutto l'apparato aereo con sopravvivenza della sola ceppaia.
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