Scala Greca: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Magmaviscoso (discussione | contributi)
Etichette: Modifica visuale Link a pagina di disambiguazione
Magmaviscoso (discussione | contributi)
Riga 8:
 
== Storia ==
La località di Scala Greca che rappresenta un punto nevralgico della città moderna, lo fu anche per la città greca. Le numerose carraie che solcano la roccia testimoniano il nodo stradale che da Siracusa si dipartiva per [[Megara Hyblaea|Megara Iblea]], [[Leontinoi|Lentini]] e [[Katane|Catania]] e che metteva in comunicazione col proasteion (piccolo abitato) sul [[Santa Panagia#Il terzo porto di Siracusa: Trogilo|porto del Trogilo]] (presso la [[Tonnara di Santa Panagia]]). Il borgo comprendeva una zona sacra e la  necropoli a nord. Lungo l’estrema propaggine della balza rocciosa contigua a quella che era la vecchia strada provinciale, e oggi visibile dalla [[Strada statale 115 Sud Occidentale Sicula|statale 115]] a sinistra per chi esce da Siracusa, si aprono alcune grotte. La prima fu oggetto di indagine archeologica da parte di [[Paolo Orsi]] nel 1900, che rivelò la sua frequentazione da parte dell’uomo a partire dal periodo greco (fine del [[V secolo|V sec]]. a.C.) sino all’età [[Epoca Bizantina|bizantina]], [[Medioevo|medievale]] e oltre. La grotta è attraversata da un tratto di acquedotto greco con relativo pozzo di attacco, della fine del [[VI secolo|VI]]- inizi del V secolo a.C., che serviva i quartieri di [[Tiche (Siracusa)|Tycha]] e [[Acradina|Akradina]]. La presenza dell’acqua all’interno della grotta avrebbe potuto fare pensare ad un Ninfeo, ma così si esprime Paolo Orsi: nulla che accenni a tale culto fu colà rinvenuto e nulla di arcaico, anzi, singolare coincidenza, nulla del V secolo ma del IV e del III di guisa che sembra risultare la grotta abbia cominciato ad essere luogo di culto solo poco prima che l’acquedotto cessò di funzionare. Nel periodo classico la grotta fu, dunque, adibita a luogo di culto. Una conca sacrificale, le cui pareti interne presentavano tracce di bruciature si trova al centro dell’antro, e restituì frammenti di ossa combuste e di terrecotte votive. Davanti all’ingrottamento (in origine decorato da una cornice parte in pietra e parte in stucco ed arricchita con elementi scultorei fissi o mobili), vi è una panca lunga quasi 7 metri, dipinta in origine in rosso, utilizzata per l’esposizione delle offerte votive e vi sono alcuni sedili  per i fedeli che qui avevano convegno per i sacri riti. Visibile, inoltre, un altare rettangolare (3,70 x 2,10 metri) che era arricchito, nella sua parte elevata, da elementi scultorei in pietra calcarea come si evince dal rinvenimento di un frammento di ala e da un altro di panneggio. Nonostante i saccheggi, Orsi raccolse parecchie centinaia di frammenti relativi a teste, maschere, parti di figurine in argilla e vasetti e ancora  frammenti che rappresentano asce, fiaccole, tronchi d’albero (talvolta palme), cani, leoni, pantere, lepri, cavalli, capre, maiali, grifi, uccelli ([[IV secolo|IV]]-[[III secolo|III sec]]. a.C.). Attraverso l’accurata analisi di queste terrecotte, Paolo Orsi identificò il culto e la divinità a cui fa riferimento la grotta di Scala Greca: ed ormai il nome di [[Artemide]] e di [[Artemision di Siracusa|Artemision]] apparirà a tutti giustificato<ref>{{Cita web|url=https://www.antoniorandazzo.it/archeologia/scala-greca-antica.html|titolo=}}</ref>.
 
== Cultura ==