Roberto Antiochia: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Etichette: Modifica da mobile Modifica da web per mobile
Etichette: Modifica da mobile Modifica da web per mobile
Riga 55:
==Biografia==
{{dx|[[File:La_repubblica_del_7_agosto_1985.jpg|thumb|upright=0.7|La prima pagina del quotidiano la Repubblica, il giorno dopo l'agguato]]}}
Agente della [[Polizia di Stato]], nato a [[Terni]] e cresciuto a Roma nel quartiere [[Nomentano]], dopo aver frequentato il Liceo classico statale Giulio Cesare Liceo Classico ed il [[Liceo artistico Ripetta|Liceo artistico]] entra a diciotto anni nella scuola di [[Polizia]] di [[Piacenza]] <ref>[http://www.vittimemafia.it/index.php?option=com_content&view=article&id=517:6-agosto-1985-palermo-uccisi-il-commissario-antonino-ninni-cassara-e-roberto-antiochia-agente-che-gli-stava-facendo-volontariamente-da-scorta&catid=35:scheda&Itemid=67 Uccisi il commissario Antonino (Ninni) Cassarà e Roberto Antiochia, agente che gli stava facendo volontariamente da scorta]</ref> e, successivamente, viene trasferito a [[Milano]], [[Torino]] e [[Roma]]. La sua ultima destinazione, nel giugno [[1983]] è presso la [[squadra mobile]] di [[Palermo]], dove lavora con [[Beppe Montana]] in delicate indagini sull'associazione mafiosa [[Cosa Nostra]]. Dopo l'omicidio di Montana, in ferie ma già trasferito a Roma, decide di partecipare alle indagini a fianco di [[Ninni Cassarà]].
 
Il 6 agosto [[1985]], mentre accompagna il Vice Questore Cassarà presso la sua abitazione in via Croce Rossa a Palermo, un gruppo di nove uomini armati di [[AK-47|kalashnikov]],<ref>{{cita web|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1985/08/07/duecento-colpi-di-kalashnikov.html|titolo=Duecento colpi di Kalashnikov}}</ref> appostati nel palazzo di fronte a quello dove vive il vice questore, cominciano a sparare sull'[[Alfa Romeo Alfetta|Alfetta]] di scorta. Antiochia, cercando di fare scudo con il suo corpo a Cassarà,<ref>{{cita web|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1985/08/08/darei-la-mia-vita-per-difendere-ninni.html|titolo=Darei la mia vita per difendere Ninni}}</ref> sceso dall'auto per raggiungere il portone di casa, rimane ucciso dagli spari. Cassarà, rimasto ferito dagli innumerevoli spari dei mitra, riesce a raggiungere il portone, ma spira sulle scale di casa tra le braccia della moglie Laura, accorsa dopo aver visto l'accaduto insieme alla figlia dal balcone della sua abitazione.<ref>{{cita web|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1985/08/08/era-preparato-da-mesi-agguato-cassara.html|titolo=Era preparato da mesi l'agguato a Cassarà}}</ref>