Roberto Antiochia: differenze tra le versioni
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==Biografia==
{{dx|[[File:La_repubblica_del_7_agosto_1985.jpg|thumb|upright=0.7|La prima pagina del quotidiano la Repubblica, il giorno dopo l'agguato]]}}
Agente della [[Polizia di Stato]], nato a [[Terni]] e cresciuto a Roma nel quartiere [[Nomentano]], dopo aver frequentato il Liceo classico statale Giulio Cesare
Il 6 agosto [[1985]], mentre accompagna il Vice Questore Cassarà presso la sua abitazione in via Croce Rossa a Palermo, un gruppo di nove uomini armati di [[AK-47|kalashnikov]],<ref>{{cita web|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1985/08/07/duecento-colpi-di-kalashnikov.html|titolo=Duecento colpi di Kalashnikov}}</ref> appostati nel palazzo di fronte a quello dove vive il vice questore, cominciano a sparare sull'[[Alfa Romeo Alfetta|Alfetta]] di scorta. Antiochia, cercando di fare scudo con il suo corpo a Cassarà,<ref>{{cita web|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1985/08/08/darei-la-mia-vita-per-difendere-ninni.html|titolo=Darei la mia vita per difendere Ninni}}</ref> sceso dall'auto per raggiungere il portone di casa, rimane ucciso dagli spari. Cassarà, rimasto ferito dagli innumerevoli spari dei mitra, riesce a raggiungere il portone, ma spira sulle scale di casa tra le braccia della moglie Laura, accorsa dopo aver visto l'accaduto insieme alla figlia dal balcone della sua abitazione.<ref>{{cita web|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1985/08/08/era-preparato-da-mesi-agguato-cassara.html|titolo=Era preparato da mesi l'agguato a Cassarà}}</ref>
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